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Simeone: "Una voce interiore mi ha detto di venire a Napoli"

Redazione
Simeone: "Una voce interiore mi ha detto di venire a Napoli"Getty

Dopo le lacrime per il primo storico gol segnato in Champions League e le reti decisive in Serie A TIM, Giovanni Simeone è decisamente entrato nel cuore dei tifosi del Napoli. Ma è anche il suo di cuore a essersi tinto di azzurro. In una lunga intervista rilasciata a La Nacion, il Cholito parla della sua squadra, di Diego Armando Maradona, di obiettivi, sogni e dell'incontenibile entusiasmo che lo ha contagiato.

"Una voce mi diceva di andare nel Napoli di Maradona"

"Sentivo di dover venire qui", racconta l'attaccante. "Al di là della grandezza di Maradona, di quanto sia competitivo come club. C'era qualcosa dentro di me che mi diceva che il mio posto era al Napoli, che dovevo venire qui. Non riesco a spiegarlo meglio. Conoscete la mia storia, io ascolto sempre quelle voci interiori. Il destino mi ha detto che dovevo venire al Napoli".

"A un certo punto la trattativa si era bloccata, eppure io non mi sono mai smosso. Avevo un solo desiderio: venire qui. Non sono mai stato così bene come a Napoli, perché i napoletani sono come un mix tra italiani e argentini, proprio come me".

SSC Neapel Simeone 09092022Getty Images

"Giocare ogni tre giorni è fantastico"

Simeone ha parlato anche degli stimoli e delle reponsabilità che comporta vestire la maglia del Napoli. "È molto motivante per me essere in una squadra che punta così in alto. Già il fatto di giocare ogni tre giorni è fantastico, non c'è niente di più bello. Papà mi ha sempre detto che ti dà una scarica di adrenalina diversa, ma finché non lo provi non puoi capirlo. Non c'è niente di più bello che giocare ogni tre giorni".

"Qui tutti parlano di Maradona"

"È stupendo, tutti ti parlano di Diego qui", ha proseguito l'ex giocatore del Verona. "E te lo raccontano con passione, come se fosse successo ieri. Invece erano gli anni Ottanta. Non è qui fisicamente, ma Diego c'è. I tifosi lo ricordano sempre, tutti i giorni. La gente qui soffre ancora di quella differenza tra nord e sud e Diego li ha salvati dall'oblio. Diego è gioia per loro, e va oltre il calcio. Dicono che ha dato loro gioia, visibilità e senso d'appartenenza. Questa è una città così appassionata di calcio che avere Diego tra loro è un grande orgoglio. L'Argentina fa parte di questa città".