Abbiamo sognato per lui, con lui. Jannik Sinner però si è arreso alla legge del più forte: Nole Djokovic è sembrato docile nei primi due set, poi ha ricominciato a sbranare, recuperando il doppio svantaggio con quel cuore e quel talento che possiedono solo i più grandi della storia.
Dopo 5 set, Sinner ha chiuso una meravigliosa esperienza a Wimbledon: non aveva mai vinto da professionista sull'erba prima del torneo inglese, si è tolto lo sfizio di superare Wawrinka, Isner e Alcaraz. Per oltre tre ore, sulla superficie meno adatta alle sue caratteristiche, ha giocato alla pari con il numero tre al mondo, tra i migliori della storia di questo sport.
Dire che il futuro sia dalla sua parte è un'incredibile banalità, ma dopo questo Wimbledon è una verità ormai granitica, senza possibilità di sorprese.
Il super inizio
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Djokovic arriva a 84 partite vinte, come Jimmy Connors, e punta alle 105 di Federer. Per Sinner, ecco, era appena il quinto incontro, e su quel centrale ha saputo persino fare da padrone assoluto. Se l'è goduto, quel momento, fino al rientro certificato di Nole, una garanzia da 7 rimonte riuscite da una situazione di doppio set di svantaggio.
I primi due set sono però il manifesto di Jannik e l'ha riconosciuto anche Djokovic: "Congratulazioni a lui, una grande lotta. Avrà i suoi grandi palcoscenici ed è maturo per la sua età. Ha un sacco di tempo, peccato per lui ma ha fatto un grande torneo". Un torneo che stava per essere sublimato: 5-7 al primo, 2-6 al secondo. Un dominio impressionante, poi la mossa: alla fine della seconda ripresa, Djokovic si è scosso, è andato in bagno e si è motivato. Da lì non ha più sbagliato.
La rimonta
"A volte, in queste circostanze, quando non riesci ad andare forte e l'altro ti domina, queste cose sono necessarie. Ho cercato di parlare a me stesso, di parlare, di mettere insieme le idee e riassemblare tutto quello che hai", ha raccontato Nole. Che ha ripreso subito alla grande il terzo, ottenendo subito il break. E' stato decisivo, soprattutto per riottenere fiducia.
Uno dopo l'altro - 6-3, 6-2, 6-2 -, Djokovic ha superato ogni ostacolo, costringendo Sinner a rispondere in maniera sempre più difficoltosa. Alla fine, 53 punti vinti in risposta, 88 punti vinti al servizio e 19 games vinti al servizio. Numeri chiari: non enormi, ma fondamentali per la vittoria. Eccola, l'ennesima semifinale della sua storia a Wimbledon.