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World Cup

Sognando Leo Messi: non c'è solo fortuna nel successo dell'Australia

Redazione
Sognando Leo Messi: non c'è solo fortuna nel successo dell'AustraliaGetty Images

L’ultima volta che l’Australia aveva varcato la soglia della fase a gironi, l’Italia vinceva il Mondiale. Sembrano passati secoli da quel cucchiaio di Francesco Totti che ci catapultò verso la finale di Berlino in un sol fiato. Oggi i Socceroos tagliano per la seconda volta nella loro storia il grande traguardo degli ottavi di finale, ma ad accompagnarli, paradossalmente, non ci sarà l’Italia. Gli australiani, qualificatisi dal gruppo D in seconda posizione e a pari punti della Francia, attendono di sapere chi chiuderà il girone C in testa a tutti (Argentina o Polonia).

A far esplodere i Canguri questa volta è stato un gran gol di Leckie allo scoccare dell’ora di gioco. Una vittoria di misura (1-0), che schianta la Danimarca di Eriksen – clamorosamente relegata in fondo al girone a un solo punto -  e permette agli uomini di Graham Arnold di sognare Leo Messi. Un tripudio inaspettato e rocambolesco se vogliamo, ma guadagnato fino all’ultima goccia di sudore.

AustraliaGetty

Come l'Australia ha costruito una qualificazione storica

Basti pensare che ai Socceroos è bastato segnare un solo gol nelle ultime due partite per strappare la posta massima in palio, sei punti. Un lavoro eccezionale della difesa, in grado di far ingolfare i rodati attacchi di Tunisia prima e Danimarca poi: quello contro la squadra di Hjulmand è solo il terzo clean sheet nella storia dei Mondiali per i Canguri. 

Un lavoro che passa anche dal centrocampo, siccome l'Australia è la squadra che alla soglia della terza giornata aveva forzato più palle perse (17) di tutte le altre rappresentative. Un successo che inevitabilmente si spalma anche sull’attacco trainato da Mitchell Duke: tenace nei duelli aerei, il 31enne del fagiano Okayama ha portato quel peso determinante nelle aree avversarie. Per la prima volta non a caso, l’Australia è andata a segno in tutte e tre le gare della fase a gironi. Persino nella debacle contro la Francia, che a causa dello scivolone contro la Tunisia chiude a parimerito con gli australiani, i quali però si qualificano con una “umilissima” differenza reti di -1.

Un successo che letto così ricorda il percorso glorioso (e fortunato) di un altro illustre australiano, il pattinatore Steven Bradbury a Salt Lake City nel 2002. Ma non c’è solo fortuna in questa Australia: c’è la tenacia, la coesione di un gruppo e la voglia di lottare fino alla fine per un risultato. Il gol-qualificazione di Leckie è arrivato così, appena dopo che la notizia del vantaggio della Tunisia (in quel momento avanti sull’Australia in classifica) aveva raggiunto le orecchie dei Socceroos.