Così. Anche con un pizzico di paura, ma con la consapevolezza della squadra forte. L'Atalanta non ha schiacciato lo Spezia, ma l'ha comunque battuto, dopo un inizio contratto e un prosieguo più espansivo, soprattutto alla voce 'azioni create'. Alla fine, 5-2 netto: doppietta di Pasalic, rigore di Zapata, zampate di Muriel e Malinovskyi e tutto di risposta all'iniziale vantaggio di Nzola, che poi ha chiuso con oroglio.
Comunque, ciò che conta è ciò che dice la classifica dopo questi ulteriori tre punti: la Dea è al quarto posto, si è barricata lì a quota 25 punti. Gli stessi dell'Inter. E più quattro sulla quinta, la stessa Lazio che all'Olimpico affronta la Juventus.
Undici metri di passione
Uomo del match? Probabilmente Duvan Zapata. Ma anche la fase difensiva dei nerazzurri, dopo quindici minuti di sbandate, ha chiuso all'opzione rimonta dei liguri. Che non hanno sfigurato, che hanno semplicemente pagato la differenza di qualità. Ecco, qualità ne ha tanta l'attaccante colombiano, semplicemente devastante palla al piede e nei movimenti. Con la 'Gasperata' che continua a funzionare: come gli si muove attorno Mario Pasalic, probabilmente nessuno.
Proprio il croato è l'elemento che in questo momento sta determinando il passaggio della Dea: non solo la doppietta e l'assist finale per Muriel - che in questa squadra fa panchina, ma la fa bene -, pure il lavoro nella doppia fase, che consente all'Atalanta di non sbilanciarsi e di tenere un ritmo impressionante in contropiede. Proprio così arrivano il terzo e il quarto gol dei nerazzurri. Che sono cambiati per non cambiare mai. Del resto, per vincere esistono mille modi. Tutti efficaci.