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DAZN intervista Alessia Maurelli e Martina Centofanti: volano Farfalle

DAZN intervista Alessia Maurelli e Martina Centofanti: volano FarfalleDAZN

Il peso di una farfalla è greve come il bronzo. Per lei il corpo è uno strumento di precisione. In gara è elegante, leggera, mutevole, colorata. Farfalla perché sembra volare, anche se i suoi battiti schiudono un senso più profondo di devozione, sacrificio e passione. Impara a volare in una palestra di ferro, impegnata in una disciplina di compimento fisico e mentale.

Alessia Maurelli e Martina Centofanti hanno vinto la medaglia di bronzo di ginnastica ritmica ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Loro sono le più esperte: Alessia, la capitana, ha venticinque anni; Martina, la sua “vice”, ventiquattro. Farfalle poiché la loro carriera è un veloce volo, eppure han deciso di non ritirarsi dopo le Olimpiadi. Hanno imparato a sognare scoprendo che ogni sogno ti porta più in là.

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«Vola come una farfalla»

Ci parlano mentre traversano l’Italia perché la loro vita ginnica è un viaggio. Sono a Pesaro per la tappa nostrana di Coppa del Mondo (oro per loro e per Sofia Raffaeli nell’all-around), parlano dei loro titoli mondiali e della medaglia di bronzo conquistata a Tokyo come nuovo inizio invece che punto d’arrivo di una carriera stupenda:

Alessia Maurelli: «Reduci dal quarto posto di Rio 2016, sapevamo cosa vuol dire fermarci ai piedi del podio e a Tokyo 2020, finalmente, abbiamo provato anche il gusto buonissimo della medaglia. È stata una svolta sportiva e personale che, giunta dopo una pandemia, ci ha reso più forti e più unite. E quest’anno è tutto nuovo nel solco di una nuova sfida olimpica verso Parigi 2024. Personalmente, oltre alla decisione di continuare, ho iniziato l’università e ho scritto il mio primo romanzo, "Vola come una farfalla", insieme al mio amico Giovanni Seltralia (edito da Piemme-Mondadori per la collana Il battello a vapore, ndr)».

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La rivoluzione ritmica

Verso gli Europei di Tel Aviv che si svolgeranno dal 15 al 19 giugno, stanno presentando un esercizio rivoluzionario per il progresso della ginnastica ritmica e per la storia dello sport olimpico: un nastro che simula il lancio del giavellotto, una fase di lotta e sui blocchi dello sprint, la mimesi del discobolo. È la celebrazione dell’Antica Grecia verso le forme moderne del nuoto, del basket e della pallavolo sulle note di "Mercy in Darkness" di Two Steps From Hell & Thomas Bergersen e di "They don’t care about Us" di Michael Jackson con le cinque palle.

Martina Centofanti: «Quest’anno è cambiato il codice dei punteggi per dare risalto alla performance artistica degli esercizi, così la scorsa estate la nostra allenatrice Emanuela Maccarani, che da sempre si contraddistingue per le sue composizioni, s’è proprio superata con questa sua idea geniale e innovativa. che ci ha reso fin da subito straordinariamente orgogliose».

È una metanarrazione sportiva sulla strada della gloria eterna, l’evocazione ritmica di imprese senza tempo come i 200 metri di Pietro Mennea a Mosca 1980, per trent’anni primatista mondiale sulla distanza fino all’avvento di Usain Bolt: «Mennea mi ha premiato a Ferrara da piccola a un campionato regionale - ci dice Alessia Maurelli  - e da quando mi ha stretto la mano, mi sono affezionata al sua carisma. È un vero mito italiano».

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Una per tutte, tutte d'incanto

La ginnastica ritmica è uno sport totalizzante, sempre proiettato verso nuove sfide. Di questa disciplina ammiriamo l’incanto, il prodigio. Cinque atlete raffinate e sincronizzate che volteggiano anelli d’argento e bacchette magiche.

Alessia Maurelli: «Non siamo solo colleghe di lavoro, ma compagne di vita. Siamo unite dentro e fuori dalla palestra e lo facciamo per sincera amicizia e per non deludere una responsabilità così grande. Per questo viviamo i nostri momenti di confronto sportivo e anche esistenziale come occasioni istruttive».

Martina Centofanti: «Siamo una squadra unica nel suo genere, molto coesa, ed è questo che fa la differenza. Siamo come cinque sorelle e la nostra unione fa la forza. È come se ci completassimo l’una con l’altra, umanamente e tecnicamente. Poi io e Alessia abbiamo iniziato la carriera insieme e l’intesa che s’è creata tra noi è fortissima: un dono raro. Così oggi ci viviamo il momento e non penso a un futuro senza l’Ale, il nostro capitano».

Alessia Maurelli: «Ma non sono una ginnasta diversa in pedana. Quello che deve fare il capitano è supportare le compagne più giovani in allenamento e prima della gara, poi entriamo in simbiosi e diventiamo le Farfalle tutte per una. Siamo un gruppo super consolidato e non mi serve parlare: abbiamo un obiettivo comune, ci basta uno sguardo d’intesa e sarò per sempre molto fiera della nostra squadra fatta di qualità enormi, senso del dovere e una sensibilità speciale».

Tokyo 2020, Ginnastica Ritmica, le Farfalle medaglia di bronzoGetty

In arte 100fanti

Parlare con Alessia e Martina è stata un’intervista formativa, di quelle che riempiono i vuoti di materia essenziale. Poi, mentre volano via, sai che proprio non puoi più resistere: devi chiedere a Martina di papà Felice, calciatore iconico degli anni Novanta, terzino naïf che ha vestito in Serie A le maglie di Verona, Ancona e Inter stagione 1995/96 (13 presenze e un gol).

Martina Centofanti: «Papà mi segue fin da piccolissima a livelli esagerati! Potrà sembrarti strano, ma è completamente preso da ogni nostra competizione: gioisce con noi, entra nel vivo, critica apertamente una “presunta ingiustizia”. È molto istintivo, come quando giocava, ma è anche diventato un vero esperto di ritmica! Papà ha avuto una grande influenza su di me e continua ad averla. Sente le gare, si isola nei palazzetti, non riesce mai a godersi lo spettacolo dal vivo e per un ex-calciatore abituato alle grandi platee, non dovrebbe essere così… E invece avverte molto la tensione».

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Volano Farfalle, che abitano i loro corpi di magia vibrando, toccandosi, brillando. Sentono i brividi mentre sfiorano la loro consacrazione. Si offrono a Emanuela Maccarani, la loro storica allenatrice, rovesciando quel trito motto ritrito di maschilismo. Perché dietro cinque donne favolose non poteva che essercene un’altra. Che alza gli occhi al cielo per ammirare le sue Farfalle.

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