Ascoltando in radio l’attore Pierfrancesco Favino presentare il suo nuovo film, "Corro da te", una commedia degli equivoci disabili diretta da Riccardo Milani, ho pensato a Chiara Mazzel e le sue curve cieche sulla pista paralimpica di Pechino 2022, guidata da Fabrizio Casal nello Slalom Vision Impaired. Certe idee, buoni propositi e alcuni articoli nascono così. Ascoltando qualcun altro. Ed è proprio ascoltando la sua guida sugli sci che Chiara ha vissuto un altro sogno.
Dunque, la Chiara del film (interpretata da Miriam Leone) è paraplegica, suona il violino e gioca a tennis, mentre la nostra Chiara è nata a Cavalese e vive nella sua splendida Val di Fassa, è appassionata di musica classica e suona il corno francese. Oggi venticinquenne, durante il quarto anno di liceo linguistico le viene diagnosticato un glaucoma che, in poco tempo, la priva quasi completamente della vista.
Pechino 2022: un'esperienza esistenziale
Disabile non è una qualità. È un accidente. Ed è una parola contro cui lo sport combatte. Combatte per cancellare un prefisso peggiorativo di disfunzione, anomalia, alterazione, difetto, malformazione. Ed è proprio sapendo sciare che Chiara quella parola la infrange giù da una discesa olimpica, con il tessuto inclusivo, integrato e indistinto della sua sfida. Rovesciando il dis- nell’in-.
«È stata un'esperienza molto intensa ed emozionante sia da un punto di vista sportivo che esistenziale e sono estremamente orgogliosa di aver potuto rappresentare l’Italia alle Olimpiadi. Ho ripreso a sciare solo da un paio d’anni e non ero mai stata agonista prima che non vedessi, anzi dai quindici ai diciott'anni ho fatto solo snowboard. Così non avevo certo l'aspettativa di arrivare così in alto... Ma poi è arrivato il giusto metodo».
MAG.00: «Ascoltare è il mio metodo»
Per i cosiddetti normodotati, la disabilità è uno specchio attraverso cui si vede la paura. Chiara non vede e se non ha paura è perché sa ascoltare. Ascolta Fabrizio Casal, che la guida sugli sci anche grazie a un sistema di amplificazione acustica che si chiama MAG.00 e le permette di «Vedere con le orecchie».
«È un metodo costruito su misura per me, che vedo da un foro di un millimetro e da un solo occhio, mentre le atlete che partecipano alla mia categoria (Vision Impaired, ndr) hanno un residuo visivo maggiore del mio. Ero considerata come non vedente totale, ma un anno fa mi hanno cambiato classificazione perché l'occhio da cui vedo un millimetro non ha una diagnosi e ciò non mi ha permesso di andare a medaglia».
Sentire meglio, «vedere con le orecchie»
Ai Giochi paralimpici Chiara s'è classificata settima, ma vale più d'una vittoria. È proprio come una medaglia d'oro da condividere con chi le trasmette informazioni da un diffusore direzionale del suono indossato dalla guida (Fabrizio Casal) e personalizzato in base alle necessità dell’atleta:
«Con MAG.00 sto riuscendo ad affrontare le mie gare con molta più sicurezza - dice Chiara - e grazie a un suono altamente direzionale, riesco a capire se mi sono spostata di mezzo metro a destra o a sinistra rispetto alla guida che mi precede. Così posso riallinearmi e sono in grado di percepire la profondità tramite la notevole acustica dell'apparato. E se la guida si sta allontanando da me, posso chiederle di rallentare».
L’ideatore di MAG.00 è il fonico Riccardo Cerutti, che ha collaborato alla realizzazione di un sistema audio dedicato al pubblico ipovedente dei match del Milan allo stadio San Siro: «Aiuto chi ascolta a sentire meglio e per comprendere i bisogni di Chiara Mazzel mi sono confrontato con l’allenatore della Nazionale italiana di sci alpino Davide Gros. Ho creato per lei una sorta di “corridoio sonoro” costruendo MAG.00, un diffusore acustico pratico ma potente».
La sfortuna, una fortuna!
Non solo sport, Chiara Mazzel è autrice del libro “La sfortuna, una fortuna!”, edito da Pathos. L’ha scritto con il milanese Dario Ozzimo che non vede dalla nascita ed è la loro storia di “Come fare della propria disabilità una forza”. Loro che si sono conosciti ascoltandosi e condividono una diversità che non connota chi sei, ma come vivi. Scoprendo di poter fare grandi cose insieme.
«Scrivere il libro e partecipare alle Olimpiadi sono sul mio percorso d'accettazione della disabilità e ciò che voglio trasmettere è che, nonostante le difficoltà che si possono incontrare, si può tutto: basta volerlo. Vale per lo sci e per la vita: sempre avanti e mai mollare!»