Massimo Stano cede lo scettro di campione olimpico della 20 km di marcia. L’azzurro, al termine di una gara interpretata con grande coraggio, è quarto, a un solo secondo dal podio. Se si considera che in aprile si era fratturato un piede, non si può che applaudirlo. La partenza, a causa di un temporale con relativo rischio di fulmini, viene posticipata di mezz'ora: dalle 7.30 alle 8. Spiove in fretta, ma inevitabilmente il tasso di umidità resta alto. Il percorso al Trocadero è mozzafiato: si sviluppa su un circuito andata-ritorno di un km lungo il Pont d’Iena, con iconico passaggio sotto la torre Eiffel. Da cartolina. Il primo a prendere l'iniziativa, tra i 49 atleti al via, è il brasiliano Bonfim, presto però riassorbito dal gruppo. Il ritmo, sufficientemente regolare, è sostenuto, ma non impossibile, da 4’03”-4’04” al km, con transito al 5° in 20’19” e situazione di gruppo compatto. Stano è molto vigile, a tratti anche davanti a tutti. Fortunato resta più coperto. Orsoni si stacca presto. Il ritmo aumenta: ora si viaggia a una media di 4’00” al km. C’è una relativa selezione: Fortunato, intorno al 9° km, concede qualche metro al numeroso gruppo dei battistrada, composto ancora da circa 25 atleti. Non rientrerà più.
Al 10° si passa in 40’21”: Stano, con azione sicura, è costantemente nelle posizioni di testa. Il copione non cambia: la quiete prima della tempesta? A menar le danze restano in 12-15. La prima vera vittima è lo svedese Karlstrom, uno dei favoriti. Il parziale tra il 13° e il 14° km è 3’57”: ora si fa sul serio. Ed è proprio Stano ad allungare la fila. Restano in dieci. Al 15° (il pugliese impone un km da 3’54”) il cronometro dice 1h00’09”. L’azzurro getta il cappellino e insiste: 3’51”. Gli resistono in cinque, con gli spagnoli Martin e McGrath a francobollarlo. Un giudice mostra a Stano una paletta: è solo un richiamo. Ci prova Bonfin. McGrath cede, come il giapponese Ikeda. Restano in quattro: Bonfin, Stano, Martin e l’ecuadoregno Pintado. Siamo al 17° km, altro 3’51”. Tira Bonfin, Stano inciampa e perde un passo. Poi un metro, due, tre. Il piede sinistro, fratturato il 21 aprile, potrebbe aver ceduto. Tra il 17° e il 18° km si è andati a 3’45”. Non è finita: Massimo prova a reagire, ma il terzetto di testa spinge a tutta. Il poliziotto insegue a cinque metri. Alla campana diventano dieci. È Pintado, fazzoletto al collo e occhiali scuri, a involarsi. Il suo è un trionfo. Chiude in 1h18’55”. Seguono Bonfin (a 14”) e Martin (a 16”). Stano, con 1h19’12”, resta a 1” dal podio. Fortunato è 20° (1h20’38”), Orsoni 41° (1h25’08”).
Fonte: Gazzetta.it