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Australian Open (M)

Nadal e Berrettini, colpi dell'anno e stringhe arcobaleno: il Day 3 dell'Australian Open

Nadal e Berrettini, colpi dell'anno e stringhe arcobaleno: il Day 3 dell'Australian OpenDAZN
Naomi Osaka e Rafael Nadal sono già campioni ritrovati per il bene del tennis e c'è chi mette le stringhe colorate per il bene di tutti. Gesti e gente inosservata, come Pablo Carreno Busta prima del colpo più bello dell'Australian Open.

Osaka&Nadal: i campioni ritrovati

Naomi Osaka e Rafael Nadal sono campioni ritrovati: lei dagli psicodrammi depressivi, lui da un lungo stop fisico impostogli dall’orologio del tempo. Troppo presto per dirlo? Forse, visto che Rafa “s’è allenato” con il trentenne qualificato Yannick Hanfmann e che Naomi Osaka ha rifilato 7 game consecutivi alla Brengle, primi 5 in 14 minuti tanto per sgradire, prima di avere un minimo di partita con l’americana, ma giusto per testare la sua migliore velocità d’esecuzione e specie in risposta di dritto.

Anche prima, dopo e altrove è stato un giorno ordinario di Slam ed è sempre una buona notizia per i migliori. Diciamo che l’upset del giorno è stato l’eliminazione di Belinda Bencic, però per mano d’una rigenerata Anisimova e poi mi sa che essere campionesse olimpiche nel tennis, visto com’è andata alla portoricana Monica Puig dopo Rio, mena pure un po’ di rogne.

Fratelli d’Italia: 3x3 Giorgi, Sonego e Berrettini

Lorenzo Sonego aveva un conto in sospeso con Otte da New York e gli ha reso la stessa moneta, ovvero 4 set per la sua prima volta al terzo turno dell’Australian Open (più in generale di uno Slam veloce) dove affronterà Miomir Kecmanovic, “l’altro serbo”: quello che doveva iniziare contro Djokovic e invece, da bravo vaccinato, s’è ritrovato il tabellone aperto da lassù.

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Matteo Berrettini ha affrontato Stefan Kozlov, che si chiama così per la passione Edberg di papà Andrei (russo macedone, emigrato negli States al tramonto dell’Unione Sovietica) e ha un fratello che si chiama Boris come Becker. Il padre è un coach di quelli brutali, alla Mike Agassi per intenderci, che mentre piove fan colpire gli allievi sul cemento per imparare a scivolare. Va beh, a quattordici anni Kozlov giocava alla pari coi Rublev, Tsitsipas e Medvedev della sua generazione, ma un decennio dopo era qui con una wild card “di scambio” fra USTA e Tennis Australia, appena rientrato in top-200. Quando ha sciolto il braccio, ha fatto giocare male Matteo, però di questi match conta solo il risultato e allora daje: 6-1 4-6 6-4 6-1. Berrettini ha vinto e c’è già fermento d’anteprima Alcaraz.

Prima di loro ha vinto Camila Giorgi, 6-2 7-6 alla Martinicova, solo che ora avrà l’icona Barty “che ha fatto divertire”, parole sue, la nostra bravissima Lucia Bronzetti, ma ancora inerme fra i pesi super-massime. Idem per Martina Trevisan, su questa superficie, con la quotatissima spagnola Paula Badosa.

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Carreno Special: il punto più bello del Day 3

Oltre che per il suo gran tennis da top-10 nel 2017, il trentenne Pablo Carreno Busta è famoso solo per esser stato dall’altra parte della rete quel giorno in cui Djokovic, a New York, ha tirato la pallina in faccia a una giudice di linea. Oggi Carreno, un autentico bravo ragazzo con la faccia da bravo ragazzo, ha messo in piedi un partitone contro Griekspoor vincendolo al quinto, ma soprattutto sfoderando quel colpo che in carriera non ricapita mai più. Intanto perché l’avversario deve steccare lo smash, poi perché bisogna andare a riprenderla dall’altra parte del campo, dietro il paletto, metterci il polso e appoggiarla dentro. E poi non smettere più di correre e saltare, esultando all’infinito e oltre.

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Love Always Wins (anche se gli altri non lo sanno)

A proposito di chi passa sempre (purtroppo) inosservato, ieri tutti talmente presi dalle trovate del Kyrgios, che nemmeno ci siamo accorti delle stringhe dall’altra parte della rete. Eh sì, le stringhe arcobaleno delle scarpe di Liam Broady, mancino britannico, per offrire sostegno alla comunità LGBTQ e dare coscienza all’omosessualità, ufficialmente “inesistente”, nel circuito professionistico maschile ATP. «Ho visto che il primo calciatore apertamente gay, Josh Cavallo, ha appena fatto outing qui in Australia ed è stato difficile, giusto? Voglio dire, è assurdo che nel ventunesimo secolo non si possa essere pubblicamente gay. È piuttosto triste, davvero». Finalmente, dai.

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La fine (per noi, per adesso) del caso Djokovic

C’è già chi parla del Roland Garros e chi dei 7 di nove sponsor personali - Asics, Lacoste, Head, Lemero, NetJets, Peugeot e Ultimate Software Group - che si sono presi una pausa riflessiva da Djokovic. Noi per il resto dell’Australian Open promettiamo di non scriverne più, chiudendo con le belle parole che un bravissimo cronista, Andrea Schiavon, ha steso stamani su Tuttosport: «In questi mesi tutti, direttamente o indirettamente, abbiamo conosciuto qualche Djokovic: parenti, amici o amici degli amici che, portando fino in fondo il rifiuto del vaccino (o del Green Pass) stanno pagando con la sospensione dal lavoro le conseguenze della propria scelta. La loro situazione è certamente più scomoda (e in alcuni casi drammaticamente deficitaria) rispetto a quella di un ricco campione dello sport. Pur restando distanti da queste scelte, non è giusto dileggiare chi paga un prezzo del genere. Si potrà scherzare sulle più o meno fantasiose teorie complottiste, sui personaggi più folcloristici della galassia novax, spesso troppo inclini a paragoni storici imbarazzanti. Prendere le distanze non significa non riconoscere la coerenza di Djokovic e di chi (più in piccolo ma con sacrifici molto più grandi) ha fatto scelte come le sue». 

L’Australian Open è un’esclusiva italiana di Eurosport, i cui canali sono disponibili su DAZN. In diretta da lunedì 17 gennaio, su Eurosport 1 i match di cartello dell’order of play, su Eurosport 2 le partite degli italiani a Melbourne Park.