1. Oggi Sinner, domani Berrettini
Jannik Sinner ha vinto 3-0 in trasferta . Sì, perché all’Australia nell’hangover Kyrgios, oltre alla fortissima Barty, non restava che il fidato De Minaur: bravo sì, ma non abbastanza per fermare la corsa di Sinner verso i quarti di finale, tra i migliori otto di uno Slam per la seconda volta nella sua giovane carriera. È stata quella partita di difesa contro attacco, solo che nel tennis non si pareggia e con la dovuta pazienza, chi attacca vince molto spesso . Jannik dice che negli ultimi tre mesi è migliorato molto come tennista e come persona, così Torino deve significare qualcosa in questi brevi tempi di maturazione in linea evolutiva : là ha fatto clic esaltando l’Italia; a Melbourne, dall’altra parte del mondo, è diventato grande e dell’Italia bissa i suoi inviati nel gotha dell’Australian Open . Che bello.
2. Quei bravi ragazzi (un po' texani)
Non amiamo le statistiche, però un momento, perché due italiani ai quarti di finale di uno Slam non si vedevano dal Roland Garros del 1973, anni di piombo e terra rossa, ultima stagione di classifiche ATP calcolate a mano. Erano i “soliti” Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, raffinatissimi in campo, ragazzacci fuori e specie se accostati a questi due cuori di panna... Che racchetta in mano ruggiscono come leoni . Momento momento! Un italiano in semifinale all’Australian Open non c’è mai stato come non era mai stato, e figuriamoci, in finale a Wimbledon. Oggi l’Italia si siede al tavolo del poker con due assi, Jannik Sinner e Matteo Berrettini. Flop, turn e river saranno tre, quattro o cinque set texani.
3. Presente Medvedev, futuro Auger Aliassime
Di Cressy lodammo il serve&volley: parole antiche, eppure accadde appena due giorni fa. Mica ci ricrediamo, che ha sempre un bel gusto vintage accogliere gli ultimi adepti, ma se dall’altra parte della rete c’è Medvedev, non ci resta che salutarne le squisite intenzioni . Era stato vintage anche Cilic per ritornare fin qui in uno Slam, ma anche lui è arrivato al capolinea del futuro: lo frena il ventunenne Felix Auger Aliassime con una dozzina d’anni in meno e Toni Nadal ad addestrarlo: sta raccogliendo i primi deliziosi frutti.
4. Orgoglio (psicodramma) e rimonta
Nel giorno del Pride australe e degli arcobaleni sparsi ovunque a Melbourne Park, le ragazze si son prese a pallate, infine tirandosele proprio addosso. Quattro match tirati e tutti rimontati al terzo set con Alizé Cornet per la prima volta ai quarti di finale di uno Slam (tentativo numero 63!) su Simona Halep, Danielle Collins su Mertens, Iga Swiatek contro Sorana Cirstea e Kaia Kanepi con Aryna Sabalenka. E va beh, quest’ultimo match è stato proprio una bottega degli orrori, o un’altalena emotiva sull’orlo del baratro . Una sciagurata - la Sabalenka, che negli ultimi due match fa fatto 34 doppi falli (19+15) - l’altra sopravvissuta allo scoccare della mezzanotte, mentre Taylor Fritz perde il quinto set contro uno Tsitsipas dimezzato, disastrando il suo ultimo turno di servizio. Illogico.
5. Demi-Sinner e il genio della lampada
Avete presente quella storia di McEnroe che manda il curriculum a Sinner per un lavoro part-time da allenatore, Sinner che risponde un po’ sornione e poi vediamo che sarà? Avevamo promesso di non parlarne più, poi però contro De Minaur è saltata fuori una demi-volée spaziale… Ma basta davvero strofinare la racchetta a rete per far uscire The Genius?