Che l’ultimo Slam sia stato vinto dalla debuttante Emma Raducanu, prima nella storia a farlo dalle qualificazioni, battendo in finale la coetanea diciottenne Leylah Fernandez, accerta l’assoluta imprevedibilità d’un torneo femminile orfano a Melbourne di Serena Williams: la vecchia regina che qui a Melbourne - quattro anni fa, a casa dell’ossessiva Margaret Court - ha vinto il suo 23° Slam prima di diventare mamma.
È comunque da ormai qualche tempo che, con o senza Serena, il tennis femminile non ha più una stella polare, ma molti astri nascenti e qualche meteora - come Bianca Andreescu, che non ci sarà, o la smarrita campionessa 2020 Sofia Kenin - fra i satelliti del tennis.
ASHLEIGH BARTY, NAOMI OSAKA, GARBINE MUGURUZA
Quello di Ashleigh Barty, che è australiana e sempre la prima del ranking con 5 tornei vinti nel 2021 compreso Wimbledon e subito il titolo di Adelaide quest’anno.
Quello di Naomi Osaka che su questa superficie sarebbe la più forte, eppure dei suoi limiti diciamo emotivi sappiamo tutto: certo che già due volte campionessa e detentrice dell’Australian Open, tornare Down Under potrebbe farle proprio bene.
Il satellite di Garbine Muguruza, che talora è così brillante e poi si fa nebuloso, ma l’impatto del suo successo alle ultime WTA Finals la rimette al centro dell’emisfero.
Le incomplete, le veterane, le supernove
Di nomi da spendere ce ne sarebbero molti altri: per esempio le “incomplete” Aryna Sabalenka ed Elina Svitolina, nel senso di fortissime ma ancora senza finali Slam; le veterane Simona Halep, che ha vinto il Melbourne Summer al pari di Nadal, Angelique Kerber e Petra Kvitova per misurarsi contro l’ultima generazione di splendori tennistici: con Iga Swiatek o la diciassettenne e già affermatissima Cori Gauff.
Chissà se fra questi nomi c’è quello della prossima campionessa o se poi salterà fuori una Sakkari, molto improbabile sul veloce, una Bencic campionessa olimpica, o Madison Keys in gran forma e vincitrice poche ora fa ad Adelaide, o Camila Giorgi al tavolo del suo tennis casinò, o una Clara Tauson diciannovenne al debutto nel sogno della Raducanu.
Emma & Beltz: nuovo corso Raducanu
Perché poi è da lei che si voleva tornare, da Emma Raducanu, che per ripararsi dalle mille luci di New York senza bruciarsi come un icaro, ha iniziato una nuova fase tecnica sotto l’egida del suo nuovo allenatore Torben Beltz. A Sydney ha perso 6-0 6-1, ma l’avversaria era Elena Rybakina: un altro nome che andava almeno citato da finalista a Melbourne.
Poi Beltz non è molto conosciuto alle nostre latitudini perché sta bene lontan(issim)o dai riflettori, eppure è un personaggio unico che con Angelique Kerber, forgiata dai diciassette anni della migliore difensora del circuito, scommetteva sui suoi progressi e risultati cose tipo lanci in paracadute. Ecco, Angie e Beltz si sono separati quando lei era numero al mondo dopo aver vinto il suo secondo Slam a New York... E rieccoci a New York crocevia splendidamente infido della Raducanu che pare aver bisogno della sapienza tecnisa ed emotiva di Beltz, il miglior custode dei segreti, per dare il suo nome a una stella del tennis.