Cadere e rialzarsi: Vingegaard sa esattamente come si fa. La quindicesima tappa del Tour de France, nella giornata più calda, con punte di 40 gradi, ci consegna due metafore perfette del ciclismo: ovviamente la fatica, ma anche l'abnegazione. Perché non mollare paga sempre.
Ecco, chiedere per credere a Philipsen: la volata vincente è la sua. Belga, 24 anni, corre nella Aplpecin-Deceuninck di Van der Poel. Segni particolari: un gran gregario, tre anni fa era un uomo di Tadej Pogacar, che l'ha abbracciato calorosamente all'arrivo.
Vingegaard, che giornata
Dopo il forfait di Roglic e il ritiro di Kruiswijk, la Jumbo-Visma sembrava vivesse già una giornata nera. Poi sono arrivate le cadute di Vingegaard e Benoot. In particolare, la maglia gialla è caduto sulla spalla sinistra: il contatto tra Benoot e un altro corridore, all'altezza di una rotonda a circa 58 km dall'arrivo, ha scatenato il tutto.
Laporte e Kuss l'hanno prontamente riportato in gruppo, dove Vingegaard ha recuperato ed è riuscito a conservare il primato.
Sì, perché al primo posto resta sempre lui. Il danese. Che conserva un vantaggio di 2'22'' su Pogacar, 2'43'' su Thomas, 3'01'' su Bardet e 4'06'' su Yates. Neanche la sfortuna l'ha abbattuto. E domani, giorno di riposo, potrà recuperare.