Ci sono alcuni incontri che ti spiazzano. Anche se sai tutto di quella persona. Anche se l’hai studiato nei dettagli per costruire la sua intervista. Eh sì, ci son persone che hanno un fascino ed un’energia unici. E Lilian Thuram entra nella ristretta galleria di questi personaggi.
Nella nuova puntata di Linea Diletta l’abbiamo portato in un luogo emozionante della sua infanzia e ci siamo fatti trasportare dai suoi racconti, dall’affetto che la gente per strada prova per lui e dal suo messaggio, così forte e attuale.
Gli insegnamenti di Thuram
Passando del tempo con lui, la prima sensazione che emerge è di quanto “poco calciatore” sia ormai Thuram: ha quell’aria lì, un po’ da simpatico politico africano, un po’ da professore sui generis della Sorbona. Ha una calma serafica e determinata che ti incuriosisce: vuoi capire come sia arrivato a costruirsi questa predisposizione della personalità.
Lui è stato uno dei difensori più forti mai visti su un campo di calcio, ha vinto tutto tra Francia, Juventus, Parma, Barcellona. La sua doppietta contro la Croazia nella semifinale di Francia ’98 è stata un momento cruciale della storia calcistica francese. Senza dimenticare i promettenti esordi al Monaco, l’esplosione nel super Parma di tempi d’oro, la consacrazione alla Juve, la finale persa contro l’Italia nel 2006... Ma quello è un mondo lontano che ricorda con sorriso e soprattutto gratitudine: “Se ripenso alla mia carriera, mi sembra che sia stato davvero tutto un grande sogno”.
Eh sì, perché quando a 9 anni arriva in Francia dalla Guadalupa, per seguire mamma Marianne in cerca di lavoro, la strada pareva davvero in salita. E Diletta ha riportato un emozionatissimo Thuram a quei momenti, andando proprio nella vietta di Bois-Colombes, cittadina a un’oretta d’auto da Parigi, dove Lilian per la prima volta entrò in contatto con Europa e cultura europea. E l’impatto non fu facile.
Le lotte di Lilian
Subì le prime aggressioni razzistiche, venne fatto sentire diverso e inadeguato... ed ora lotta perché tutto ciò non si ripeta più. Dal 2008, dopo il ritiro dal calcio giocato dovuto ad un problema cardiaco che ha fermato l’ultimo step della sua carriera (dal Barcellona nel 2006 sarebbe dovuto passare al Psg), ha creato la "Fondazione Thuram per l’educazione contro il razzismo". E ora è questa la sua missione: “provare a costruire un mondo migliore”. Davvero non male come professione. Ed è un obiettivo tutt’altro che semplice, per il quale Lilian spende tutto se stesso, studiando, leggendo, scrivendo, creando e partecipando a eventi, mostre, attività soprattutto rivolte ai ragazzi delle scuole.
L’altra parte della puntata, dopo la prima a Bois-Colombes, è stata girata proprio dentro la sede della sua Fondazione, un appartamento nel centro di Parigi, non lontano da Notre-Dame. Ed è da lì che Lilian ha ribadito con forza i suoi messaggi.
“Il calcio è politica: sono poche le cose capaci di arrivare a così tanta gente e capaci di smuovere così tanto le coscienze”. Thuram pensa che ormai il calcio sia qualcosa di molto lontano nella sua vita, esperienze come quelle di allenatore, opinionista o dirigente non lo attraggono in nessun modo, perché “quello che ho da fare è sicuramente più importante”.
Il calcio però dà spesso forma alle sue parole, come quando ha spiegato il concetto di umanità come quello di una squadra in cui tutti siamo uniti per raggiungere un obiettivo comune: un modo di vivere semplice, rispettoso e conviviale, in cui tutti si sentano portati a collaborare.
“Io credo che quando tu vivi il calcio e ami il calcio, prima di essere nero, italiano, francese, ti rendi conto che sia in campo che fuori noi siamo esseri umani, siamo nella squadra degli esseri umani e dobbiamo difendere questa squadra”.
"Bisogna togliersi le maschere"
“Bisogna togliersi le maschere”: ne indossiamo tantissime, molto spesso. E spesso sono imposte dagli schemi sociali che vanno a costruire i nostri immaginari fin da quando siamo bambini. “Il razzismo è una trappola: io sono diventato nero quando la maschera bianca della cultura europea ha fatto sì che mi sentissi così”. Naturalmente, in Guadalupa, non si era mai reso conto di essere “nero”. E’ la società che ha portato altri bambini a definirlo e lui a sentirsi così.
Non è mai cattedratico, mai banale, mai noioso. Ha uno spirito “magnetico”, calmo e determinato e piacevolissimo da ascoltare. Non ha nessuna fretta. Si sta bene con lui, bevendo un caffè o addentando una brioche nella pasticceria di un suo vecchio compagno delle giovanili incontrato per caso per strada.
Lilian vuole che tutti i calciatori si facciano ambasciatori di messaggi profondi, perché “spesso si diventa calciatori grazie alla fortuna e bisogna restituire un po’ di questo privilegio, potendo arrivare a diffondere messaggi a larga parte della popolazione mondiale”.
Così fanno i suoi due figli, Marcus e Kephren, attaccante del Borussia Monchengladbach l’uno, centrocampista del Nizza l’altro, giocatori professionisti a cui Lilian ha trasmesso tutti i suoi valori e dei quali dice: “Sai cosa mi piace guardando i miei figli? E’ una cosa forse un po’ sbagliata da papà, ma penso che mi piacerebbe davvero averli come amici: sono due giovani uomini con cui è bello passare del tempo”.
"Il Pensiero Bianco", l'ultimo libro di Thuram
Ci fidiamo. Saranno sicuramente così. Leggeri, sorridenti, ma incisivi e con tanta voglia di cambiare l’ordine delle cose. Dopo aver studiato ed essersi documentati. L’ultimo libro di Lilian, “Il pensiero bianco”, è un saggio molto complesso, ma che sa davvero arrivare alla mente ed al cuore di chi legge, mettendo la tematica del razzismo dentro una prospettiva storica fondamentale per approfondire e capire come creare gli antidoti contro questa trappola mentale che ancora nel 2022 è molto radicata.
Stando con Thuram si capisce perché tutti i ragazzi della nuova generazione calcistica francese provino quasi una venerazione per lui e molti dei campioni che abbiamo intervistato nelle puntate di Linea Diletta l’abbiano citato come esempio verso il quale nutrire un rispetto unico.
Alcune riflessioni portano a mettersi in discussione, alcuni pensieri e immagini sono forti, ma è tutto molto utile. Ascoltate la puntata di Linea Diletta, su Dazn da lunedì 28 marzo, per rendervene conto...