L’ultimo Slam. Il torneo che precede le Finals ma che porta con sé anche gli strascichi di una stagione intera. Eccolo, l’US Open. Il quarto dei massimi tornei di tennis mondiale, bramato e agognato da tutti e pure sempre temuto. Anche perché il cemento è per pochi e quello americano è davvero bollente.
Ultimo appiglio per chi deve risollevare una stagione, ultimissima possibilità per chi aspira a giocare l’ultima parte di stagione tra i big (a Torino). Insomma, è un dentro o fuori. Ed è bellissimo.
La storia degli US Open
Ma quando nasce il mito dell’US Open? Siamo agli sgoccioli del XIX secolo. Il tennis è lo sport dei ricchi, della classe altissima americana. E già nel 1881, il movimento si era allargato sempre a più famiglie, tant’è che negli States riuscirono ad organizzare addirittura i Campionati Nazionali degli USA (il primo nome fu esattamente U.S. National Championship). L’idea si deve a Richard Sears, uno studente di Harvard, che divenne anche il primo campione americano di tennis. Si giocava a Newport, nel Rhode Island, dove oggi ha sede la Hall of Fame.
Il primo doppio maschile arrivò nel 1881, il misto nel 1887 e il femminile nel 1889. E dopo un primo periodo di totale dominio americano, ecco che nel 1903 ci fu il primo trionfo inglese: Lawrence Doherty. Nel 1911 arrivò il cambiamento drastico: l’eliminazione diretta nel tabellone fin dal primo turno e la regola è naturalmente valida ancora oggi, oltre 110 anni dopo.
US Open aperto ai professionisti: la svolta
Nomi meravigliosi si sono susseguiti nel palmarés dell’US Open. Soprattutto americani, con una forza rigeneratrice che oggi fa impallidire chi ha raccolto l’eredità pesantissima. Pancho Gonzales è stato un nome fenomenale, lo stesso Jack Kramer portò a casa più vittorie. Maureen Connollyn, nel 1953, fu la prima vincitrice di un Grande Slam.
Si passò al professionismo nel 1968, con l’avvento dell’Open del tennis. Così i campionati americani cambiarono nome e divennero gli US Open
Le grandi ere
Ecco: la prima edizione Open, aperta dunque ai professionisti, terminò con la vittoria di Arthur Ashe. Non una vittoria da snobbare: fu il primo trionfo di un afro-americano (in finale contro Okker). E da quel momento iniziarono le ere dei fuoriclasse. Come Stan Smith negli anni Settanta, l’arrivo al centro dell’universo tennistico di Jimmy Connors, in grado di vincere 99 partite su 103 match disputati. Compresi Australian Open e Wimbledon.
Sono poi gli anni di John McEnroe, del dualismo con Borg e della grande vittoria del 1981 nello US Open, che porterà al ritiro dello svedese a soli 25 anni. Sono gli anni di una grandissima generazione di tennisti: Boris Becker nel maschile (vincitore nel 1989), Martina Navratilova nel femminile, a quota quattro titoli, tutti negli anni Ottanta.
Negli anni Novanta e Duemila
Il presagio era fortissimo: il tennis cambiava e aumentava il numero dei campioni. Gli anni Novanta saranno per sempre ricordati per la rivalità tra Andre Agassi e Pete Sampras. In tanti ricordano anche l’impresa di Connors nel 1991, a 39 anni; tutto parlavano però del dualismo, dell’odio, delle grandi finali tra i due fuoriclasse. Sampras vince nel 1990, Agassi nel 1992, Sampras risponde nel 1993, si ripete nel 1994; nel 1997, è fuori ai quarti, contro Korda. Nel 1999, Agassi torna a vincere e quasi pareggia i conti.
Nel tabellone femminile, si sta intanto facendo valere Steffi Graf: al primo tentativo, nel 1998, di fare il Grande Slam ci riesce in maniera impeccabile e contro la sua bestia nera, Gabriela Sabatini. Nel 1997, si affaccia poi nel mondo del Tennis una giovane fortissima, che fa già sognare il popolo americano. Venus Williams.
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E il duemila? Agassi continua a dominare la prima parte, emergono Safin e Del Potro, ma a vincere è sempre Sampras e nel 2002. Dal 2004 al 2008, il dominio è dello svizzero Roger Federer: cinque edizioni consecutive degli US Open, con la sesta finale persa contro Del Potro al sesto set. Nel 2010, è Nadal a ereditare quella magia: completa il suo Carreer Grand Slam proprio negli States. Nel femminile non c’è invece storia: Venus è stata raggiunta da sua sorella Serena e domineranno per oltre un decennio. Nel 2015, un dolce ricordo per gli italiani: la finale Pennetta-Vinci, la prima tutta tricolore in un Grande Slam. Vince Flavia: 7-6, 6-2.
Nota a margine: il migliore nell'ultimo decennio è stato senza dubbio Novak Djokovic. Negli ultimi 10 anni, ha vinto tre volte: 2011, 2015, 2018.
Chi ha vinto l'ultima edizione dell'US Open?
Campioni | Competizione |
Alcaraz | Singolare maschile |
Swiatek | Singolare femminile |
Ram-Salisbury | Doppio maschile |
Krejcikova-Siniakova | Doppio femminile |
Hewett | Singolare maschile in carrozzina |
De Groot | Singolare femminile in carrozzina |
Vink | Quad singolare |
De la Puente-Peifer | Doppio maschile in carrozzina |
De Groot-Van Koot | Doppio femminile in carrozzina |
Schroder-Vink | Quad doppio |
Le curiosità
Per i record di vittorie, tornare a bussare Stati Uniti. Sono in tre – tutti americani – a condividere il maggior numero di vittorie allo US Open. Il primo è Richard Sears, il secondo è William Lamed, il terzo è Bill Tilden: tutti a quota sette.
A quota otto, invece, Molla Mallory: americana e norvegese, un mix di talento purissimo e forza fisica bruta. E’ arrivata a quota otto in carriera.
Jimmy Connors è il giocatore che ha giocato più match tra gli uomini (115), Chris Evert tra le donne (113). L’unico a vincere con wild-card è stato Kim Clijsters, nel 2009. Il più giovane a vincere? Pete Sampras, a 19 anni.
Com’è strutturato il torneo?
Agli US Open si gioca il tennis di tutti i tipi. Ci sono chiaramente le categorie maschile e femminile, ma i tornei sono anche di singolare e doppio. Non solo a livello professionistico: negli stessi giorni si vedono in campo anche le sfide della categoria junior, oltre agli atleti con differente grado di disabilità. Poco prima del momento clou del torneo, c’è anche una passerella per le vecchie glorie del passato. Andiamo nel dettaglio:
- Singolare maschile
- Singolare femminile
- Doppio maschile
- Doppio femminile
- Singolare maschile in carrozzina
- Singolare femminile in carrozzina
- Quad singolare
- Doppio maschile in carrozzina
- Doppio femminile in carrozzina
- Quad doppio
I primi tornei femminili
Soltanto dopo qualche anno, nel 1887, iniziarono ad arrivare i primi tornei femminili. Il debutto arrivò a Filadelfia e fu vinto da Ellen Hansel. Una vera e propria innovazione, questa: tanti sport non prevedevano spazio per le donne e il torneo di doppio nato a pochi anni dalle Olimpiadi di Parigi (1900) fu il primo passo verso la definitiva inclusione del sesso femminile all'interno dei Giochi. Dall'edizione francese in avanti, tutte le federazioni furono tenute a proporre atlete donne per i vari sport della competizione.
Tennis in carrozzina
Anche quest'anno, dopo le polemiche per la cancellazione dello scorso anno dovuta alla pandemia da Coronavirus, l'US Open ha organizzato il torneo per il tennis in carrozzina e per il Quad. Dal 2007, tutti i tornei del Grand Slam (Roland Garros, Australian Open, Wimbledon e appunto US Open) sono impegnati nella realizzazione di una competizione di assoluto livello. Esistono due tipi di tornei: Open in carrozzina e Quad.
Open in carrozzina: chi partecipa
Ai tornei Open partecipano i diversamente abili con disabilità agli arti inferiori; sono tornei separati tra uomini e donne, possono essere singolare e in doppio.
Quad: chi partecipa
Sono ammessi alla categoria Quad coloro i quali dimostrano di avere una disabilità agli arti inferiori e a uno o entrambi gli altri superiori. Non esiste la divisione tra uomini e donne.
Il tabellone
Per formare il tabellone degli US Open si parte come sempre dalle teste di serie: vengono scelte a seconda della posizione nel ranking, e viene contata la classifica della settimana recedente. Esistono delle wild cards: può essere ottenuta per meriti sportivi, oppure ci si può qualificare nei tre turni che anticipano la fase finale del torneo.
Dove si gioca?
Negli ultimi quarant’anni, gli US Open si tengono sui campi di Flushing Meadows: New York. Il centro che ospita la competizione è stato intitolato a Billie Jean King, icona del tennis statunitense; la superficie è in cemento, ma non è stato sempre così: per tre edizioni si è giocato su una terra colorata di verde, in passato anche sull’erba.
Quanto si guadagna?
Qual è il montepremi? La quota totale è la più alta di sempre, raggiungendo la cifra di 65 milioni di dollari. Ecco i premi nel dettaglio.
- 3 milioni di dollari tornei singolare
- 1 milione di dollari ai semifinalisti dei tornei singolare
- 750mila euro ai vincitori dei tornei in doppio
- 75mila euro per un'eliminazione al primo turno