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Valencia 2021, la fine di un'era

Valencia 2021, la fine di un'eraMotoGP

Alcune gare sono indimenticabili a livello agonistico, altre lo sono a livello emotivo.

Le gare che combinano insieme questi due aspetti, però sono pochissime. Quella di ieri entra di diritto nel club. L’ultima di Valentino Rossi, la prima, storica, tripletta per Ducati. Un giorno, questa Valencia, la racconteremo ai nostri nipotini!

Pensavamo di sapere quello che ci aspettava: ci siamo seduti in cabina di commento convinti che per Valentino sarebbe stata una festa e che le Ducati sarebbero andate forte. In realtà, però, è andato tutto oltre: perché quella di Vale è stata molto più che una festa, e le Ducati sono andate molto più che forte!

L’evento di ieri – pre-gara, gara, post-gara – è una delle rare volte in cui la realtà supera la più fantasia più dolce.

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BAGNAIA, MARTIN, MILLER: 3 SAETTE ROSSE!

L’avevamo detto che la Desmosedici era la moto migliore.

Marco ci ha insegnato che la moto che va forte nelle mani di tanti piloti diversi deve essere considerata il riferimento assoluto, e la tripletta di ieri conferma la nostra teoria.

Il bolide rosso ha vinto sette gare con tre piloti (Pecco, Miller & Martin) e altri due ducatisti sono andati più volte sul podio (Zarco e Bastianini, che tra l’altra ha usato una D16 vecchia di due anni): non c’è dubbio che gli ingegneri migliori del mondo lavorano a Borgo Panigale!

 

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Certo che poi un missile del genere bisogna saperlo domare.

E lì ci pensa uno squadrone eccezionale, dove le gerarchie sono cambiate in corso d’opera. I “senatori” Miller & Zarco hanno fatto una stagione discreta, ma il futuro è giovane: la Grande Speranza si chiama Jorge Martin (per “Rookie Maravilla” voglio il copyright!) ed Enea Bastianini è stato una meravigliosa rivelazione. Con Pecco Bagnaia che, a soli ventiquattro anni, è ormai Capitano con pieni poteri.

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Sì, proprio lui. Pecco. Il ragazzo timido dalla velocità innata, che però fino a due mesi fa sembrava condannato a rimanere incompiuto. Poi, però, è cambiato tutto. Nelle ultime sei gare si è preso cinque pole-position e soprattutto quattro vittorie meravigliose: un pilota del genere il prossimo anno non può che partire per vincere il titolo… e noi lo aspettiamo!

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Ducati devastanti, e Bagnaia non si ferma più! potrebbe essere il titolo della Valencia Agonistica, tornando al ragionamento di apertura.

Ma fate caso alla foto: l’avete visto il casco di Pecco? Io appena l’ha tirato fuori ieri mattina ho capito il riferimento… e voi? Sono sicuro che chi viaggia tra gli “-enta” e gli “-anta” il tributo l’ha colto al volto.

E allora, con il flash – romanticissimo – di Philip Island 2004, è il momento di passare alla Valencia Emotiva.

E, negli ultimi ventisei anni, dici emozione, dici Valentino Rossi.

VALENTINO: ADDIO COL SORRISO!

Cercate su Google una foto qualsiasi di Valentino e fateci caso: il 99,9 % delle volte lo vedrete sorridente.

Quel sorriso, la personalità solare, quel darti l’idea di conoscerlo da una vita anche se magari l’hai solo visto solo in televisione – unite alle qualità tecniche del Fenomeno – lo hanno reso quello che è stato (che effetto strano usare per la prima volta il verbo al passato!): il pilota che più di ogni altro ha saputo conquistare la gente.

L’unico capace di andare oltre i confini della sua realtà e di aprirla al pubblico di massa, rendendo il motociclismo uno spettacolo globale e rendendo se stesso un’icona dei nostri tempi.

Come Michael Jordan, come Maradona (che era suo grande tifoso), come Muhammad Ali e come pochi altri Dei dello sport. Come Ronaldo, che ieri ha sventolato la bandiera a scacchi sancendo ufficialmente la fine della carriera di Valentino.

Ieri è finita un’era, ed è finita con gioia.

Ci chiedevamo tutti – probabilmente anche lui – se la malinconia avrebbe prevalso, ma le emozioni tristi hanno lasciato spazio all’orgoglio per aver creato qualcosa di irripetibile e alla felicità per il calore dell’ abbraccio giallissimo di milioni di persone in tutto il mondo.

Il bel 10° posto in gara, poi, è stato la ciliegina sulla torta, per tramandare ai posteri altre foto di Valentino sorridente.

E’ così che si è consegnato alla Storia. Se lo doveva, e se lo meritava.

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Per chiudere, prima di spegnere il microfono, vorrei dedicare due righe a tutti voi che ci avete seguito.

Semplicemente, GRAZIE! Mi avete fatto sentire tanto affetto e ho sempre cercato di migliorare prima di tutto per voi! Grazie, poi, a tutta la Squadra e in particolare al mio amico Marco: se da ragazzino mi avessero detto che da grande avrei commentato le gare con lui li avrei presi per pazzi! Che dire, a volte, i miracoli succedono… come nelle corse!

Un abbraccio a tutti, e ancora grazie di cuore.