Sempre e solo Max Verstappen. Vince lui, ancora lui. Padrone anche quando sembra che la sua Red Bull non sia più quel missile in mezzo agli aeroplanini come era fino a poche gara fa. Il GP dell’Emilia Romagna è suo. Davanti a Lando Norris, conferma e riprova che il mondo e le prospettive della McLaren sono cambiati per davvero. Con Charles Leclerc terzo, come era partito, per quel minimo sindacale di gloria per la Ferrari che ci si aspettava nella corsa di casa. Gara peraltro un bel po’ noiosa, in cui è successo poco, quasi nulla. Su un tracciato in cui superare è pressoché impossibile. Ed è questo l’aspetto che induce ad un briciolo di ottimismo: gli sviluppi della Ferrari hanno funzionato. Certamente – e molto – anche quelli della McLaren. Meno quelli della Red Bull. Verranno piste in cui qualche incertezza ci sarà concessa. Quarto classificato Oscar Piastri. Quinto Carlos Sainz. Quindi Hamilton, Russell, Perez, Stroll. Con Leclerc che scavalca Perez e si trova secondo in graduatoria, seppure a 48 punti da Max (161 l'olandese, 113 il Principino). Pronti via, e il serpentone mantiene sostanzialmente l’ordine di partenza. Verstappen, Norris, Leclerc, Sainz, Piastri, Russell, Hamilton. Per di più Verstappen impiega un giro ad uscire dal DRS di Lando Norris. Solo un po’ più lentamente si sgranano anche gli altri. Si fa presto a capire che fino ai pit-stop non succederà nulla. Perché di sorpassare non se ne parla e ognuno va per sé, con il suo ritmo. L’eccezione sono Carlos Sainz, quarto, e Oscar Piastri, quinto. L’australiano resta per molti giri dentro il secondo di distacco che gli mantiene l’uso dell’ala mobile. Ugualmente, un po’ per la bravura del ferrarista spagnolo, un po’ per le caratteristiche del tracciato, la posizione non è mai veramente a rischio. A lanciare la rumba dei cambi-gomma è George Russell, che al 20° giro, quando si ferma, è sesto. L’ultimo a pittare è Sainz, che è anche l'unico a perdere una posizione, sopravanzato da Piastri (il box Ferrari impiega 2”7 a cambiare pneumatici alla sua n.55, ai colleghi della McLaren con la papaya di Oscar ne bastano 2”2). Un discorso a parte è Checo Perez. Avendo sbagliato la qualifica, ed essendo di conseguenza partito undicesimo, lo ha fatto con gomme bianche, immaginando di andare più lontano possibile e sperando in una Safety Car per utilizzare poi le rosse risparmiate per via del Q3 non disputato. Dal giro 30 in avanti però soffre, ed è il solo ad essere sorpassato in pista, peraltro più volte, da entrambe le Mercedes. Continua a succedere poco, quasi nulla. Appare una bandiera bianconera per Verstappen, che è uscito troppo spesso dai limiti della pista. Un altro track limit e sarà fermato. Nel frattempo attorno al 40° giro parte la caccia di Leclerc a Norris. Con le gomme bianche indossate al pit la Ferrari ha più passo della McLaren. O così sembra. Ogni giro Charles rosicchia 2-3 decimi a Lando. Lo acchiapperà, calcolano tutti con agio. E invece il ferrarista inciampa nel cordolo della Variante Gresini e torna oltre il secondo e mezzo. Ma Lando stava risparmiando. Perché dopo il 50° giro, al contrario, Max cala, si arrabbia con qualche doppiato, sa di non poter più sbagliare, che uno sforamento significherebbe bandiera nera. E giro dopo giro perde. Norris lo incalza, da 7” di ritardo quando si stava difendendo da Leclerc, gratta gratta e arriva sotto i 2” al giro 57. Quando ne mancano sei. Quando la Red Bull cala sull’anteriore, per via della configurazione voluta da Max, il calo è superiore a quello che hanno le altre vetture. E all’improvviso il gran premio da soporifero si ravviva. Ma è un attimo. A meno tre giri dalla fine Lando è 1”4 da Max. E’ sempre la solita storia. Tutti gli altri sono volonterosi topolini con cui il gattone Max gioca, e pazienza se ha qualche difficoltà. Il ballo lo conduce sempre lui. Dall’inizio, inteso come Q1 del sabato, alla fine. Alla bandiera a scacchi che cala sulla sua vittoria, la quinta di stagione (su 7 fin qui disputati), la 59ma in carriera. Lando ha capito una volta di essere davvero diventato grande. "Mi sarebbe bastato un giro in più", lamenta. Charles Leclerc è lì, su quel podio che era l'obiettivo minimo. Verstappen, Red Bull Norris, McLaren +0.725 Leclerc, Ferrari +7.916 Piastri, McLaren +14.132 Sainz, Ferrari +22.325 Hamilton, Mercedes +35.104 Russell, Mercedes +47.154 Perez, Red Bull +54.776 Stroll, Aston Martin +1:19.556 Tsunoda, Racing Bulls 1 giro L'arrivo del GP di Imola (sotto i primi 10)
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