Numero venti al mondo, numero uno a Wimbledon. Elena Rybakina ha alzato il suo primo Slam della carriera e finora il massimo erano i quarti di finale del Roland Garros nello scorso anno. In terra inglese no, aveva addirittura mollato al primo turno: stavolta ha iniziato a volare per non fermarsi più.
In tre set, la classe 1999 ha battuto l'avversaria Jabeur, naturalmente in finale: ha alzato al cielo il trofeo e non l'è proprio sembrato vero.
La finale
Un'ora e 51' di gioco, una gara durissima e comunque combattuta. Dopo essere andata in svantaggio nettamente nel primo set, Rybakina è stata brava soprattutto nell'evitare i punti al servizio di Jabeur. La differenza? L'hanno fatta anche i break point: 4 su 6 per la tennista kazaka, soltanto 2 su 12 per Jabeur.
Dal secondo set non c'è stata più storia: Rybakina ha alzato il ritmo e soprattutto non si è limitata a contenere. I contrattacchi hanno portato punti e fiducia, fino al doppio 6-2 con cui ha completato la rimonta. Meravigliosa.
La storia di Rybakina
Rybakina, nonostante sia russa e con passaporto kazako, è stata ammessa a Wimbledon perché dal 2018 ha deciso di lasciare la Russia e prendere l anuova nazionalità. Il motivo l'aveva spiegato in un'intervista di qualche anno fa: "Mio padre preferiva che andassi al college a studiare ma io ho spinto per diventare una professionista. A venirmi incontro è stata proprio la federazione kazaka. Mi ha fatto una buona offerta economica dicendo di credere in me quando ancora non ero così forte".
Ai tempi, Rybakina viaggiava verso il 180-200° posto nel ranking, nonostante fosse stata numero 3 nel circuito juniores. A Wimbledon ha battuto Halep in semifinale e Tomljanovic ai quarti, sostanzialmente un percorso netto. Per un sorriso tanto largo quanto inaspettato, anche perché Jabeur partiva nettamente con i favori del pronostico.