Il calcio piange Sinisa Mihajlovic. Tra i numerosi ricordi del tecnico serbo c'è quello di un collega di prestigio: Zdenek Zeman, che alla Gazzetta dello Sport racconta il suo rapporto con Mihajlovic, dal primo incontro alla sua ultima apparizione pubblica, in occasione della presentazione del libro del boemo.
Mihajlovic, il ricordo di Zeman
"Allenavo la Roma, era il 2012. Sinisa Mihajlovic si presentò elegantissimo, con una ventiquattrore. Ci sedemmo all'aperto e mi fece mille domande sul mio 4-3-3, su come allenavo l'attacco, la difesa, la preparazione atletica. Era curioso, prendeva appunti su tutto".
Getty Images
"Non mi stava interrogando un giovane ex calciatore col desiderio di diventare tecnico, ma allenava la Nazionale della Serbia. Capii che dietro quel sorriso allegro, la battuta pronta nel duetto con Totti che venne a salutarlo, si nascondeva un uomo ambizioso, ma umile: mi piacque subito".
Il Sinisa calciatore
"Inutile parlare del Sinisa calciatore: fu grandissimo. Un piede sinistro spettacolare, intelligenza calcistica, grinta, mentalità vincente e personalità, oltre alla capacità di tirare le punizioni che lo rendeva unico".
Un duro col sorriso sul volto
"L'uomo che tutti vedevano come duro, aveva sempre il sorriso stampato sul volto quando eravamo insieme. Mi salutava con un "ciao mister" pieno di allegria. Mi divertivo a stuzzicarlo per farlo arrabbiare, era uno spettacolo quando si arrabbiava".
Getty Images
"Gli dicevo che tirava le punizioni in Curva ed era pericoloso per gli spettatori, mi rispondeva: "No mister, mi confonde con un altro. Non tiravo mai in Curva, segnavo o prendevo l'incrocio". Si vedeva che si mordeva la lingua per non mandarmi a quel paese".
La presentazione del libro
"Quando in occasione della presentazione del mio libro a Roma l’1 dicembre si è presentato facendomi una bellissima sorpresa, mi sono commosso. Sapevo che stava male e so che enorme sacrificio ha fatto per esserci".
"Mi ha abbracciato e baciato sulla fronte, come si fa con un papà, e io che di solito evito pubblici gesti di affetto gli ho accarezzato la mano con tutta la tenerezza e l'affetto che avevo per lui".
Getty Images
"Non l'ho voluto vedere negli ultimi giorni in un letto d'ospedale e non sarò al suo funerale. La morte è odiosa e la sua mi provoca troppo dolore. Voglio invece ricordarlo sorridente, come quella sera. Porterò sempre con me il suo ultimo bacio".