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Basket

Arrivano i nuovi Wembanyama: Sarr o Risacher, la prima scelta parlerà ancora francese

Riccardo Pratesi
Arrivano i nuovi Wembanyama: Sarr o Risacher, la prima scelta parlerà ancora franceseN/A
I due principali candidati per la prima scelta dell'edizione 2024: il primo è un'ala con un ottimo tiro, il secondo un centro con qualità atletiche di livello. E ci sono anche Salaun e Diadet...

Chiamateli gli eredi di Wembanyama. Perché l’alternativa, di essere indicati come quelli di Anthony Bennett, la scelta numero 1 del modesto Draft del 2013, quello a cui questo viene comparato, ne fanno volentieri a meno. I francesi Zaccharie Risacher e Alexandre Sarr sono i principali candidati per la prima scelta del Draft Nba 2024, in programma al Barclays Center di Brooklyn il 26 giugno, nella notte italiana tra mercoledì e giovedì.

In un Draft senza certezze e eccellenze al top sono considerati i rischi più calcolati, gli azzardi meno incoscienti. I ragazzoni suoi connazionali, che come Wemby prima della chiamata davanti a tutti al Draft 2023 non hanno ancora mai assaggiato il basket americano, puntano a riceverne il testimone. Il paragone spaventerebbe chiunque, ma la spensieratezza dell’età mitiga i timori. Chi sono dunque Risacher e Sarr e perché chi ne parla aggiunge ma e però alla fine di ogni frase che li riguarda?  Zach Risacher, 19 anni, 203 centimetri, ultima stagione col Bourg, semifinalista del campionato francese, è figlio d’arte. Il padre Stéphane è stato medaglia d’argento olimpica con la Francia all’Olimpiade del 2000, quella di Sydney. Il pargolo è un’ala capace di giocare più ruoli e di eccellere, atleta elegante e fluido, su entrambi i lati del campo. Ai playoff in Francia, nella serie con il Monaco, ha segnato 14.5 punti per partita, insomma è una realtà, non un progetto. Lui si definisce soprattutto un tiratore, con un inglese zoppicante che promette di migliorare. Ne avrà presto l’occasione. Non era mai stato in America sino a giugno, ma se la montagna non va da Maometto…è stato Maometto ad andare alla montagna. Atlanta, che chiamerà per prima al Draft, ha mandato scout i in Francia, per visionarlo. Le stelle degli Hawks sono due guardie, Trae Young e DeJounte Murray, per cui come integrazioni andrebbero bene sia Risacher che l’altro francese, sua alternativa, Alex Sarr. Centro, un lungo di 213 centimetri. Che ha giocato l’ultima stagione in Australia, a Perth. Clamoroso atleta, il tratto che fa venire l’acquolina in bocca gli scout Nba. Invece a livello di sviluppo di gioco siamo ancora in alto mare e non solo perché Perth si affaccia sull’oceano. Poi Sarr ha 19 anni e tutto il tempo per migliorare, un bene perché le cifre messe su, 9.5 punti e 4.5 rimbalzi per partita, sono striminzite per una possibile n. 1 del Draft. Pure ristrette, come un lavaggio andato male in lavatrice, ai playoff: 7.7 punti e 3.3 rimbalzi. Con 2.7 stoppate di media, quantomeno. Alex, gli americani hanno pronto il diminutivo, è un atleta armonioso nei movimenti, magro, che prende volentieri il tiro da tre punti, anche perché andare a fare a chi ha più muscoli sotto i tabelloni non è l’idea migliore. Il ragazzo di Tolosa ha un che di Jaren Jackson. Risacher invece viene accostato a Michael Porter Jr come paragone. Ma voi chiamereste Jackson o Porter al numero 1 di un Draft? Il discorso è tutto qui… 

Però le alternative non paiono migliori. Anzi. Il duo da Uconn University, l’esterno Stephon Castle e il lungo Donovan Clingan, che ha origini italiane dal lato materno, ha vinto il titolo Ncaa per gli Huskies. Ma la chiamata numero 1 è impegnativa come aspettativa, per entrambi. Il duo da Kentucky University, Reed Sheppard e Rob Dillingham, entrambi esterni, non è male, ma sono ragazzini col cartello lavori in corso in mostra. I prospetti di G-League, il lituano Matas Buzelis e Ron Holland, ali, offrono più suggestioni che garanzie. E l’altro prospetto europeo che poteva fare concorrenza ai francesoni, Nikola Topic, s’è lesionato il legamento crociato del ginocchio sinistro.  Il fascino del talento internazionale, specie europeo, nel dubbio si fa preferire, per i gusti della Nba odierna. Il riflesso dei tre premi di Mvp vinti dal serbo Nikola Jokic nelle ultime quattro stagioni. Dei due del greco Giannis Antetokounmpo, 2019 e 2020. Se si aggiunge che nel 2023 ha vinto Joel Embiid, del Cameroon, e che lo sloveno Luka Doncic ha chiuso i playoff 2024 come miglior realizzatore, rimbalzista e uomo assist, il quadro d’assieme è definito. Gli americani pescano oltreoceano. Specie in Francia, perché Victor Wembanyama, e si torna daccapo, al puntare sui suoi eredi, è stato matricola dell’anno mettendo su numeri epocali. Il Ragazzo dell’Europa cantato da Gianna Nannini piace pur se enigmatico. Forse proprio per quello, in un Draft in cui le debolezze altrui sono note.  I francesi hanno un terzo prospetto da Lotteria e un quarto da primo giro. Tidjane Salaun, ala dello Cholet, ha poco da esibire come consistenza, ma tanto da far immaginare come succulenta prospettiva. E Pacome Dadiet, esterno ex Ulm, potrebbe finire in una squadra da titolo, quelle con chiamate dalla 25 alla 30. Con l’Olimpiade di Parigi all’orizzonte si può dire che la Francia ha una staffetta di fenomeni. Ma i superlativi reggono solo nel contesto di un Draft modesto. Soprattutto in vetta. I paragoni con quello del 2013, il peggiore degli anni Duemila, sono ricorrenti. Il terrore di Atlanta è replicare il fiasco di Anthony Bennett, il lungo allora scelto da Cleveland, poi meteora Nba. Ora come allora, questo Draft guadagna forza come profondità dalla Lotteria in poi. Allora con la scelta 15, gli venne preferito persino Shabazz Muhammad, fu selezionato Antetokounmpo, all’epoca prospetto lungo e magro con tante speranze e nessuna certezza. E con la 27 Rudy Gobert, poi 4 volte difensore dell’anno. Il Draft non è una scienza esatta. La scusa di chi ci ha capito poco. Bravi tutti a chiamare Duncan, LeBron o Wemby con la prima chiamata, quando c’è da ragionarci su comincia il difficile. Forse mai come stavolta…

Fonte: Gazzetta.it