L'ascesa di Manu Ginobili nel mondo del basket è stata un viaggio straordinario che ha attraversato continenti e leghe, con momenti indimenticabili che lo hanno reso una vera leggenda del gioco.
Partendo dall’Argentina, passando per Reggio Calabria e Bologna, Ginobili ha poi affrontato la sfida dell' NBA, trasformandosi in uno dei giocatori più iconici di San Antonio.
Con una determinazione e un talento straordinario, Ginobili ha conquistato il rispetto e l'ammirazione degli esigenti fan americani, concludendo infine la sua carriera con un'eredità che sarà ricordata per sempre negli annali del basket.
La carriera di Manu Ginobili
Ripercorriamo la lunga carriera di Manu Ginobili, dai suoi esordi in Sud America, fino al tetto del mondo.
Il trasferimento dall’Argentina all’Italia
Dopo aver militato in patria nell'Andino e nell'Estudiantes, nel 1998 si trasferisce in Europa, firmando un contratto con la Viola Reggio Calabria con la quale centra subito la promozione in A1.
Al termine della prima stagione in Italia viene scelto alla numero 57 del Draft NBA dai San Antonio Spurs. Rimane però ancora a Reggio, dove guida i calabresi, nella sorpresa generale verso un quinto posto assoluto alla fine dei play-off.
Alla Viola si mette in mostra come una delle guardie migliori del campionato, venendo così acquistato nel 2000 dalla Virtus Bologna, per affiancare Danilovic, ma l'improvviso ritiro del serbo aprì le porte del quintetto base a Ginobili.
L’esplosione con la Virtus Bologna
A Bologna Ginobili divenne la stella di una squadra che dominò in Italia e in Europa. Nella sola stagione 2000/01, infatti, gli emiliani riuscirono nell’impresa di conquistare il cosiddetto grande slam, cioè campionato, Coppa Italia ed Eurolega.
Nella stagione successiva, Ginobili vinse nuovamente la Coppa Italia con la Virtus, ma non riuscì a confermarsi in Eurolega (sconfitta in casa col Panathinaikos) e in campionato (fuori in semifinale).
L’approdo in NBA
Dopo aver fatto la differenza nel Vecchio Continente, nel 2002 Ginobili sbarcò nel campionato di basket più prestigioso al mondo: l’NBA. L'argentino firmò con gli Spurs, che ne detenevano i diritti grazie alla scelta di tre anni prima.
L’inizio della sua avventura negli States fu in salita a causa di alcune incomprensioni con l'allenatore Gregg Popovich, che predicava un gioco controllato e ragionato, a differenza di Ginobili che era istintivo e viveva di folate. Col tempo, i due impararono a convivere e anzi, entrarono in grande sintonia sia dal punto di vista tecnico che umano e punto di forza dei successi di San Antonio in quel periodo.
I primi titoli con gli Spurs
Nella stagione 2002/03, Ginobili svolse il ruolo di sesto uomo, con gli Spurs che si aggiudicarono il titolo NBA sconfiggendo in finale i New Jersey Nets per 4-2. Inoltre, venne eletto nel secondo quintetto di migliori rookie della stagione, e miglior rookie del mese di marzo della Western Conference.
L'anno dopo si guadagna più fiducia, giocando metà delle partite da titolare, e mettendo a referto 12 punti (tirando col 41,8%), 3,8 assist e 4,5 rimbalzi a partita.
La stagione 2004/05 sancisce la definitiva esplosione di Ginobili: gioca titolare tutte e 74 le partite di regular season, migliorando sensibilmente dal punto di vista realizzativo: 16 PPG tirando col 47%.
Nel 2005 venne chiamato per l'NBA All-Star Game con la selezione della Western Conference e conquistò il secondo titolo NBA della sua carriera, giocando da protagonista assoluto, insieme all'MVP Tim Duncan, la serie finale contro i Detroit Pistons, che chiuse con quasi 20 punti di media a partita.
Nella stagione 2005/06 Ginobili non riuscì a giocare al 100% a causa di un fastidio alla caviglia. San Antonio approdò comunque ai play-off, ma venne eliminata dopo 7 gare dai Dallas Mavericks, in una delle serie playoff forse più emozionanti di sempre.
Nella stagione 2006/07 Ginobili raggiunse e vinse nuovamente le finali NBA, questa volta contro i Cleveland Cavaliers dell'astro nascente LeBron James (4-0).
La consacrazione
La stagione successiva Ginobili visse probabilmente una delle sue migliori annate, facendo registrare i career-high di medie in punti (19,5), rimbalzi (4,8), assist (4,5), percentuale da tre (40,1%) e minuti giocati (31,1). Venne eletto miglior sesto uomo dell'anno e inserito nell'All-NBA Third Team. Gli Spurs affrontarono nella finale di conference i Lakers, da cui però vennero sconfitti per 4-1.
Dopo due stagioni non esaltanti, nel 2010/11 gli Spurs cambiarono le rotazioni e Ginobili partì in quintetto base in 79 partite su 80 (entrambi record personali): a causa del minutaggio ridotto del veterano Duncan, Ginobili divenne la star indiscussa della squadra. La grande annata dell'argentino si tradurrà sia nella convocazione al suo secondo All-Star Game sia alla scelta nell'All-NBA Third Team.
Gli Spurs arrivarono ai playoff, ma, a sorpresa, vennero eliminati al primo turno dai Memphis Grizzlies, complice anche un serio infortunio al gomito subito da Ginobili, che però riuscì lo stesso a giocare ottime partite sempre in doppia cifra.
Gli ultimi anni di carriera
Nella stagione 2012/13, continuando a portare il solito apporto dalla panchina, Ginobili raggiunse le Finals, vinte però dai Miami Heat in 7 gare.
La stagione 2013/14 vide un miglioramento nel gioco di Ginobili e della squadra, che vinse la regular season con un record di 62-20. Ancora una volta la squadra arrivò in finale contro i Miami Heat, in un rematch dell'anno precedente. A trionfare questa volta furono gli Spurs, con Ginobili che giocò cinque ottime partite e si aggiudicò la miglior giocata della serie (una schiacciata in transizione su Chris Bosh dopo aver eluso il resto della difesa avversaria in gara 5).
Nell’agosto 2018, all'età di 41 anni, Ginobili annunciò il ritiro dall'attività agonistica, con gli Spurs che pochi mesi dopo ritirarono la maglia numero 20 in suo onore.
La carriera di Manu Ginobili in Nazionale
Ginobili iniziò a rappresentare la nazionale argentina nel 1998.
L’argento ai Mondiali del 2002
Dopo aver guidato l’Argentina alla vittoria del Campionato Americano nel 2001, Ginobili è stato tra i migliori giocatori dei Mondiali 2002, dove, dopo aver raggiunto la finale, fu costretto a giocare solo pochi minuti dell’ultimo atto della competizione a causa di un infortunio patito in semifinale. I sudamericani dovettero quindi accontentarsi del secondo posto.
La storica medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene
Ginobili risultò poi decisivo nella conquista dello storico titolo alle Olimpiadi di Atene del 2004 da parte dell'Argentina, con una media di 19,3 punti e 3,3 assist a partita.
Grazie a questa vittoria, Ginobili diventa l'unico giocatore della storia del basket ad aver vinto un titolo nazionale, un'Eurolega, la medaglia d'oro olimpica e l'anello di Campione NBA.
I Mondiali 2006
Nell'estate 2006, Ginobili portà l'Argentina fino alle semifinali dei Mondiali, perse per 75-74 contro la Spagna. Nonostante l'insuccesso Ginóbili si mise comunque in mostra realizzando 15,2 punti di media a partita e rientrando per la seconda volta nel quintetto dei migliori della manifestazione.
Le ultime Olimpiadi e il ritiro
Nelle Olimpiadi successive, Ginobili e la sua Nazionale non riescono ad andare oltre le semifinali, con l’argentino che al termine di quelle del 2016 lasciò la Nazionale argentina dopo 18 anni di militanza.
Quanto ha vinto Manu Ginobili?
Riassumiamo i tanti trofei vinti da Manu Ginobili durante la sua lunga carriera.
Trofeo | Anno |
Campionato italiano | 2000/01 |
Coppa Italia | 2001, 2002 |
Eurolega | 2000/01 |
Campionato NBA | 2003, 2005, 2007, 2014 |
Olimpiadi | 2004 |
Mondiale | 2002 |
Americas Championship | 2001, 2011 |