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Basket

Golden State si butta via, Houston in semifinale di coppa. Cade New York, avanti a sorpresa Atlanta

Gianmarco Calvaresi
Golden State si butta via, Houston in semifinale di coppa. Cade New York, avanti a sorpresa AtlantaN/A
Hawks e Rockets qualificati per Las Vegas, dove sfideranno Bucks e Thunder. Daniels imbavaglia Brunson e Young si prende il Garden, i Warriors si fanno rimontare dal +6 a 1'20" dalla fine e i texani sfatano il tabù coi californiani dopo 15 sconfitte di fila

Sono gli Atlanta Hawks e gli Houston Rockets a prendersi gli ultimi due biglietti per Las Vegas. Tutto pronto, dunque, per la tre giorni a Sin City, che ospiterà semifinali e finale della seconda edizione della Nba Cup: saranno Bucks-Hawks e Thunder-Rockets le gare che andranno in scena nella notte di sabato 14, con in palio l’accesso alla finalissima del 17 dicembre. Verdetto che arriva al termine della seconda serata dei quarti di finale, che prendeva il sapore di resa dei conti: Trae Young si conferma ancora l’incubo del Madison Squadre Garden, con gli Hawks che eliminano i Knicks, mentre i Rockets scelgono la serata migliore per tornare a vincere contro Golden State (in serie positiva contro i texani da 15 partite consecutive), al termine di un finale incredibile.  New York: Hart 21 (8/12, 3/5 3pt, 2/2 t.l.), Towns 19, Bridges 19. Rimbalzi: Towns 19. Assist: Hart 6.  Atlanta: Hunter 22 (8/15, 4/5 3pt, 4/6 t.l.), Young 22, Johnson 21. Rimbalzi: Johnson 15. Assist: Young 11.  Houston: Sengun 26 (10718, 0/1 3pt, 6/7 t.l.), Smith 15, Green 12. Rimbalzi: Sengun 11. Assist: VanVleet 7.  Golden State: Kuminga 20 (8/20, 2/6 3pt, 2/6 t.l.), Curry 19, Hield 15. Rimbalzi: Payton 7. Assist: Curry 5.

“Told you!”, è il grido che si sente mentre i tifosi dei Knicks abbandonano le gradinate del Madison Square Garden. Già, perché il peggior villan di New York lo ha fatto di nuovo. Dopo il primo turno dei playoff 2021, Trae Young elimina ancora i Knicks in una partita da dentro o fuori, ancora in trasferta, contro il caldissimo pubblico del Garden. E lo fa a modo suo, con la solita doppia doppia da 22 punti e 11 assist, guidando la rimonta degli Hawks dopo un primo tempo difficile. Primo tempo in cui la squadra di Thibodeau aveva condotto con fisicità e intensità difensiva: Towns era già in doppia doppia all’intervallo, mentre Atlanta aveva fatto registrare un 3/16 da 3 punti e un 36,5% dal campo. Numeri che subiscono una netta inversione di rotta nel secondo tempo, quando Young inizia a mettere in ritmo se stesso e i compagni. Sul punteggio di 66-62 per i Knicks, Trae segna 8 punti consecutivi con due triple, indicando il parquet dopo la seconda, dando il là a un parziale di 27-8 con cui gli Hawks ribaltano completamente la partita. Il play regala anche 9 assist nella seconda frazione: ringraziano Hunter e Johnson, che chiuderanno entrambi oltre quota 20 punti. Il primo, in particolare, segna diversi canestri pesanti nell’indirizzare il match, con un ottimo 4/5 da 3 punti. La seconda chiave della vittoria degli Hawks è l’incredibile superiorità a rimbalzo (ben 22 offensivi), e la difesa di Dyson Daniels su Jalen Brunson: serata no per il play da Villanova, che chiude con 14 punti e 5/15 dal campo. Con la partita già in ghiaccio, poi, Young aggiunge il colpo di teatro, mimando il lancio dei dadi sul logo dei Knicks in attesa della fine della partita.  “The streak is over”.

Dopo più di quattro anni e quindici sconfitte consecutive, gli Houston Rockets tornano a vincere contro Golden State e si qualificano alle semifinali di Nba Cup. E lo fanno al termine di una partita fisica, rocambolesca, nella quale l’intensità difensiva e gli errori offensivi sono stati la costante che ha accompagnato le due squadre a giocarsi il finale punto a punto. E che alla fine premia la squadra di Udoka, sotto di 6 a 1’20’’ dalla fine, ma capace di vincere in volata sfruttando una gestione scellerata degli Warriors, non nuovi a subire rimonte nei finali di partita. Perché gli anni passano per tutti, anche per due mostri sacri come Curry e Green: se Steph chiude con solo 19 punti, sbagliando la tripla del potenziale k.o., Draymond tira fuori una prestazione da difensore dell’anno ma perde 5 palloni, uno dei quali pesantissimo nell’economia del risultato. Palle perse che sono il problema principale per i californiani nella prima frazione: ben 13, provocate dall’asfissiante difesa dei Rockets (10 rubate), che scappano anche sul +14 grazie a Sengun e Jabari Smith. Nel secondo tempo Golden State aumenta la concentrazione, la palla circola meglio e Buddy Hield trova ritmo da 3, con 11 punti nel terzo quarto, mentre l’attacco di Udoka s’inceppa.

Nonostante diversi errori e violazioni del cronometro dei 24’’, Golden State mantiene il vantaggio con Kuminga (20 punti, ma quanto pesa quel 2/6 dalla lunetta) e un paio di triple di Waters e Podziemski. Quando però i Rockets sembrano non segnare più, ecco la tripla di VanVleet che li riporta a -3: nell’ultimo minuto, i Warriors non riescono più a costruire nulla, e dopo il -1 realizzato da Sengun (il migliore di Houston) c’è una palla vagante dopo una tripla sbagliata da Curry. Con 5’’ sul cronometro, è Jalen Green il primo a gettarsi sul pallone, e Kuminga commette fallo con Houston in bonus: il 2/2 ai liberi regala il 91-90 ai texani, e con 3 secondi rimasti Podziemski prende l’ultimo tiro: è Jabari Smith a cancellargli la tripla, facendo esplodere di gioia il pubblico del Toyota Center e lasciando Kerr e i Warriors nell’incredulità. 

Fonte: gazzetta.it