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Boxe

Canelo Alvarez resta campione dei supermedi: Berlanga sconfitto ai punti

Ivan Malfatto
Canelo Alvarez resta campione dei supermedi: Berlanga sconfitto ai puntiN/A
Nella sfida per il titolo mondiale la superstar messicana si impone dominando: "Ho fatto un buon lavoro". In Germania Oliha vince per ko con Pavlov la semifinale per il mondiale dei medi Ibf 

La star Saul “Canelo” Alvarez, orgoglio del Messico, difende per l’ennesima volta il titolo mondiale unificato dei supermedi (Wbc, Wbo, Wba) dominando con verdetto unanime l’imbattuto portoricano Edgar Berlanga. L’emergente Etinosa “El Chapo” Oliha, orgoglio italiano, nella semifinale per il mondiale dei medi Ibf batte per ko tecnico al 3° round il tedesco Alexander Pavlov, resta imbattuto ed è pronto a regalare al nostro Paese, ora senza titoli, una chance iridata. Sono i due match e le due storie salite sul ring a migliaia di chilometri di distanza, Stati Uniti e Germania, nella notte di pugilato delle categorie più prestigiose dopo i pesi massimi.  La semifinale iridata Ibf di Oliha sul ring di Charlottenburg, un sobborgo di Berlino, è più facile del previsto. “El Chapo” può fare l’iconico saluto militare al pubblico per la vittoria dopo solo tre riprese. Pavlov è sballottato per il ring a suon di ganci e diretti destri nelle prime due.

Nella terza l’atterramento su un gancio destro, poi un movimento innaturale della spalla nel secondo atterramento costringe il tedesco ad alzare bandiera bianca per infortunio. Ma nei sette minuti scarsi in cui dura il match non si è visto proprio come avrebbe potuto impensierire il Bronzo di Riace d’ebano sul quale l’Italia fa affidamento per tornare in possesso di un mondiale che conta. Oliha, 26 anni, fisico statuario, origini nigeriane, ma nato a Torino e residente ad Asti dove ha cominciato a combattere alla Skull Boxe del maestro Davide Greguoldo, ex campione italiano, è imbattuto in 20 incontri. Da 5 match fa attività in Germania sotto l’ala della potente Agon Sport, che gli ha permesso di conquistare un mondiale minore (Ibo) e lo sta pilotando verso la cintura Ibf dell’uzbeko Zhanibek Alimkhanuly. Una di quelle importanti, della “four belt era” come la chiamano gli americani. L’appuntamento è per il 2025. La difesa di Alvarez alla T-Mobile Arena di Las Vegas, nel giorno dell’indipendenza messicana, era presentata come la sfida fra il maestro e l’allievo.

“Canelo” 34 anni, la consumata esperienza di 25 match iridati su un record di 61 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte (contro i mostri sacri Mayweather e Bivol), la possibilità di scegliersi gli avversari e non farseli imporre perché il business lo fa il suo nome. Berlanga, 27 anni, imbattuto in 22 incontri con l’impressionate serie di 16 vittorie per ko al 1° round nei primi 16 match, ma al debutto in una sfida mondiale. Sul ring va proprio così. Alvarez surclassa il rivale pressandolo, chiudendolo alle corde, atterrandolo al terzo round con un gancio sinistro di rara efficacia, il suo “money punch” viene definito, mostrando tutto quello di cui è capace nella gestione di un match. Vince ai punti con verdetto unanime 117-110, 118-109, 118-109 nei cartellini dei giudici. Non mantiene la promessa della vigilia: "Mi sono preparato per il ko, adoro la sensazione del ko". Ma la sostanza non cambia. Un altro emergente interrompe la sua ascesa e, pur dimostrandosi avversario più tosto di quanto molti si aspettavano, deve trarre lezione per ripartire da quanto appreso dal maestro. "Ho fatto un buon lavoro" commenta alla fine. 

Fonte: Gazzetta.it