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Boxe

Il pugilato: storia, combattimenti epocali e personaggi immortali

Il pugilato: storia, combattimenti epocali e personaggi immortaliGetty Images
La storia, i combattimenti epocali e i personaggi immortali del pugilato: la "nobile arte" che negli anni è cambiata molto, ma non ha perso il suo fascino

Il pugilato è uno sport con una storia travagliata, che ha rischiato di scomparire dalla scena mondiale per la sua eccessiva brutalità.

Oggi la boxe è una disciplina completamente rinnovata nel regolamento e nelle tecniche di combattimento. Scopriamo la storia, i combattimenti epocali e i personaggi immortali di questo antichissimo sport che ancora oggi continua a dare spettacolo.

Tyson Fury, Deontay Wilder, Boxen

Cosa significa fare boxe

La boxe è uno degli sport da combattimento più conosciuti e antichi del mondo in cui due pugili si colpiscono con pugni chiusi protetti da particolari guantoni all’interno di un ring quadrato. 

L’obiettivo è colpire l’avversario dalla cintura in su, frontalmente o lateralmente, con l'imbottitura del guantone corrispondente alla parte delle nocche, per indebolirlo e atterrarlo.

L'incontro si divide in più riprese, dette round, e termina in tre casi diversi:

  • Quando l'arbitro decide che uno dei due pugili non è più in grado di combattere;
  • Quando uno dei due pugili viene squalificato dall'arbitro;
  • Quando uno dei due pugili si arrende. 

Se una volta terminati i round previsti entrambi i pugili sono ancora in grado di combattere, i giudici attribuiscono un punteggio ai combattenti basato sui punti raccolti durante l’incontro: vince chi totalizza più punti.

Pugilato e boxe sono la stessa cosa?

Pugilato e boxe sono la stessa cosa, è solo un modo diverso di chiamare lo stesso sport. Pugilato deriva dal latino “pugnus”, cioè "pugno". Boxe, invece, deriva dal verbo inglese “to box”, che significa “colpire”.

Le origini del pugilato

L’uomo pratica il combattimento con le mani da millenni: i primi incontri sportivi di pugilato vengono fatti risalire al III millennio a.C., in Medio Oriente. Le prime regole ufficiali di questo sport, invece, risalgono al 688 a.C., quando nell’Antica Grecia si disputarono i giochi olimpici antichi. 

Il pugilato ha conosciuto un’importante evoluzione tra il XVI e il XVIII secolo dove, soprattutto in Gran Bretagna, vennero organizzati incontri di pugilato con in palio una somma di denaro. Con l’ingresso di interessi economici, nella metà del XIX secolo, vennero introdotte una serie di regole che formano lo scheletro dell’attuale regolamento.

Quando è nata la boxe femminile

Nonostante le donne pratichino la boxe dalla nascita di questo sport, i combattimenti femminili sono stati vietati per molto tempo, con le federazioni pugilistiche che non rilasciavano licenze alle donne. In alcune nazioni questo sport è vietato ancora oggi a livello femminile. La prima donna pugile è stata l’inglese Elizabeth Wilkinson, che combattè dal 1722 al 1728.

La storia del pugilato

Le prime testimonianze

La prima testimonianza del pugilato risale a un bassorilievo sumero del III millennio a.C. Altri ritrovamenti risalgono al II e al I millennio a.C. che mostrano come le popolazioni assiro-babilonesi, degli ittiti e degli egizi combattevano a mani nude o con i polsi fasciati. I guantoni sono stati introdotti dai minoici intorno al 1600 a.C.

L’introduzione alle Olimpiadi

Nell'Antica Grecia il pugilato era molto popolare, tanto da diventare disciplina olimpica in occasione della 23ª Olimpiade antica, nel 688 a.C. I pugili si proteggevano le mani con delle fasce di cuoio che avvolgevano le nocche. L’incontro durava fin quando uno dei contendenti non era in grado di continuare o non si arrendeva. Non essendoci categorie di peso, i pugili più pesanti erano nettamente favoriti. 

L’età romana

Il pugilato era estremamente popolare anche in epoca romana. I combattimenti si tenevano soprattutto negli anfiteatri e spesso duravano fino alla morte di uno dei due contendenti. A terra veniva disegnato un cerchio per delimitare l’area di combattimento, da cui proviene il nome ring, che in inglese significa "anello".

Il declino

Con l'avvento della cristianità, il pugilato venne praticato sempre meno per la sua eccessiva brutalità, fino a scomparire quasi del tutto per fare spazio ai combattimenti con la spada. Quando l’uso della spada divenne meno comune, l’interesse nei confronti del pugilato aumentò nuovamente. 

La rinascita

Durante il XVI secolo in Inghilterra prese piede un tipo di combattimento, chiamato prizefighting, che oltre ai pugni prevedeva l'utilizzo anche di pugnali e bastoni. Il primo incontro organizzato avvenne il 6 gennaio 1681 proprio in Gran Bretagna: il duca di Albemarle Christopher Monck organizzò un incontro tra il suo maggiordomo e il suo macellaio. Fu quest'ultimo a vincere l'incontro e ad aggiudicarsi il premio in denaro.

Gli incontri erano caratterizzati dalla confusione e dall’assenza di regole: non esistevano né round, né arbitri, né categorie di peso.

Nuove regole

Il primo regolamento del pugilato moderno risale al 1743 ed è stato scritto dal pugile londinese Jack Broughton per proteggere i combattenti dal pericolo di morte.

Le London Prize Ring Rules

Nel 1838, vennero introdotte le London Prize Ring Rules, un regolamento che vietava diversi colpi, poi modificato nel 1853. I crescenti interessi economici che ruotavano attorno a questo sport, tra scommesse e premi in denaro, portarono a una maggiore regolamentazione. 

Le regole del Marchese di Queensberry

Nel 1867, John Sholto Douglas, Marchese di Queensberry, insieme al pugile John Graham Chambers, stilarono una serie di regole per i combattimenti tra pugili amatoriali che si sarebbero dovuti tenere a Londra presso il Lillie Bridge. Queste regole divennero poi il regolamento tradizionale del pugilato.

Le regole, divise di dodici punti, stabilivano tra le altre cose che: 

  • I pugili devono combattere in piedi all'interno di un quadrato di 24 piedi quadrati;
  • L’incontro si divideva in round di tre minuti ognuno, intervallati da un minuto di riposo;
  • Gli unici colpi consentiti erano i pugni diretti;
  • Ogni combattente aveva a disposizione 10 secondi dopo essere stato atterrato per poter riprendere l'incontro;
  • Dovevano essere usati obbligatoriamente i tradizionali guantoni da pugilato, anche per bloccare i colpi avversari; 
  • Gli incontri si dividevano in tre classi di peso: leggeri, medi e massimi, per rendere gli incontri più equilibrati.

La boxe diventa illegale

Con l'introduzione di questo regolamento gli incontri diventarono più lunghi e tattici, ma nonostante la nuova regolamentazione il pugilato non era ancora paragonato ad altre pratiche sportive. In Gran Bretagna e in gran parte degli Stati Uniti venne addirittura vietato, favorendo gli incontri illegali e un giro di scommesse clandestine enorme. Nel 1882, una sentenza di un tribunale britannico dichiarò illegale il pugilato a mani nude, paragonandolo al reato di violenza privata. 

Un nuovo inizio

Verso la fine del secolo, organizzatori come Tex Rickard e pugili come John L. Sullivan portarono definitivamente alla ribalta questo sport, facendogli guadagnare la legittimità e il seguito che ha ancora oggi.

La diminuzione dei round

Gli anni ottanta del ‘900 videro un'importante innovazione a livello regolamentare: il numero massimo di round, che venne diminuito da 15 a 12 a seguito di diversi pugili morti dopo gli incontri. Ciò portò alcuni paesi, tra cui Norvegia e Svezia, ad abolire la boxe fino al ventunesimo secolo.

Cosa allena e cosa sviluppa la boxe

La boxe è uno sport molto impegnativo. Sono richieste diverse doti fisiche: 

  • Forza, per sferrare colpi potenti; 
  • Velocità e agilità, per schivare i colpi dell’avversario; 
  • Resistenza, per aumentare la durata dello sforzo fisico. 

Gli sforzi che richiede la boxe sono sia aerobici che anaerobici. È quindi importante migliorare sia la resistenza - attraverso attività come la corsa, l’allenamento a corpo libero o il salto della corda - che la forza - attraverso lo sviluppo della massa muscolare.

A livello muscolare, la boxe sviluppa una grande quantità di muscoli. Basti pensare che tirare un pugno comporta il lavoro di pettorali, tricipiti, dorsali, deltoidi, addominali, quadricipiti, bicipiti femorali e glutei. Da non sottovalutare il lavoro delle gambe, molto importanti nella spinta del colpo, per generare l'energia necessaria per sfruttare tutta la potenza del corpo.

La boxe non fa sviluppare solo qualità fisiche, ma anche morali, come la disciplina, il rispetto e il senso di appartenenza.

Boxen Anthony Joshua Pulev letzte Kämpfe Bilanz

I personaggi che hanno fatto la storia del pugilato maschile

Il primo pugile di cui si ha notizia è l’inglese James Figg, campione di prizefighting nel 1719. Sul suo biglietto da visita c’era scritto: “Master of the noble science of defence”, ovvero “Maestro della nobile arte della difesa”. Da qui l’appellativo di “nobile arte” del pugilato.

Il primo regolamento della boxe venne scritto dal pugile Jack Broughton nel 1743, ma furono John Sholto Douglas, Marchese di Queensberry, e il pugile John Graham Chambers nel 1867 a elaborare un insieme di regole più strutturato.

Una figura molto importante nello sviluppo mondiale della boxe fu il pugile statunitense John Lawrence Sullivan, che nel 1882 vinse il campionato del mondo categoria pesi massimi battendo il detentore Paddy Ryan. La vittoria di Sullivan spostò il centro d'interesse del pugilato mondiale dall'Inghilterra agli Stati Uniti. 

Altro personaggio chiave nella storia del pugilato è Cassius Clay, conosciuto anche come Muhammad Ali, ricordato non solo per le sue abilità tecniche, ma anche per il suo impegno politico. Con Cassius Clay la popolarità del pugilato non conosce più confini.

Figura controversa quella di Mike Tyson, pugile più famoso della storia insieme a Muhammad Ali. L’irrequieto pugile newyorkese è conosciuto in tutto il mondo anche per le sue vicende extra-sportive, ma le sue doti da boxer non si discutono.

Muhammad Ali

I personaggi che hanno fatto la storia del pugilato femminile

La prima donna pugile è stata l’inglese Elizabeth Wilkinson, che combattè dal 1722 al 1728. Si dice che Wilkinson abbia combattuto sia contro donne che contro uomini.

Il primo incontro femminile avvenuto negli Stati Uniti fu quello tra Nell Saunders e Rose Harland nel 1876 a New York.

Nel 1954, Barbara Buttrick, una delle donne pugili più famose nella storia del pugilato, fu la prima a vedere trasmesso il suo incontro sulla rete televisiva nazionale americana, mentre nel 1975, Caroline Svendsen ricevette la prima licenza pugilistica degli Stati Uniti.

Nel Regno Unito il primo incontro ufficiale tra donne fu disputato nel novembre 1998 a Londra, tra Jane Couch e Simona Lukic.

I combattenti più forti della storia del pugilato maschile

Mike Tyson, Evander Holyfield, Sonny Liston, Sam Langford, Jack Johnson, Jack Dempsey, Jersey Joe Walcott, Max Schmeling, Max Baer, Ken Norton, Vitali Klitschko e Wladimir Klitschko. Grandi, grandissimi nomi che hanno fatto la storia del pugilato maschile. Nomi che vanno menzionati per le qualità tecniche e i risultati raggiunti, e che insieme a questi sono entrati nell’Olimpo dei pugili:

Muhammad Ali

Difficile stabilire se sia stato il più forte della storia, di sicuro è stato il più grande, quello che ha reso la boxe un fenomeno planetario grazie al suo carisma e alle sue doti tecniche. Unico peso massimo a essere stato campione lineare in tre occasioni (1964, 1974, 1978), l’impegno di “The Greatest” andava ben oltre il ring, combattendo in prima linea il razzismo.

Muhammad Ali

Joe Louis

Per raccontare cosa abbia rappresentato Joe Louis per la boxe bastano poche righe: fu detentore del titolo di campione del mondo per quasi 12 anni, dal 22 giugno 1937 al 1º marzo 1949, vincendo 27 match validi per il titolo mondiale. Record rimasti imbattuti ancora oggi nella categoria dei pesi massimi. Semplicemente una leggenda di questo sport.

Rocky Marciano

Unico peso massimo a ritirarsi da imbattuto nella storia del pugilato, Rocky Marciano difese il titolo sei volte grazie a incredibili qualità sia come incassatore che come demolitore. Il pugile italo-americano, soprannominato “The Brockton Blockbuster”, può essere descritto con un solo aggettivo: invincibile.

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Larry Holmes

Uno dei pochi ad avvicinarsi al record di Marciano fu Larry Holmes. Raccolse la pesantissima eredità di Muhammad Ali egregiamente. Uno degli incassatori più forti della storia, riusciva a recuperare dopo colpi che avrebbero steso un bisonte.

George Foreman

Non il più tecnico ed elegante pugile della storia, ma nel combattimento a viso aperto George Foreman non era secondo a nessuno. "Big George" attraversò un periodo di depressione lungo quasi dieci anni. Quando tornò sul ring continuò a vincere, conquistando addirittura il titolo mondiale ai danni dell’imbattuto Moorer.

Joe Frazier

Joe Frazier verrà ricordato come il primo uomo che riuscì a sconfiggere Muhammad Ali, in uno dei match più belli della storia della boxe. Soprannominato “Smokin' Joe”, aveva uno stile di combattimento aggressivo e spettacolare. Il suo famoso gancio sinistro viene ricordato ancora oggi.

Lennox Lewis

Lennox Lewis è uno dei pochi pugili ad aver vinto tre volte il titolo dei pesi massimi. Potente e tecnico, Lewis ha dominato la scena pugilistica mondiale e nelle grandi sfide non sbagliava quasi mai.

NomeCategoriaVittorieSconfitte
Muhammad AliMediomassimi - massimi565
Joe LewisMassimi673
Rocky MarcianoMassimi400
Larry HolmesMassimi695
George ForemanMassimi765
Joe FrazierMassimi324
Lennox LewisMassimi412

I combattenti più forti della storia del pugilato femminile

Lucia Rijker

La donna più pericolosa del mondo. Così era soprannominata Lucia Rijker, prima campionessa di kickboxing e poi di boxe. Durante la sua carriera, è rimasta imbattuta in entrambe le discipline, un'impresa che l’ha resa una leggenda in campo femminile.

Cecilia Braekhus

Prima di perdere due volte contro l'americana Jessica McCaskill, Cecilia Braekhus aveva uno score di 36 incontri vinti di fila. Nel 2016, la norvegese vinse il titolo IBO che, aggiungendosi ai titoli WBC, IBF, WBO e WBA già detenuti, l’ha resa la prima pugile a vincere cinque titoli mondiali contemporaneamente.

Laila Ali

Ottava di nove figli del grande Muhammad Ali, Laila Ali ha proseguito la carriera del padre, diventando campionessa dei pesi massimi leggeri IWBF e dei pesi supermedi WBC, WIBA, IWBF, IBA.

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Regina Halmich

Regina Halmich è una dei più grandi pugili del mondo e ha contribuito a rendere popolare la boxe femminile in Europa. La tedesca si è ritirata nel 2007 con uno score di 54 vittorie, un pareggio e una sconfitta.

Christy Martin

Christy Martin è una delle atlete che ha sdoganato la boxe in ambito femminile. In carriera ha vinto un solo titolo, quello supermedi WBC, ma nessuno ha saputo influenzare il pugilato femminile come lei. Cioè le è valso l’ingresso nella International Boxing Hall of Fame nel 2016.

Giselle Salandy

Debutto nella boxe a 13 anni, campionessa WIBA dei pesi medi leggeri a 14. Giselle Salandy è stata la più giovane detentrice di un titolo nella storia della boxe. Così giovane da doversi fermare per 3 anni quando la legge sui minori le ha impedito di boxare. Tornata sul ring a 17 anni, ha subito difeso il titolo con successo. La carriera e la vita di Salandy hanno avuto un triste epilogo nel 2009, morta tragicamente in un incidente automobilistico. 

Natascha Ragosina

Natascha Ragosina ha detenuto i titoli supermedi femminili WBA e WBC per molto tempo. Chiuse la carriera da imbattuta dopo aver vinto i principali titoli femminili dei pesi super medi e due cinture dei pesi massimi.

NomeCategoriaVittorieSconfitte
Lucia RijkerSuperleggeri170
Cecilia BraekhusWelter361
Laila AliMedi240
Regina HalmichMosca leggeri - mosca - supermosca541
Christy MartinSuperwelter - medi - supermedi497
Giselle SalandySuperleggeri - superwelter160
Natascha RagosinaSupermedi220

I pugili italiani più forti di tutti i tempi

Uomini

Sono due i boxer italiani inseriti nella International Boxing Hall of Fame, ma il pugilato in Italia ha avuto molti atleti validi.

Primo Carnera

Il primo italiano a conquistare il titolo mondiale dei pesi massimi fu Primo Carnera, nel 1933. Con i suoi 129 kg per 1,97 m, Carnera era allo stesso tempo imponente e veloce, dotato di un'ottima tecnica.

Nino Benvenuti

Uno dei più grandi pugili italiani di tutti i tempi è Nino Benvenuti, campione olimpico nel 1960 e campione mondiale dei pesi medi tra il 1967 e il 1970. Le sue qualità umane, unite a quelle fisiche, l’hanno reso un’icona di questo sport in Italia e non solo, contribuendo a far conoscere la boxe in tutta la penisola.

Sandro Mazzinghi

5 volte campione europeo dei pesi medi junior e campione del mondo della stessa categoria. Con 64 incontri vinti su 69, Sandro Mazzinghi è un altro dei grandissimi pugili italiani, rivale di Benvenuti. Un guerriero indomabile dentro e fuori dal ring.

Duilio Loi

In 126 incontri disputati, Duilio Loi ha perso solo 3 volte. Nel 1960, a San Siro, vinse il titolo mondiale dei pesi welter battendo Carlos Ortiz. Numeri che lo hanno fatto entrare nella International Boxing Hall of Fame, unico italiano insieme a Nino Benvenuti.

Donne

In ambito femminile, la boxe in Italia è in forte ascesa. Scopriamo quali sono le pugili italiane più forti.

Vissia Trovato

Vissia Trovato ha scoperto il pugilato molto tardi: a 28 anni iniziò a praticare questo sport per perdere peso. Pochi anni dopo è diventata campionessa Ebu piuma e campionessa mondiale IBO supergallo nel 2016, campionessa intercontinentale WBA piuma nel 2017. 

Irma Testa

Il presente e il futuro della boxe femminile italiana ha un nome e un cognome: Irma Testa, prima donna italiana a vincere una medaglia nel pugilato alle Olimpiadi, grazie al bronzo conquistato ai Giochi di Tokyo 2020. È stata inoltre la prima pugile italiana a partecipare a un'Olimpiade, a Rio de Janeiro 2016.

Irma Testa, prima medaglia olimpica per la boxe femminile italiana

Chi ha vinto di più nella boxe?

Il pugile più vincente della storia ha combattuto tra il 1940 e il 1966 nella categoria dei pesi piuma: si tratta di Guglielmo Papaleo, meglio noto Willie Pep. Non solo detiene il record inarrivabile di 229 vittorie in carriera, ma anche quello di unico pugile della storia autore di due strisce vincenti di almeno 62 vittorie ciascuna.

Oggi sarebbe impossibile anche solo avvicinarsi a questi numeri, per la quantità nettamente inferiore di incontri disputati nella carriera di un pugile

Chi detiene il titolo dei pesi massimi?

Attualmente il titolo dei pesi massimi appartiene al pugile Oleksandr Usyk. L’ucraino ha detronizzato l’ex campione Anthony Joshua il 25 settembre 2021, dopo un match deciso ai punti con verdetto unanime da parte dei giudici.

Oleksandr Usyk emozionato dopo la vittoria con Joshua

Gli incontri più famosi della storia del pugilato

La boxe ha regalato sfide epiche, che rimarranno nella storia dello sport. In rigoroso ordine cronologico, andiamo a ripercorrere gli incontri entrati nella leggenda del pugilato:

Uomini

Sugar Ray Robinson vs Jake LaMotta (1951)

Non era più solo una questione di boxe: era diventata una questione di principio. Nei cinque precedenti tra Sugar “Ray” Robinson e Jake LaMotta la scelta del vincitore era sempre spettata ai giudici. Ma non nell’incontro del 14 febbraio 1951, data che passerà alla storia come “Il massacro di San Valentino”, per la violenza dei colpi. Dopo una prima parte favorevole a LaMotta, Robinson scatenò tutta la sua furia, fino a quando al tredicesimo round l’arbitro dovette interrompere l’incontro per incoronare “Ray” campione dei pesi medi.

Rocky Marciano vs Jersey Joe Walcott (1952)

Il 23 settembre 1952 si disputò a Filadelfia l’incontro tra l’invincibile Rocky Marciano e Jersey Joe Walcott, uno dei pesi massimi più forti in circolazione. Quest’ultimo dominò il match fino al tredicesimo round, quando l’italo-americano sferrò due colpi letali all’avversario: prima un diretto e poi con un gancio micidiale, che gli permisero di mandare Walcott al tappeto e di vincere il titolo dei pesi massimi.

Joe Frazier vs Muhammad Ali (1971)

L'8 marzo 1971, al Madison Square Garden di New York, si tenne uno degli incontri più importanti della storia del pugilato. I protagonisti erano due leggende di questo sport: Muhammad Ali e Joe Frazier, che dieredero vita al "Fight of the Century". Con una prestazione che rimarrà nella storia, Frazier superò il suo rivale, guadagnandosi un posto nell’Olimpo della boxe.

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George Foreman vs Muhammad Ali (1974)

Il 30 ottobre 1974 è la data dell’incontro più famoso della storia della boxe, conosciuto come "The Rumble in the Jungle": Muhammad Ali sfidò il campione in carica dei pesi massimi George Foreman a Kinshasa, nello Zaire. L’incontro vide trionfare dopo 8 round Ali, che si riprese il titolo di campione del mondo dopo 7 anni. Ali mostrò una resistenza fisica incredibile, incassando centinaia di colpi del suo avversario.

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George Foreman vs Ron Lyle (1976)

Dopo un lungo periodo di depressione dovuto alla sconfitta contro Ali, Foreman affrontò nel 1976 Ron Lyle per il titolo nord-americano. Dopo un match senza esclusione di colpi, nel quinto round Foreman chiuse l'avversario all'angolo e portò una scarica di colpi al volto di Lyle, che crollò definitivamente.

Marvin Hagler vs Thomas Hearns (1985)

Tre round di un’intensità senza precedenti. L’incontro del 1985 tra Marvin Hagler e Thomas Hearns è stato breve, ma intenso: già solo il primo round offrì una dose di spettacolo davvero notevole. I due se le sono date di santa ragione dall’inizio alla fine, senza un secondo di pausa. A uscirne vincitore fu Hagler, che chiuse l’incontro con un destro al mento di Hearns.

Evander Holyfield vs Mike Tyson (1997)

Anche chi non segue la boxe conosce questo incontro: Holyfield vs Tyson del ‘97 è il match che verrà ricordato per un episodio che di pugilistico ha ben poco. A circa quaranta secondi dal termine del terzo round, mentre i due pugili erano corpo a corpo, Tyson abbracciò Holyfield e gli morse l'orecchio destro, staccandone un pezzo. L'arbitro non si rese conto dell’accaduto e scelse di penalizzare di due punti Tyson. Il match riprese, ma la scena si ripeté: durante un altro corpo a corpo, Tyson morse l'altro orecchio di Holyfield, costringendo l’arbitro a squalificarlo, riconfermando Holyfield campione del mondo dei massimi WBA.

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Pernell Whitaker vs Diosbelys Hurtado (1997)

Quando Pernell Whitaker sfidò Diosbelys Hurtado per il titolo dei pesi welter nel 1997 non pensava di dover sfoderare una prestazione leggendaria. Quando l’avversario cubano, ampiamente sfavorito dai bookmaker, lo stese nel primo round, Whitaker si rimboccò le maniche. Ne uscì un match incredibile, con l’americano che rimontò fino a mandare al tappeto l’avversario con una scarica di dieci sinistri consecutivi nel corso della penultima ripresa.

Micky Ward vs Arturo Gatti (2002)

Ward vs Gatti del 2002 più che un match fu una guerra. Dieci round senza pausa: spettacolo e adrenalina pura dal primo all’ultimo suono della campana. Nessuno dei due voleva cedere, nonostante la stanchezza fosse tanta. L’incontro si chiuse con la decisione dei giudici, che assegnarono all’unanimità la vittoria a Gatti.

Diego Corrales vs Jose Luis Castillo (2005)

L’incontro tra Diego Corrales e Jose Luis Castillo del 2005 va necessariamente inserito nella lista dei match più spettacolari di sempre. Emblematico il decimo round, con due atterramenti, un paradenti sputato per recuperare secondi preziosi e un colpo di scena incredibile, con la vittoria di un Corrales dal volto completamente tumefatto.

Donne

Laila Ali vs Jacqui Frazier-Lyde (2001)

Molti appassionati di boxe avevano un desiderio: vederla Laila Ali misurarsi con un altra figlia d’arte. L'8 giugno 2001, Ali e Jacqui Frazier-Lyde, figlia di Joe Frazier, si incontrarono finalmente sul ring. L’incontro fu soprannominato “Ali vs Frazier IV” in riferimento alla famosa trilogia di combattimento dei loro padri, e fu il primo match in pay-per-view di un main event tra due donne. Ad aggiudicarsi l’incontro fu Laila Ali, che vinse con decisione dei giudici dopo otto round.

Ann Wolfe vs Vonda Ward (2004)

Ampiamente riconosciuto come uno degli incontri più incredibili della storia del pugilato femminile, quello tra Ann Wolfe e Vonda Word verrà ricordato per essersi chiuso con un KO perfetto. Wolfe, infatti, stese l’ex stella del basket universitario con un destro di rara potenza e precisione. Ward fino a quel giorno era imbattuta e non avrebbe più perso in carriera, ma il colpo di Wolfe fu letale. 

Regina Halmich vs Ria Ramnarine (2006)

Il 9 settembre 2006, Regina Halmich vinse il suo 53° incontro professionistico, sconfiggendo Ria Ramnarine di Trinidad e Tobago per KO tecnico al sesto round dopo un match davvero spettacolare.

Amanda Serrano vs Eva Voraberger (2019)

Nel gennaio 2019, Amanda Serrano affrontò Eva Voraberger per il titolo vacante WBO dei pesi mosca. Serrano vinse per TKO al primo round, vittoria che la fece entrare nel Guinnes World Record come campionessa in sette classi di peso diverse.

Il pugilato moderno, come è cambiato?

L’eterno dibattito tra passato e presente coinvolge anche lo sport e, in particolare, il pugilato, Molti criticano la boxe moderna perché meno spettacolare e con pochi incontri rispetto al passato. Non è un caso se il numero di match disputati nella carriera di un pugile si è più che dimezzato: dovendo combattere spesso, con poco tempo per far guarire le ferite, spesso i campioni del passato salivano sul ring non al massimo delle forze, aumentando il livello di pericolosità.

Negli anni ‘80, il numero massimo di round venne diminuito da 15 a 12 a seguito di diversi pugili morti dopo gli incontri. Questo e altri cambiamenti, come imbottire maggiormente i guantoni o la revisione dei protocolli medici, non hanno eliminato il rischio di fatalità nel pugilato, ma lo hanno considerevolmente ridotto. Un aspetto che in molti sottovalutano, vedendo in questo sport soltanto due uomini che se le danno di santa ragione, senza pensare all’incolumità degli atleti.