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Boxe

Quali sono le varianti del pugilato e la storia di ognuna

Quali sono le varianti del pugilato e la storia di ognunaDAZN
Dalla muay thai alla savate, il pugilato ha subito molte contaminazioni in giro per il mondo

Tra gli sport da combattimento, il pugilato è la disciplina più antica e conosciuta al mondo, in cui due atleti si affrontano colpendosi con pugni chiusi protetti da particolari guantoni. L’obiettivo è colpire l’avversario dalla cintura in su, frontalmente o lateralmente, allo scopo di indebolirlo e atterrarlo.

Nel corso del tempo sono emerse diverse varianti della boxe, scopriamo insieme le più conosciute.

Muay thai

La muay thai, nota anche come thai boxe, è probabilmente la variante del pugilato più affascinante e spettacolare. In questa disciplina i due contendenti possono utilizzare combinazioni di pugni, calci, gomitate e ginocchiate, quindi otto parti del corpo utilizzate come punti di contatto. Per questo motivo viene definita come "l'arte delle otto armi", rispetto al pugilato che ha solo due punti di contatto.

Muay Thai

Cosa significa muay thai

La parola “muay” significa “lotta” e deriva dal sanscrito “mavya” che significa “unire”. La parola “thai”, invece, deriva dal nome della nazione in cui è nato - la Thailandia - e significa  "libero", in riferimento al popolo tailandese. Muay thai significa quindi “lotta tailandese”.

Storia della muay thai

Come si evince dal nome, la muay thai affonda le sue radici nella storia della Thailandia.

Le origini

La nascita di questa disciplina viene fatta risalire intorno al I secolo, quando il popolo degli Ao-Lai, costretto a difendersi dagli attacchi di altre popolazioni, creò uno stile di lotta che prevedeva l'uso delle armi e il combattimento corpo a corpo chiamato krabi krabong

Le prime regolamentazioni

Agli inizi del 1700, i due differenti stili di combattimento si divisero in krabi krabong vero e proprio - che prevedeva l'uso di armi come spada, lancia, giavellotto, pugnale e bastone - e la muay thai, combattimento corpo a corpo che prevedeva l'uso di braccia, mani, gambe, piedi e testa.

La prima fase di importanti trasformazioni della muay thai si ha intorno alla metà del 1700. Fino ad allora era utilizzato solo in guerra e come sistema di difesa, per poi diventare uno sport: i contendenti si affrontavano (senza protezioni) in pubblico in occasione di celebrazioni religiose o di festività, in incontri che non avevano né limiti di tempo, né categorie di peso. Gli incontri terminavano per KO, per morte dell'avversario o per abbandono

I sovrani rimasero talmente stregati da questa disciplina che formarono un corpo speciale esperto in muay luang - una particolare forma di muay thai - a difesa della famiglia reale e della patria.

Con l’aumentare degli incontri furono introdotte protezioni per avambracci e mani. Solo in seguito furono introdotti i bendaggi in corda e successivamente i guantoni.

La consacrazione

Tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800 arrivò la consacrazione: la disciplina prese il nome di “mae mai muay thai” o “mai muay thai”, fu introdotta nelle scuole come materia di studio e vi rimase fino al 1921. La diffusione di questo sport portò all’introduzione di regole ben precise e al confronto tra diversi stili di combattimento a seconda della regione del lottatore.

Le regole moderne

Dopo il 1945 furono introdotte le categorie di peso, la divisione in round, i guantoni per proteggere le mani e la conchiglia per i genitali. Infine gli incontri furono spostati dalle piazze ai ring. Il nome divenne definitivamente muay thai con l’instaurazione della monarchia costituzionale. 

La diffusione in occidente

Alla fine degli anni ‘70, la muay thai iniziò a diffondersi anche in occidente, con un boom di popolarità mondiale fra gli anni ‘80 e ‘90. La disciplina viene ufficialmente riconosciuta a livello internazionale nel 1993, con la fondazione dell’IMFA (Federazione Internazionale Amatori Muay Thai), a cui aderirono 128 paesi.

Il regolamento della muay thai

Un incontro di muay thai si svolge all’interno di un ring tra due lottatori della stessa categoria di peso e si divide in cinque round da tre minuti ciascuno, con una pausa di circa due minuti tra una ripresa e l’altra.

I fighter devono indossare guanti protettivi e la conchiglia. Sono inoltre ammesse protezioni per le caviglie.

Colpi regolari

Nella muay thai è consentito colpire l'avversario con tecniche di:

  • Pugno;
  • Ginocchio;
  • Gomito;
  • Calcio;
  • Protezione mediante sbilanciamento.

Con gli arti inferiori è permesso colpire con:

  • L’avampiede;
  • Il taglio del piede;
  • Il collo del piede;
  • Il tallone;
  • La tibia;
  • Il ginocchio.

Con gli arti superiori è valido colpire con i pugni chiusi nella loro parte frontale e dorsale e con i gomiti con qualsiasi traiettoria.

È consentito afferrare l’avversario per la parte di lotta denominata clinch per colpire, sbilanciare o proiettare l'avversario mediante sbilanciamento.

Possono essere colpite in ogni sua parte le gambe, i glutei e le articolazioni.

È consentito afferrare la gamba avversaria per colpire di pugno, gomito, calcio o ginocchio.

Colpi irregolari

Nella muay thai non è consentito:

  • Colpire a genitali e nuca;
  • Colpire con il palmo, con la testa, e le spalle;
  • Colpire l’avversario considerato "a terra";
  • Colpire alla colonna vertebrale con colpi diretti;
  • Utilizzare tecniche di judo o di wrestling, inclusa la cosiddetta presa dell'orso all'altezza lombare;
  • Mordere l’avversario;
  • Sputare sull’avversario;
  • Parlare durante l’incontro;
  • Tenersi alle corde o prendere vantaggio dalle stesse;
  • Non arrestare la propria azione allo stop dell’arbitro o comunque non seguire i suoi ordini;
  • Gettarsi a terra volontariamente (condotta antisportiva);
  • Lo sgambetto da dietro.

Cosa serve per fare muay thai

Per iniziare a praticare la muay thai e allenarsi in sicurezza sono necessari:

  • Caschetto, per proteggere la testa dai colpi dell’avversario;
  • Paradenti, per proteggere l'arcata dentaria e l'interno delle labbra dai colpi dell'avversario;
  • Guantoni, per proteggere le falangi delle mani dall'impatto dei pugni;
  • Fasce per le mani, per avere una maggiore aderenza tra la mano e il guantone;
  • Paraseno, per proteggere le ghiandole mammarie delle donne dai colpi dell'avversario;
  • Conchiglia, per proteggere la zona inguinale dai colpi dell'avversario.
  • Paratibie, per proteggere le tibie dall'impatto dei calci circolari;
  • Paragomiti, per proteggere i gomiti dai colpi dell'avversario;
  • Corda, per allenare l'atleta ad avere una buona coordinazione psico-fisica-motoria;
  • Pantaloncini, larghi ad alta mobilità;
  • Cavigliere, per prevenire infortuni alle caviglie.

Kickboxing

La kickboxing è una variante del pugilato che unisce calci, tipici delle arti marziali orientali, ai pugni, propri della boxe.

A differenza della muay thai, non sono ammesse le gomitate e l'uso del clinch, cioè afferrare l'avversario dietro alla nuca. Non sono permesse protezioni come nella sanda o l'uso di scarpette come nella savate.

Kickboxing

Storia della kickboxing

La kickboxing è una disciplina relativamente giovane, nata in Giappone con il nome “full-contact karate” negli anni ‘70. In quel periodo alcuni maestri di arti marziali sperimentarono una nuova forma di combattimento, unendo le tecniche di pugno del pugilato alle tecniche di calcio del karate. 

Tra gli anni ‘80 e ‘90, negli Stati Uniti si diffuse una forma di full-contact karate chiamata appunto kickboxing, dove gli atleti vestivano dei lunghi e larghi pantaloni e delle apposite scarpe.

Nel 1993, in Giappone, venne organizzato un torneo chiamato K-1. L’obiettivo era far combattere atleti provenienti da varie forme di sport pugilistici con calci, con un regolamento a metà strada fra la kickboxing canonica e la muay thai. In questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati.

Visto l'entusiasmo enorme dei giapponesi verso questa nuova disciplina, il K-1 divenne il più importante torneo al mondo per questa disciplina. Con il tempo, il termine "K-1" ha assunto l'accezione di uno sport a sé stante, nonostante vi partecipino atleti provenienti da muay thai, kickboxing e altri sport.

Il regolamento della kickboxing

La kickboxing si divide in sei discipline diverse che possono essere disputate sul tatami o sul ring: nel primo caso si parla di light contact, nel secondo di full contact. Le discipline sono:

Discipline da tatamiDiscipline da ring
Point-fightingFull-contact
Light-contactLow-kick
Kick-lightK-1

Discipline da tatami

Nelle discipline da tatami il contatto deve essere necessariamente limitato o controllato, privilegiando la tecnica (pulizia, scioltezza e velocità) alla forza. Le discipline da tatami sono tre:

Point-fighting

Come si evince dal nome, il point-fighting consiste in combattimenti "al punto", cioè ad ogni azione valida il combattimento viene fermato e viene assegnato il punto.

I due atleti combattono su un tatami quadrato. Il combattimento varia a seconda delle manifestazioni, ma solitamente dura due round di due minuti ciascuno, e consiste nel colpire il tronco o la testa dell’avversario. Le aree dove invece non è consentito colpire sono:

  • Genitali;
  • Gambe; 
  • Collo;
  • Reni.
Light-contact

Il light-contact è una formula della kickboxing che prevede un combattimento continuato a punti. I due atleti combattono su un tatami, ma a differenza del point-fighting sono liberi di muoversi sul quadrato, senza che l'arbitro interrompa il combattimento dopo l'esecuzione di un colpo inflitto regolarmente.

Il combattimento si divide in due o tre round da due minuti, a seconda del tipo di competizione. I due atleti, che combattono in posizione di guardia frontale o semifrontale uno dall'altro, possono trovarsi anche a distanza molto stretta e colpirsi a vicenda con le varie tecniche di pugno e di calcio previste.

L'arbitro può fermare l'incontro in due situazioni: 

  1. In caso di “break", cioè quando gli atleti si trovano in clinch e vanno distanziati; 
  2. In caso di richiamo per eccessivo contatto, scorrettezze o uscita dal quadrato di gara. 

Al quarto richiamo o uscita dal tatami, l’atleta viene squalificato.

Oltre all'arbitro centrale, vi sono tre giudici di gara che sommano i punti totalizzati, e assegnano la vittoria.

Poiché nel light-contact non è previsto il KO, la vittoria avviene soltanto accumulando più punti dell'avversario. In caso di parità sarà l’arbitro a decidere il vincitore.

Kick-light

Il kick-light è una particolare versione del light-contact che permette di colpire anche con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite. Questo è l'unico tipo di calcio che si può eseguire al di sotto della cintura in questa disciplina.

Discipline da ring

A differenza di quelle da tatami, nelle discipline da ring i colpi vanno portati con forza, privilegiando la potenza e l'incisività, oltre che a stile e precisione. Le discipline da ring sono tre:

Full-contact

Il full-contact è la formula più conosciuta è importante di questo sport e prevede un combattimento continuato a pieno contatto.

Il match si divide in round (di numero variabile in base alle federazioni) della durata di due minuti ciascuno. I due atleti combattono su un ring da boxe. I colpi devono essere portati nel tronco e al volto, sono quindi esclusi i colpi al di sotto della cintura.

Come per il light-contact, c'è un arbitro centrale e altri tre di giuria che assegnano i punti. Se al termine dei round stabili non c’è stato il KO o l'interruzione per intervento del medico, la vittoria viene stabilita in base ai punti.

Low-kick

Il low-kick è una versione del full-contact che permette di colpire anche con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite. 

K-1

Il K-1 è la disciplina di kickboxing più completa in assoluto, in quanto permette di colpire con tutti i pugni della boxe (diretto, gancio, montante). Inoltre sono consentiti i pugni tirati col dorso della mano, tutti i tipi di calcio e le ginocchiate (in caso di clinch si può dare una sola ginocchiata e poi lasciare l'avversario). Non sono invece consentite le proiezioni.

Cosa serve per fare kickboxing

Per iniziare a praticare la kickboxing e allenarsi in sicurezza sono necessari:

  • Caschetto, per proteggere la testa dai colpi dell’avversario;
  • Paradenti, per proteggere l'arcata dentaria e l'interno delle labbra dai colpi dell'avversario;
  • Guantoni, per proteggere le falangi delle mani dall'impatto dei pugni;
  • Fasce per le mani, per avere una maggiore aderenza tra la mano e il guantone;
  • Paraseno, per proteggere le ghiandole mammarie delle donne dai colpi dell'avversario;
  • Conchiglia, per proteggere la zona inguinale dai colpi dell'avversario.
  • Paratibie, per proteggere le tibie dall'impatto dei calci circolari;
  • Paragomiti, per proteggere i gomiti dai colpi dell'avversario;
  • Corda, per allenare l'atleta ad avere una buona coordinazione psico-fisica-motoria;
  • Pantaloncini, larghi ad alta mobilità;
  • Cavigliere, per prevenire infortuni alle caviglie.

Sanda

Il sanda è una variante cinese del pugilato, un'arte marziale derivante dal Kung Fu.

Sanda

Cosa significa sanda

Sanda deriva dall’unione delle parole cinesi “san”, che significa disseminare, e “da”, che significa colpo. Quindi letteralmente significa “disseminare i colpi”, ma può essere tradotto con “combattimento libero”.

Storia del sanda

Il combattimento libero in Cina ha origini antichissime. Nato come metodo di sopravvivenza, ben presto è diventata una forma di spettacolo e intrattenimento all'interno dei palazzi nobiliari. 

I combattimenti uno contro uno in Cina sono stati chiamati con nomi diversi nel corso dei secoli. Nel 1979, la Commissione Nazionale Cinese per lo Sport decise che tre istituzioni dovevano iniziare a sperimentare il sanda come sport da competizione.

Nel 1981 si tenne per la prima volta in pubblico una competizione sperimentale di sanda, mentre l’anno successivo venne stabilito il regolamento ufficiale, i criteri di giudizio e i metodi di allenamento

Il regolamento del sanda

La maggior parte degli incontri di sanda si svolgono su una pedana rialzata chiamata leitai. I combattenti portano protezioni alla testa, al torace, alle mani, ai genitali, alla bocca e alle tibie.

Colpi regolari

Nel sanda sono permessi i colpi di pugno, di calcio e le proiezioni a terra. È possibile battere l'avversario buttandolo fuori dal tappeto tramite tecniche di calcio, pugno o proiezione. 

Ai combattenti è permesso stare corpo a corpo solo per tre secondi: se nessuno dei due riesce a liberarsi o a proiettare l'avversario a terra entro questo lasso di tempo, l'arbitro interrompe il clinch.

Colpi irregolari

Nel sanda non sono consentiti: 

  • I colpi con il gomito;
  • I colpi con il ginocchio;
  • Gli strangolamenti;
  • Le leve articolari.

Cosa serve per fare sanda

Per iniziare a praticare il sanda e allenarsi in sicurezza sono necessari:

  • Caschetto, per proteggere la testa dai colpi dell’avversario;
  • Corpetto, per proteggere il torace dai colpi dell’avversario;
  • Paradenti, per proteggere l'arcata dentaria e l'interno delle labbra dai colpi dell'avversario;
  • Guantoni, per proteggere le falangi delle mani dall'impatto dei pugni;
  • Fasce per le mani, per avere una maggiore aderenza tra la mano e il guantone;
  • Conchiglia, per proteggere la zona inguinale dai colpi dell'avversario.
  • Paratibie, per proteggere le tibie dall'impatto dei calci circolari;
  • Cavigliere, per prevenire infortuni alle caviglie.

Savate

Altra variante del pugilato è la savate, nota anche come boxe francese. La particolarità di questa disciplina sta nel fatto che i lottatori indossano delle particolari scarpe rigide durante gli incontri.

Nella savate sono fondamentali la fluidità, la precisione e la resistenza. 

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Cosa significa savate

In francese il termine “savate” significa “ciabatta”, in riferimento alle ciabatte che i marinai francesi e italiani indossavano abitualmente all'epoca della sua nascita.

Storia della savate

La savate è nata nei porti di Marsiglia nella seconda metà del XVIII secolo, si sviluppò negli ambienti malavitosi della città francese e poi si diffuse nell’ambiente aristocratico, donando a questa disciplina tecnica ed eleganza.

All’epoca venivano insegnati due tipi di savate:

  1. La savate classica, che prevedeva calci bassi (non al di sopra del ginocchio) e mani aperte, con lo scopo principale dell’autodifesa;
  2. La savate romantica, che usava gli stessi colpi, ma anche nella parte alta, praticata per gioco.

Le tecniche di braccia usate sono le stesse usate del pugilato: diretto, gancio e montante. 

Durante la seconda guerra mondiale, la savate si diffuse tra le brigate partigiane, per questo venne proibita dal fascismo. Al termine del conflitto, il savateur Pierre Baruzy riportò in auge questo sport, rifondando il Committee National de Boxe Francaise e individuando nuovi standard per la disciplina. 

Il regolamento della savate

A differenza di altri sport di combattimento come muay thai, full-contact e kickboxing dove si combatte a piedi nudi, nella savate si usano scarpe senza tacco con suola e punta rinforzate. I colpi vengono portati con il collo, con la punta del piede e con i talloni. Si può colpire l'avversario ovunque tranne che sulla nuca o nel triangolo genitale. I colpi sulla schiena non sono irregolari, ma non comportano nessun punteggio per chi lo sferra. 

I colpi non hanno tutti lo stesso valore: i calci al viso, e in generale tutti quelli portati con le gambe (tranne quelli bassi), valgono di più di una serie infinita di colpi portati con le braccia.

Cosa serve per fare savate

Per iniziare a praticare la savate e allenarsi in sicurezza sono necessari:

  • Scarpe da savate;
  • Caschetto, per proteggere la testa dai colpi dell’avversario;
  • Paradenti, per proteggere l'arcata dentaria e l'interno delle labbra dai colpi dell'avversario;
  • Guantoni, per proteggere le falangi delle mani dall'impatto dei pugni;
  • Fasce per le mani, per avere una maggiore aderenza tra la mano e il guantone;
  • Paraseno, per proteggere le ghiandole mammarie delle donne dai colpi dell'avversario;
  • Conchiglia, per proteggere la zona inguinale dai colpi dell'avversario.
  • Parastinchi (facoltativo), per proteggere gli stinchi dai colpi dell'avversario;
  • Paragomiti, per proteggere i gomiti dai colpi dell'avversario;
  • Corda, per allenare l'atleta ad avere una buona coordinazione psico-fisica-motoria;
  • Cavigliere, per prevenire infortuni alle caviglie;
  • Per le competizioni, la tenuta ufficiale è una tuta-body chiamata “integrale” o una canotta e un paio di pantaloni da savate.