Un difensore, un leader, un predestinato. Un vincente, anche. Alessandro Nesta è difficile da inquadrare in una sola categorie: stelle come la sua in Serie A - e non solo - non passano così spesso.
Ma è forse la sua miglior qualità: non ha mai scelto di essere inquadrato, ha sempre fatto la cosa giusta: in campo, soprattutto. Un timing perfetto nel suo modo di vivere con i compagni e contro gli avversari. Universalmente riconosciuto tra i difensori migliori al mondo dell’ultimo trentennio, capace di mettere d’accordo due città - Roma e Milano -, due squadre - Lazio e Milan -, un solo Paese.
Cuore biancoceleste
Tutto parte da Roma, da due colori precisi: il bianco e il celeste. Non c’era scelta, d’altronde: papà Giuseppe non avrebbe potuto immaginare altro. Ecco perché, quando la Roma prova a renderlo giallorosso, proprio non riesce a darsi pace. Alla fine sceglierà la parte della città che tutta la famiglia ha sempre amato e sarà una storia d’amore lunghissima: entra nel mondo Lazio a 9 anni appena, andrà via 26 ma solo per una big. Nel frattempo, con i biancocelesti vince tutto quello che si poteva: un campionato Primavera ovviamente da protagonista, due Coppe Italia, una Supercoppa italiana e ovviamente quello scudetto 2000 che difficilmente a Roma dimenticheranno in fretta. Il 19 marzo, in occasione del suo 47° compleanno, sarà il primo spettatore interessato di un derby che a questo punto della stagione non vale solo la supremazia cittadina ma anche una bella fetta di Champions League.
Il vinci-tutto rossonero
Quella stessa Champions che lui ha conosciuto bene, anche se altrove. “Avrei voluto giocare tutta la vita con la Lazio” dirà Nesta nell’estate del 2002. Ma non sempre la vita va come ci aspettiamo. Il Milan approfitta delle difficoltà economiche del club di Cragnotti e lo strappa ai biancocelesti per vecchi 60 miliardi, ma è un colpo che renderà alla grande: al primo anno vince appunto la Champions League, si ripeterà ancora nel 2007, con il Milan si guadagna anche una Coppa del Mondo per Club, una Supercoppa UEFA e tanti titoli italiani tra la Coppa Italia, due Supercoppe italiane e soprattutto due scudetti con Ancelotti prima e Allegri poi, dimostrando a 36 anni di essere ancora uno dei centrali più forti in circolazione in Europa, capace di arginare persino le stelle più lucenti, come quella di Leo Messi.
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Il campione in panchina
L’apice della carriera arriva nel 2006, quando con la nazionale di Lippi vince la Coppa del Mondo. La difesa italiana con Cannavaro e Buffon sembra un blocco di granito, tra le migliori della storia del nostro calcio. Ma anche in Germania nel 2006 la fotografia perfetta della carriera di Nesta: i problemi fisici l’hanno sempre accompagnato, in quel Mondiale salterà le ultime partite proprio a causa di guai che lo mettono ko e danno spazio all’amico-rivale interista Materazzi. Dopo quella esperienza dirà sostanzialmente addio all’azzurro, con cui aveva vinto anche un Europeo giovanile nel 2006. Si sposterà in Canada prima di chiudere la carriera, ritroverà l’amico di sempre Marco di Vaio e poi saluterà tutti prima di rimettersi in gioco in panchina tra Mls e Italia.