Chi più ne ha, più ne metta. C'era una volta la Coppa Intercontinentale, quella che ci faceva impazzire con l'insopportabile rumore delle finte trombette (arrivavano dagli altoparlanti), quella che ti alzavi alle 5 del mattino per vedere Michel Platini segnare uno dei più bei gol della storia del calcio, salvo vederselo misteriosamente annullare: stop di destro, sombrero e sinistro al volo nell'angolino per il 2-1 Juve sull'Argentino Juniors (i bianconeri avrebbero comunque vinto poi ai rigori).
O quella della punizione di Evani al 119' contro l'Atletico Nacional di Medellin per la prima delle due alzate consecutivamente dal Milan di Sacchi. Ora che la Fifa ha lanciato il Mondiale per Club, al via la prossima estate, si pensava che la vecchia Intercontinentale fosse andata definitivamente in soffitta, ricordo da spolverare in qualche domenica autunnale di pioggia seduti sul divano con la coperta sulle gambe e un the caldo tra le mani. "Ti ricordi quante botte prese il Milan dall'Estudiantes alla Bombonera nel '69? Combin sembrava Monzon dopo 15 round con Griffith". Dal 2004 si era fusa con la Coppa del mondo per club Fifa. L'ultimo ad alzarla era stato il Porto che aveva superato ai rigori i colombiani dell'Once Caldas. Eh no, calma. Nemmeno le briciole si lasciano sul tavolo. Il calendario è strapieno? Rinviano Bologna-Milan (ma varrebbe anche per Psg-Angers, Liverpool-Brighton o Bayern-Werder Brema) e il recupero lo giocano dopo tre mesi abbondanti? Poco importa. Su, palla al centro e si gioca. Anche la Coppa Intercontinentale. Sì, proprio quella.
Ma con chi? Dove? E, soprattutto, quando? Fate i bravi, c'è spazio per tutti. E dunque avanti con una grande classica del calcio mondiale, Al Ain-Auckland City, i campioni d'Asia contro quelli d'Oceania. Il 22 settembre negli Emirati la squadra di Hernan Crespo s'impone 6-2 e si guadagna il passaggio al turno successivo, contro i campioni d'Africa, la squadra del secolo nel continente, gli egiziani dell'Al Ahly. Al Cairo ieri (martedì 29 ottobre, quindi oltre un mese dopo la prima gara), la seconda puntata della Coppa più lunga del mondo. Vince l'Al Ahly 3-0 che alza pure al cielo l'African Asian Pacific Cup (praticamente l'equivalente di un traguardo volante nel ciclismo). E ora aspetta. Chi? La Libertadores. Ma si deve mettere in fila. Perché ad attendere che il Sud America esprima la sua regina, ci sono prima i messicani del Pachuca, vincitori della Concacaf 2024 dopo aver battuto in finale gli statunitensi del Columbus Crew. La Champions sudamericana è agli sgoccioli (e ci mancherebbe pure che durasse un altro paio di mesi...). La prima finalista è stata scelta nella notte italiana tra martedì 29 e mercoledì 30 ottobre. Si tratta dell'Atletico Mineiro che ha eliminato il River Plate.
L'altra dovrebbe essere il Botafogo, dopo il 5-0 dell'andata rifilato agli uruguaiani del Penarol. Il 30 novembre al Monumental di Buenos Aires ci dovrebbe quindi essere un derby brasiliano per la corona continentale. Così l'11 dicembre allo stadio 974 di Doha (quello costruito coi container per il Mondiale 2022) conosceremo chi, tre giorni dopo nello stesso impianto) disputerà la semifinale con l'Al Ahly. E l'Europa? La vincente della Champions League? Il Real Madrid? Di nuovo, calma. Se ne sta bello bello ad aspettare di conoscere chi dovrà affrontare in finale, dove è qualificato di diritto in questa "originale" formula di una Coppa vecchia 64 anni. Il 14 dicembre al Lusail National Stadium di Doha, quello della finale Argentina-Francia del Mondiale 2022, i Blancos o una tra Botafogo, Atletico Mineiro, Pachuca e Al Ahly alzeranno al cielo la mitica Intercontinentale. Che non muore mai. Alla faccia del calendario strapieno. Che vuoi che siano una, due, tre, quattro gare in più? D'altronde la vecchia frase "follow the money", "segui i soldi", resa celebre dal film "Tutti gli uomini del presidente" con Dustin Hoffman e Robert Redford sullo scandalo Watergate, è sempre valida.
Fonte: gazzetta.it