Un anno fa di questi tempi la Juventus viveva altre tribolazioni, stretta in mezzo a un balletto di punti tolti, ridati e poi (in parte) di nuovo scalati, con la spada di Damocle delle sentenze e del rischio concreto di perdere l’Europa in toto, come poi è effettivamente successo. Stavolta i patemi sono solo sportivi e la Signora non può che fare mea culpa se la Champions League a inizio aprile non è ancora diventata una certezza. Sembrava tutto facile, invece il ritorno nella Coppa che più conta è diventato parecchio più complesso. Il punto più basso — almeno così sperano società e tifosi — è stato toccato a Roma con la Lazio, col gol di Marusic all’ultimo respiro che ha gettato la squadra nella disperazione. Prima gli urlacci a tutto il gruppo, poi un confronto più disteso con i senatori per serrare le fila in vista delle prossime partite: così Massimiliano Allegri ha cercato di motivare i suoi dopo averli strigliati nella pancia dell’Olimpico, perché il calo di attenzione che ha permesso ai biancocelesti di vincere la partita non gli è andato giù. Da lì però deve cominciare la risalita anche in campionato, dopo la vittoria in Coppa Italia, perché la Juventus non può permettersi di non arrivare tra le prime quattro. Allegri sa che Fiorentina e derby saranno decisive in chiave Champions. Dopo il Cagliari (che comunque deve salvarsi) inizierà una serie di pericolosi scontri diretti (Milan, Roma e Bologna) che suggerisce di fare punti prima. Per questo l’allenatore ha deciso che era arrivato il momento di alzare la voce e creare una sorta di unità di crisi per uscire dal tunnel in cui si è cacciata la Signora. Il confronto a caldo tra allenatore e squadra è stato piuttosto acceso. Poi però, una volta smaltita la rabbia per la sconfitta, il tecnico ha riunito i suoi fedelissimi per un colloquio più sereno. A Danilo, Rabiot, Alex Sandro e Szczesny, che sono il capitano, i due vice e il portiere titolare, Allegri ha chiesto una mano per sensibilizzare il resto della squadra. L’obiettivo di Allegri è tenere alta l’attenzione ed evitare altri crolli nei minuti finali che possano compromettere ulteriormente il quarto posto. Ha fatto leva sul senso di responsabilità e sull’orgoglio della squadra, che fino a due mesi fa era in lotta per lo scudetto e adesso rischia di veder sfumare tutto per la gestione scellerata dell’ultimo periodo. Massima disponibilità da parte degli “anziani” del gruppo, che sanno benissimo che cosa significherebbe un’altra stagione senza Champions: fallimento e inevitabile ridimensionamento. Una sorta di patto per l’Europa, l’unica cosa che conta davvero in questo momento: il futuro passa attraverso il presente e adesso la Juve non può più sbagliare. La vittoria in Coppa Italia ha portato uno spiraglio di sereno, ma la vera prova del nove sarà con la Fiorentina: domani capiremo se la ricarica di Max avrà avuto effetti positivi. Non è ancora tempo di bilanci: Allegri è convinto che la Champions arriverà, anche se con più sofferenza rispetto a quanto messo in preventivo, mentre i giocatori sembrano avere qualche timore in più. Il tecnico sa benissimo che il suo destino è appeso al sottile filo dei risultati: senza il quarto posto, obiettivo sbandierato fin da inizio stagione, difficile che si possa andare avanti con lo stesso timoniere sebbene Max abbia un altro anno di contratto. E magari senza Champions potrebbe essere lui stesso a fare un passo indietro, anche se al momento non ci sono segnali che vanno in questa direzione.
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Allegri, futuro in bilico: lo sfogo di Roma e il patto coi senatori
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