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Serie A Enilive

Alvaro Recoba, un talento "quasi" sprecato... ma quante magie

Carlo Carillo
Alvaro Recoba, un talento "quasi" sprecato... ma quante magie(C)Getty Images

Un tiro forte, potente, preciso, di fantasia, di sinistro. Si sprecano parole, metafore, paragoni.

Alvaro "El Chino" Recoba in Serie A TIM è stato un campione così bello da vedere che ne abbiamo goduto troppo poco. E forse anche lui ne ha goduto poco... del suo talento, della sua magia.

Álvaro “El Chino” Recoba sarà sempre ricordato per il suo tiro, una traiettoria eterna al Meazza, 72 gol impossibili da dimenticare per i tifosi nerazzurri che lo veneravano, una passione sempre condivisa dagli allenatori di Recoba e da Massimo Moratti.

Il mancino di Recoba ha incantato ovunque: Danubio, Nacional, InterVeneziaTorino, Panionios. È stato nominato miglior giocatore in Uruguay dal quotidiano El País di Montevideo nel 2012.

Alvaro Recoba può vantare due scudetti con l'Inter, due Coppe Italia, due Supercoppe, la Coppa Uefa del 1998 con i nerazzurri e due scudetti in Uruguay a fine carriera. Con l'Uruguay, in Nazionale, ha totalizzato 69 presenze e 11 gol.

Alvaro Recoba Inter DAZN

Alvaro Recoba, le origini di un talento irripetibile

Gran parte del Sudamerica ha subito negli anni una dittatura militare, è questo il caso dell'Uruguay della seconda metà del XX secolo. In questo contesto particolare e assai complesso nasce Álvaro Alexander Recoba, precisamente il 17 marzo 1976.

Il soprannome è quello dei più banali, perché si sa in Sudamerica ognuno ha un soprannome, fin da piccolo, che porterà ovunque. Alvaro ha dei lineamenti orientali e così viene soprannominato "El Chino" cominciando a giocare al Danubio e debuttando, in prima squadra, all'età di 17 anni.

Sinistro favoloso, incantevole e potente. Non solo, dribbling e facilità nel superare gli avversari con una velocità e astuzia che delizia il pubblico uruguaiano e presto incanterà quello europeo.

Nei primi due anni al Danubio, Recoba mette a segno 11 gol in 34 partite, poi passa al Nacional, il club di maggior successo in Uruguay. Tra il 1996 e il 1997 El Chino segna 17 gol in 33 partite. La maturazione calcistica di Recoba arriva a 21 anni, con quattro stagioni nella massima serie del calcio uruguaiano, e così è pronto a fare le valigie per il Vecchio Continente.

Recoba, un debutto da sogno con l'Inter

Si dice che in quel periodo ad Appiano Gentile girano delle videocassette del Nacional. Moratti vede e segue quelle partite e letteralmente si innamora di El Chino, lo vuole a tutti i costi e così l'uruguaiano veste la maglia dell'Inter. Pronto per il grande salto, per il grande palcoscenico.

Mancano dieci minuti alla fine di un match che l'Inter sta perdendo, a San Siro, per 1-0 contro il Brescia di Andrea Pirlo. Siamo alla prima giornata di Serie A TIM della stagione 1997/98. Moratti ha appena battuto il record mondiale per l'acquisto di un certo Ronaldo dal Barcellona. Prima della partita tutte le attenzioni e le telecamere sono per "O Fenômeno". Le aspettative sono alte, i tifosi nerazzurri ora vogliono lo scudetto. Il tricolore manca da quasi dieci anni...

A pochi minuti dalla fine nella diffidenza generale a San Siro entra Alvaro Recoba, un altro acquisto sudamericano, ma molto meno sconosciuto di Ronaldo. Recoba riceve un passaggio di Benoît Cauet e manda la palla nell'incrocio dei pali da 30 metri. San Siro diventa una bolgia, El Chino comincia a esaltare il suo nuovo pubblico.

L'Inter poi va in vantaggio, ma non finisce qui. Con gran personalità Recoba si prende una punizione dalla lunga distanza e con gran precisione segna. 

Moratti ha fatto il doppio colpo: Ronaldo il Fenomeno e Alvaro Recoba. L'Inter può sperare nello scudetto che manca dal 1989. È nata una nuova stella a San Siro, o meglio così si spera.

Alvaro Recoba Inter esultanza

Alvaro Recoba, il rapporto con Moratti 

"Poteva essere il migliore al mondo, un fenomeno, con capacità tecniche uniche. Io Recoba l'ho davvero amato" M. Moratti.


Purtroppo i due gol con cui si è presentato all'Inter non rispecchiarono poi appieno le alte aspettative dei nerazzurri. 

Nonostante la sua discontinuità, Recoba era sicuramente il giocatore preferito di Massimo Moratti che per un brevissimo periodo lo rese il giocatore più pagato dell'Inter. Una discontinuità in campo che arrivava soprattutto dalla svogliatezza di Recoba negli allenamenti e nella disciplina. 

"A Moratti devo tantissimo, ha sempre creduto in me ed è sempre stato al mio fianco anche quando le cose non andavano bene". Si è sempre espresso così El Chino sul "suo" presidente.

Così Recoba viene mandato in prestito al Venezia dove mostra tutte le sue qualità. Anche in laguna è amato dal tecnico Novellino e dal presidente Zamparini.


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L'uomo del "destino" al Venezia: Alvaro Recoba

Walter Novellino al Venezia ha esaltato, forse, al massimo le qualità di Recoba. Novellino ha lasciato a El Chino assoluta libertà in attacco e in allenamento così da farlo esprimere al meglio. In un prepartita si racconta che il tecnico disse ai suoi "Il Chino è un fenomeno, fa quello che vuole in avanti".

Così Recoba fa gol e assist per i compagni: 11 marcature in 19 presenze. Filippo Maniero in attacco gode del partner d'attacco, infatti passa da zero gol a 12 in metà campionato. Un impatto devastante di Recoba che porterà il Venezia a una salvezza insperata. 

A Venezia si fanno vittime illustri come una Fiorentina in corsa per lo Scudetto abbattuta per 4-1, grazie a una tripletta da urlo del fantasista uruguagio, che infine saluterà tutti con la specialità della casa: un calcio di punizione proprio contro l’Inter, nella giornata che certifica la salvezza dei arancioneroverdi.

Il ritorno di El Chino all'Inter

Recoba è tornato a San Siro per la stagione 1999/2000 ed è diventato titolare sotto la gestione Lippi, collezionando un totale di 27 presenze in campionato. Dopo il 21 novembre non ha saltato una partita, chiudendo in doppia cifra il campionato. L'Inter è arrivata quarta in Serie A, quindi si è qualificata per i turni preliminari di Champions League, e ha raggiunto la finale di Coppa Italia.

La squadra cadeo poi nella fase di qualificazione alla Champions League 2000/01 contro l'Helsingborg, privando Recoba, allora 24enne, della possibilità di debuttare nella massima competizione europea. 

Recoba, inoltre, ha dovuto fare i conti con un nuovo allenatore: via Lippi, dentro Tardelli. Dopo la debacle dell'Helsingborg, l'Inter esce dalla Coppa UEFA, raggiungendo gli ottavi di finale, con Recoba che segna ben tre gol in otto partite nella competizione.

Recoba nell'epoca Cuper

Nella stagione 2001/2002 arriva Hector Cuper all'Inter. Comincia l'epope de "El hombre vertical" a San Siro. Moratti sceglie bene il suo nuovo allenatore e si aspetta il massimo da lui e da tutta la squadra, visti i recenti fallimenti in ambito nazionale e internazionale.

Recoba si fa vedere in primavera con una doppietta contro la Roma a San Siro. Una punizione sempre impeccabile e un assist perfetto per Bobo Vieri. Il 3-1 inflitto ai giallorossi regala punti pesanti all'Inter che va in fuga dalle insegutrici. 

Sembra l'anno buono per lo scudetto e per la consacrazione di Recoba, ma poi arriva il 5 maggio e la debacle nerazzurra fa vincere il tricolore alla Juventus. All'Olimpico, contro quella Lazio, tutta l'Inter sparisce, compreso El Chino.

Nel 2002/03 Ronaldo vola a Madrid e tutta la responsabilità andrà su Recoba con la massima fiducia di Cuper. I nerazzurri sono in lotta per lo scudetto e arrivano in semifinale di Champions League dove affrontano i rivali di sempre, i cugini del Milan. Gli infortuni di Vieri e Crespo hanno lasciato nel frattempo un vuoto in avanti e per Recoba si fa dura sorreggere il reparto d'attacco.

In finale, a Old Trafford, ci va il Milan che poi vincerà la Champions League contro la Juventus in una gara tutta all'italiana. El Chino Recoba non si conferma il leader che tutti si aspetttavano: l'allenatore, il presidente e tutto il popolo nerazzurro perdono poco a poco le speranze nell'uruguagio.

Alvaro Recoba compleanno Inter

Recoba dopo l'Inter

Con la maglia nerazzurra Alvaro Recoba ha siglato 72 gol in 276 partite lasciando il club nel 2007. Successivamente approda al Torino e poi un biennio in Grecia con il Panionios. Sono delle stagioni opache in cui non ci sono acuti per l'attaccante uruguagio. El Chino torna a casa al Danubio e poi chiude la carriera nel suo Nacional, proprio come aveva cominciato.

Recoba ha disputato in totale 613 partite, nazionali comprese, con 200 gol segnati e 10 titoli vinti. Dice addio al calcio il 31 marzo 2016, con una partita celebrativa disputata allo Stadio “Gran Parque Central” di Montevideo con alcuni dei migliori talenti sudamericani della sua generazione, tra cui Carlos Valderrama, Juan Román Riquelme e gli ex compagni di squadra Javier Zanetti e Iván Zamorano.

Ha anche vestito la maglia dell’Uruguay per dodici anni, partecipando ai Mondiali del 2002.

E se si potesse riavvolgere tutto...

Recoba è arrivato da giovane promessa in Italia compiendo un esordio da sogno. Si può forse dire che quei 18 minuti contro il Brescia siano stati proprio il punto culminante della sua carriera, una carriera falcidiata da infortuni, delusioni e potenziale mai realizzato puntellato da fugaci momenti di pura brillantezza e classe. 

L'Inter in quegli anni è diventata sì una forza dominante vincendo poi sei importanti trofei, ma l'influenza di Recoba su quei titoli è stata "limitata". Sarà ricordato sempre con affetto e amore dal popolo nerazzurro, ma rimarrà sempre quell'interrogativo "e se..."

Una visione diversa ce l'ha lo stesso Recoba che dopo la sua partita d'addio, ha commentato: "Sono stato fortunato a giocare con così tanti campioni, e sarò sempre grato. Sono sempre stato felice durante la mia carriera, perché ho fatto del mio lavoro il mio hobby e ho sempre voluto intrattenere le persone. Non rimpiango nulla".

Il calcio infondo regala sempre delle storie uniche e quella di El Chino Recoba ne è un esempio.