Error code: %{errorCode}

Calcio

Ambrogino d'Oro all'Inter. Lautaro: "Dobbiamo continuare su questa strada"

Matteo Nava
Ambrogino d'Oro all'Inter. Lautaro: "Dobbiamo continuare su questa strada"N/A

Dopo 13 anni l'Ambrogino d'Oro torna all'Inter. Comincia così di fatto un altro weekend di festa nerazzurra che culminerà con la consegna del trofeo della Serie A domenica pomeriggio davanti al pubblico del Giuseppe Meazza. L'ultima volta che il club aveva ricevuto il premio era nel marzo 2011 come riconoscimento dei cinque titoli vinti l'anno precedente, quel 2010 del leggendario Triplete. Oggi, invece, a portarli in piazza della Scala è il 20° scudetto, quello della seconda stella.

Ufficialmente sulla lista dei premiati è presente il nome di tutti i componenti della rosa di Simone Inzaghi, l'allenatore stesso, il presidente Steven Zhang e i vertici dirigenziali. Mentre il numero uno della società è però ancora in Cina alle prese con il nodo Oaktree-Pimco, nella sala Alessi di Palazzo Marino il sindaco di Milano Giuseppe Sala accoglie sul palco i protagonisti della stagione trionfale. Dopo un video-riepilogo della stagione che ha toccato le tappe salienti dell'annata - Supercoppa italiana compresa - il primo cittadino prende la parola: "Devo cercare di essere istituzionale, ma il mio interismo viene fuori... Mio padre aveva paura di volare e prendere un aereo era un dramma, ma riusciva a prenderlo se doveva vedere l'Inter all'estero. Mi ha trasmesso così il sentimento". Poi Sala passa ai ringraziamenti: "Complimenti innanzitutto ai giocatori, non solo perché avete vinto, ma anche perché il vostro comportamento è stato sempre in linea con i valori della città. Vi chiamate Internazionale e Milano vuole essere soprattutto una città aperta, moderna, internazionale. Ormai il 21% dei residenti non è italiano di origine e di milanesi da due o tre generazioni ce n'è pochissimi. Cambiamo continuamente, con un senso di accoglienza che ci caratterizza. Il secondo ringraziamento va al mister: mi identifico un po' perché sono sindaco da otto anni e fare questo mestiere significa saper gestire le critiche. Siamo in un periodo storico in cui quando qualcosa non va bene si vuole cambiare: il sindaco, l'allenatore e via dicendo. Poi si resiste, motivati, e i risultati arrivano. E poi grazie alla dirigenza, allo staff e a tutto il personale fino all'ultimo magazziniere, per il lavoro fatto che è un po' in autogestione. Però l'ultimo ringraziamento va a Steven Zhang con cui mi sono messaggiato ieri e che da lontano ha un affetto e un amore straordinario per questa squadra. Un ringraziamento particolare al capitano Lautaro, non solamente per quanto fatto in campo ma anche per il tuo essere così milanese. Sei arrivato da lontano, ma con la tua famiglia dai il senso di stare bene qua. La vita però va avanti - conclude con una battuta il sindaco -, non è un punto d'arrivo perché l'auspicio è di vedere un 21° campionato. Ovviamente ho ancora tre anni e ho detto ai milanisti che se passassero da 19 a 20 scudetti ci sarebbero loro qua. Ma intanto oggi c'è l'Inter...".

Il secondo a parlare è l'amministratore delegato Giuseppe Marotta: "L'Ambrogino è un riconoscimento prestigiosissimo, credo sia l'icona della riconoscenza della città e siamo contenti di riceverlo. Tutti sappiamo che il calcio oltre a una disciplina sportiva è un fenomeno di business, ma principalmente è un fenomeno sociale di forte aggregazione. Abbiamo tutti in mente la sfilata del nostro bus dopo la partita con il Torino e quelle ali di folla che hanno dato calore alla squadra che era sul pullman. Erano circa 500mila persone tra il percorso e il Duomo. Lungo il percorso ho visto mamme, papà e figli che attraverso la voglia di vivere un sentimento forte come la felicità inneggiavano ai nostri colori. Abbattendo, e questo è il significato più forte, tutte le barriere di carattere etnico, culturale, sociale, economico. Lo sport ha questa forte valenza e oggi questo riconoscimento dobbiamo attribuirlo ai nostri giocatori e al nostro allenatore, ma non c'è squadra che vince che non abbia alle spalle una società forte. Una società che abbia chiaro i valori che possono portare successo. Dobbiamo quindi ringraziare tutte le figure che non sono sotto i riflettori ma che contribuiscono a supportare la squadra che va in campo cercando con loro di arrivare a essere i campioni d'Italia e di conquistare la seconda stella. Il nostro compito dirigenziale è quello di trasmettere i valori importanti della vita e che poi devono essere considerati quelli dell'attività d'impresa: un forte senso di appartenenza, la cultura del lavoro, l'ambizione di voler vincere. Non è un sinonimo di arroganza, ma significa avere idee e obiettivi chiari che ci portano risultati vincenti. Non dobbiamo nasconderci dietro risultati che ci possono limitare, ma avere il coraggio di affrontare gli avversari: poi se gli altri saranno più forti di noi, gli faremo i complimenti. Abbiamo raggiunto un traguardo importante, ora cercheremo di mettere le basi per continuare su questa striscia di risultati vincenti cercando di alzare ancora di più l'asticella. Siamo l'Inter e abbiamo l'obbligo di guardare i successi sportivi della storia societaria come i 20 scudetti che sono merito anche delle proprietà che ci hanno preceduto. Porto infine i saluti da parte del presidente Zhang che oggi non ha potuto partecipare, ma che non ha mai fatto mancare affetto e sicurezza, applicando fortemente il concetto della delega. Sicuramente soffrirà questa mancanza, noi siamo riconoscenti alla sua famiglia per quanto fatto in questi anni: hanno profuso capitali, ma soprattutto hanno inculcato in noi il valore della fiducia che ci hanno portato a raggiungere risultati straordinari".

Brevi infine gli interventi "a braccio" della parte tecnica dell'Inter, a partire dall'allenatore nerazzurro: "Chiaramente è un grandissimo onore per noi essere qua perché sappiamo quanto è prestigioso questo premio. A nome mio e di tutta la squadra siamo però noi a ringraziare la città e i nostri tifosi perché sappiamo che senza di loro questo percorso non sarebbe stato fatto con così tanta fiducia, nella cavalcata che ci ha permesso di essere qui". Per concludere, il capitano Lautaro: "È un onore per noi ricevere questo premio, ringrazio il sindaco e tutta la gente di Milano, i nostri tifosi, i compagni e tutti coloro che lavorano insieme a noi, perché abbiamo fatto una cosa importantissima. Dobbiamo continuare su questa strada pensando al nostro obiettivo di portare l'Inter più in alto possibile".  Dopo Marotta, è toccato anche ad Alessandro Antonello presentarsi al microfono di Palazzo Marino: "Per noi è un onore essere in questa storica Sala, questa occasione rimarrà scritta nella storia del nostro prestigioso club. Per noi questo riconoscimento ha un'altissima valenza, perché fu istituito nel 1925 come riconoscimento 'agli uomini, alle donne, alle associazioni e alle organizzazioni che hanno saputo dare un contributo speciale alla città'. È quindi riconosciuto questo contributo a testimonianza del legame indissolubile con Milano che portiamo sempre con noi su tutti i campi e in ogni città d'Europa e del mondo. La conquista della seconda stella sul campo è anche suggello della crescita del nostro club negli anni, sotto tutti i punti di vista. La nostra società ha impostato un percorso di sviluppo a supporto della competitività sportiva, un percorso che ha visto l'Inter espandere la propria influenza e contaminarsi con altri mondi portando il proprio brand a un livello globale. Con orgoglio mettiamo la nostra città in contatto con milioni di fan e con le nuove generazioni di tutto il mondo. È un circolo virtuoso che si è alimentato dell'impegno di tutte le componenti dell'Inter, ma soprattutto della passione incondizionata dei tifosi interisti che ci seguono con straordinario affetto".

E, dopo i riferimenti alla festa scudetto, il Ceo Corporate Antonello conclude: "Questo traguardo meraviglioso è per noi la migliore motivazione per continuare a lavorare insieme, per migliorarci e per proseguire questo percorso. L'Ambrogino d'Oro deve essere un bellissimo punto di partenza".

Fonte: gazzetta.it