“Non c’è niente che mi possa togliere il sonno”. Carlo Ancelotti sta preparando il ritorno dei quarti contro il Manchester City dopo lo stupendo 3-3 dell’andata. Nella panca dell’Etihad Stadium, che domani sarà il teatro di quel sogno chiamato semifinale di Champions, Carlo alza il sopracciglio come solo lui sa fare quando gli chiedono se c’è qualcosa che gli possa togliere il sonno, prima della seconda sfida in una settimana con i campioni d’Europa in carica. “Ho tanta fiducia nella mia squadra, nei miei giocatori, in come stiamo bene e in quello che abbiamo fatto quest’anno. Dormirò bene stanotte”.
Ancelotti rifiuta di vedere la partita come un duello tra giganti della panchina con Pep Guardiola e rimette l’attenzione sui giocatori. “La partita d’andata è stata molto bella e competitiva e sono certo che lo sarà anche questa: il calcio è dei giocatori però”. Vero, ma è anche dei maestri come lui, che devono preparare la partita. E Carlo, spaziando tra lo spagnolo e l’inglese, ha ben chiaro in mente che tipo di partita deve preparare. “Vogliamo giocare una partita completa - dice -: dobbiamo attaccare, difendere, evitare di perdere palla, giocare bene in attacco e in contropiede. Non possiamo concentrarci solo sul un aspetto del gioco. E non dobbiamo pensare alla partita dello scorso anno: quello che stato è stato, dobbiamo tenere in mente solo la partita dell’andata la settimana scorsa. Dobbiamo lottare, avere fiducia in quello che stiamo cercando di fare: siamo in parità, ci sono altri 90’ da giocare e tutto può succedere. Noi dobbiamo avere la fiducia di possedere le qualità che servono per creare problemi. Ma Pep può stare tranquillo: ci conosciamo bene, non c’è niente da inventare”.
Ancelotti trasmette una di quelle che sono le sue qualità migliori come allenatore: la calma. È in controllo della conferenza stampa come lo è della partita. Rifiuta di farsi trascinare nelle polemiche su Haaland (“Probabilmente è il miglior centravanti del mondo e se non ha segnato all’andata è merito della nostra difesa”), di riconoscere Real-City come il nuovo classico moderno della Champions, nonostante le due squadre si affrontino nella fase ad eliminazione diretta per il terzo anno consecutivo (“Ci sono tante squadre che possono vincere la Champions”), di farsi intimorire dalle statistiche che dicono che il Real qui lo scorso anno ha perso 4-0 e che il City non perde in casa in coppa da anni. “Per me le statistiche sono fatte per essere superate. Ci sono tanti posti dove il Real non aveva vinto e con me ha vinto”.
Calma e fiducia è quello che ha trasmesso anche il giocatore che ha preceduto Ancelotti nella sala stampa dell’Etihad: Jude Bellingham. Maturo ben oltre i suoi 20 anni, più in difficoltà con lo spagnolo di quanto lo sia con le difese della Liga, la nuova stella del Real ha omaggiato il suo tecnico nel riconoscere quanto importante sia stato per il suo fenomenale inserimento al Real. “La firma di un grande allenatore è quando ti fa credere di essere migliore di quello che tu pensi di poter essere. Ancelotti mi dà quella fiducia ogni giorno - dice Bellingham -, oltre alla libertà di scendere in campo ed essere il più efficace possibile. Con me è stato incredibile, mi ha aiutato a capire il mio potenziale anche facendomi giocare per la prima volta in carriera. È sicuramente merito suo se ho cominciato così bene e sono estremamente grato di averlo come allenatore”. C’è un altro messaggio ben oltre i suoi 20 anni che Bellingham vuole lanciare, uno forte contro il razzismo e non solo a sostegno del suo amico Vinicius. “È vergognoso quello che deve subire, vergognoso che un giocatore debba prepararsi per una partita in trasferta sapendo che i tifosi avversari possono insultarlo per il colore della sua pelle. Vorrei che il calcio facesse di più per evitare che succeda, perché se uno come Vini fosse costretto a fare un passo indietro per quello che sta succedendo sarebbe una perdita enorme per tutto il calcio”.4
Fonte: Gazzetta.it