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Calcio

Ancelotti: "Via dal Real? Mica decido io. Magari faccio altri 4 anni come Florentino..."

Filippo Maria Ricci
Ancelotti: "Via dal Real? Mica decido io. Magari faccio altri 4 anni come Florentino..."N/A
Nella conferenza pre Salisburgo, il tecnico italiano ha voluto fare luce sulle voci che lo volevano fuori dal Real alla fine di questa stagione. Mbappé: "Io timido? No, umile. Ma ora è scattato un clic..."

Gli hanno presentato la domanda sulla presunta notizia, “È vero che ha deciso di andarsene a fine stagione?”, e Carlo ha iniziato a ridere. Poi ha chiuso il rubinetto delle fake news: “No, no”. Una pausa, poi serio: “Voglio essere molto chiaro, la mia data di uscita da questo club non la deciderò mai io, mai. So perfettamente che arriverà quel giorno, ma non si quando e non lo deciderò io. Può arrivare domani dopo la partita col Salisburgo, o tra qualche partita. O tra un anno, o tra 5, dipende. Ed è impossibile dirlo ora. Ma io ho un vantaggio: abbiamo qui con noi come presidente Florentino (Perez, appena rieletto ndr) per altri 4 anni: ecco il mio obiettivo è fare lo stesso cammino con lui, così organizziamo un grande addio insieme con tutto l’affetto del mondo”.

Tutti a ridere con Carlo, numero uno anche nella comunicazione. Una risata per seppellire un’invenzione radiofonica. Nella notte tra domenica e lunedì Onda Cero ha assicurato che a fine stagione Carlo Ancelotti andrà via dal Real Madrid per decisione propria, e che al suo posto arriverà Xabi Alonso. Il tecnico della Casa Blanca ieri ci aveva già smentito la cosa privatamente, oggi l’ha fatto pubblicamente. Kylian Mbappé è uno spettacolo anche fuori dal campo. Si è presentato in conferenza stampa e col suo perfetto castigliano ha parlato di sé con un’onestà encomiabile, mostrando qualità di leader notevoli. Immaginiamo la faccia di Ancelotti, che con Kroos in pensione e Modric verso i 40 anni sta disperatamente cercando uno che guidi il suo spogliatoio di stelle.  Hanno chiesto al francese da cosa derivava la sua timidezza iniziale. “No, io non sono timido e non lo sarò mai. Ma arrivi qui in una squadra che nella stagione precedente ha vinto tutto e cosa fai? Il primo giorno inizi a dire, ‘Ehi tu, passami il pallone!’ a chi ha appena conquistato Liga e Champions. Il calcio non va così. Bisogna andare piano, con calma. Per questo timido non è la parola giusta, il termine corretto è umile”.

E sul suo lungo periodo di adattamento: “Non giocavo bene perché pensavo troppo. E se pensi troppo non va bene. Pensavo a dove mettermi, a come smarcarmi, se andare a sinistra ma c’era Vini o a destra ma c’era Rodrygo. Troppi pensieri. E poi mi dispiaceva perché venire qui era il mio sogno e volevo far bene. E mi dispiaceva giocar male, la cosa mi ha toccato. A un certo punto dopo la partita di Bilbao ho detto ‘Bam’, basta. Era una questione mentale, non fisica. Stavo bene col gruppo, dipendeva da me. Sapevo che dovevo e potevo fare di più, non ero venuto al Madrid per giocare male, e ho iniziato a giocare meglio. E ora mi sento benissimo, e abbiamo davanti a noi tutta la seconda parte della stagione con tantissime cose in ballo. Siamo pronti”.  “L’obiettivo dei gol? Il più possibile. Se in partita ho tre occasioni spero di fare 3 reti. Dici 40 reti? Se sono di più è meglio. Ora ne ho fatti 18 e non mi pongo limiti”

Fonte: Gazzetta.it