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Calcio

Anche la Germania avrà la quinta squadra in Champions: Inghilterra e Spagna, che flop!

Salvatore Malfitano
Anche la Germania avrà la quinta squadra in Champions: Inghilterra e Spagna, che flop!N/A

Senza pensare alle cabale dell’Uefa, potrebbe sembrare quasi una misura per riequilibrare. Dal 2010 al 2023 soltanto tre volte Italia e Germania hanno avuto la possibilità di esultare per la vittoria della Champions League: l’Inter nel 2010, Bayern Monaco nel 2013 e nel 2020. Nel resto dei casi, sono state di fatto Inghilterra (4) e Spagna (7) ha stabilire un oligopolio. Eppure, Bundesliga e Serie A hanno legittimato sul campo il premio delle cinque squadre qualificate di diritto alla prossima edizione della massima competizione europea. La Germania infatti ha blindato aritmeticamente una delle prime due posizioni del ranking Uefa della stagione 2023-24, proprio come aveva fatto l’Italia poche settimane fa. Ci sono arrivati in due modi molto diversi, perché i tedeschi hanno ricavato una spinta importante da Bayern Monaco e Borussia Dortmund in Champions con il Bayer Leverkusen in Europa League, mentre Roma e Atalanta sono andate forti nello stesso torneo con la Fiorentina che ha fatto altrettanto in Conference. Fra l'altro si sa già quali sono le 5 squadre certe di partecipare alla prossima Champions League (finale il 7 giugno 2025 a Monaco di Baviera): Bayer Leverkusen, Bayern Monaco, Stoccarda, Lipsia e Borussia Dortmund. Il flop più pesante è senz’altro quello delle rappresentanti inglesi.

Manchester United e Newcastle sono state eliminate come ultime del rispettivo girone di Champions, mentre Arsenal e Manchester City hanno visto il proprio cammino interrompersi ai quarti di finale. In Europa League il Brighton ha retto fino agli ottavi quando ha incontrato la Roma, Liverpool e West Ham sono avanzate fino ai quarti. Soltanto l’Aston Villa tiene alta la bandiera ma in Conference. Tanto meglio non va alla Liga. La stagione era partita male da questo punto di vista, con l’Osasuna eliminato nei preliminari di Conference dal Bruges. Per quanto riguarda la Champions, il Siviglia non ha superato i gironi, la Real Sociedad è arrivata fino agli ottavi con Atletico Madrid e Barcellona che non sono andati oltre il turno successivo. Il Real Betis ha deluso sia in Europa League (terzo nel gruppo) che in Conference (uscito agli spareggi), il Villarreal è stato eliminato agli ottavi di Europa League. Insomma, le speranze di gloria della Spagna si riducono al solito Real Madrid. Impressiona, dunque, che sia la Spagna sia l’Inghilterra abbiano ceduto, almeno in qualche aspetto, la fascia delle federazioni dominanti. Anche perché – è doveroso specificarlo – entrambe partivano con otto squadre qualificate alle competizioni europee e questo può rappresentare un’arma a doppio taglio per i calcoli del ranking perché rappresentano i denominatori: più sono alti, più il numero di punti conquistato turno per turno può essere basso. Ed è proprio ciò che è accaduto. Allora c’è da essere contenti, senz’altro.

Tuttavia, l’Italia non è stata in grado di mandare nemmeno una formazione tra le migliori otto d’Europa. E anche questo qualcosa ci dice del livello del nostro calcio. Da un lato è indubbio un aumento della competitività generale. L’Atalanta, potenziale quinta della Serie A, ha dato al Liverpool, terzo in Premier League, una vera e propria lezione, che ha ben poco di casuale per chi ne conosce i metodi di lavoro e gestione. Dall’altro, è evidente che nei confronti di Manchester City, Real Madrid e Bayern Monaco che rappresentano i migliori modelli di società sportiva in assoluto c’è ancora un gap considerevole da colmare. Si fermi subito chi ne fa una semplice questione di soldi: averne tanti non significa saperli spendere e le dimostrazioni sono molteplici, dal Paris Saint-Germain al Chelsea o allo stesso Manchester United. “Non è tutto oro quel che luccica”, lo scriveva Shakespeare. Ma il suo mercante era di Venezia.

Fonte: gazzetta.it