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Calcio

Andrich contro Xhaka: fianco a fianco al Bayer, una notte da avversari per azzerarsi

Pierfrancesco Archetti
Andrich contro Xhaka: fianco a fianco al Bayer, una notte da avversari per azzerarsiN/A

Per tutta la stagione si sono mossi fianco a fianco, al massimo si guardavano le spalle, ma stasera saranno di fronte: maglie diverse, compiti opposti. Uno dovrà neutralizzare l’altro. Il tedesco Robert Andrich, 29 anni, una schiena completamente tatuata con tre teste di leoni, e lo svizzero Granit Xhaka, 31 anni, origini kosovare, che di leonino ha solo la moglie, la modella e influencer Leonita, sono considerati tra le chiavi del doppio successo del Leverkusen in questa stagione.

I loro c.t. sperano che abbiano tale importanza anche nell’ultima gara del gruppo A, Svizzera-Germania alle 21 a Francoforte. Nonostante l’età matura, Andrich è approdato da poco in nazionale, è diventato una delle scelte specifiche del nuovo corso di Julian Nagelsmann, che paradossalmente gli ha dato fiducia quando nel Leverkusen era finito in panchina, proprio per l’arrivo di Xhaka. Il mediano ha debuttato lo scorso 23 novembre perdendo 2-0 a Vienna con l’Austria, una sconfitta significativa e fondamentale per rivoluzionare la squadra. Il giovane Bundestrainer lavorava già al ritorno di Toni Kroos, ha liberato Ilkay Gündogan da compiti di copertura spostandolo più avanti e ha inventato la coppia di “doppel sechs”, il doppio sei, come dicono loro, composta da Kroos e Andrich. Il primo ha i compiti di fare girare con il suo palleggio raffinato gli ingranaggi della squadra, il secondo è il suo body-guard. Andrich, spesso accusato di eccessiva durezza, ha giocato anche da difensore nel club. Lo chiamano anche buttafuori o cane da guardia, insomma uno che usa modi spicci.

E la fama non gli dispiace, anche se non bisogna esagerare. Sul polpaccio si è tatuato un’entrata in scivolata, per fare capire che tipo è. È stato il primo ammonito della Germania a questo Europeo e stasera Nagelsmann potrebbe anche pensare di non fargli pesare troppo la diffida, usandolo in maniera limitata, ma il tecnico vuole il primo posto e lo mette sopra come priorità alla situazione disciplinare. Passare da proteggere Xhaka a proteggere Kroos non lo ha messo in difficoltà, anche se ha spiegato le differenze: "Al Bayer ci sono sempre più uomini vicino alla palla, anche se Toni e Granit danno il ritmo alla squadra. In nazionale il mio lavoro è più in singolo che non in gruppo".  Con personalità Quando è arrivato al Leverkusen, l’estate scorsa per 15 milioni, Xhaka ha ridotto le presenze di Andrich, che era anche reduce da infortunio e non gli ha fatto la guerra: "È un acquisto che ci ha fatto bene, le sue qualità non si discutono" ha detto alla Bild. E con l’infortunio di Palacios, la coppia Xhaka-Andrich ha preso il sopravvento. Per dimostrarlo, due episodi con gol: la rete del 2-0 alla Roma del tedesco, nell’andata della semifinale di Europa League a Roma.

E l’unica nella finale di coppa contro il Kaiserslautern, siglata da Xhaka. Detto che segnare non è il loro compito, la personalità dell’ex Arsenal affiora nitidamente anche in nazionale: primatista di presenze con 127 partite, 53 da capitano. "Più invecchia e più migliora, come il vino" ha scherzato Remo Freuler. "È il cuore pulsante della Svizzera, in campo e nello spogliatoio". Così Nagelsmann, ieri. Xhaka tiene il comando del gioco: 163 possessi palla, 139 passaggi nelle prime due gare, precisione vicina al 90 per cento, e 13 passaggi esatti nell’ultimo quarto. Personalità da capitano significa anche polemizzare con l’allenatore, anche se in pubblico entrambi hanno tentato di mostrare la ritrovata armonia o perlomeno di nascondere le frizioni. Per ora conta la qualificazione.

Fonte: gazzetta.it