La Champions non fa sconti e l'Atalanta paga la grande prestazione di giovedì scorso contro l'Arsenal facendosi rivoltare come un guanto da un grandissimo Como che incassa la magia di Zappacosta, macina il suo calcio che non dà punti di riferimento e a inizio ripresa sfrutta il blackout nerazzurro per piazzare tre reti in 12' con la tre 'zanzare' alle spalle di Cutrone (Strefezza, autogol di Kolasinac sul tiro di Paz e Fadera) e poi tenere il controllo del match malgrado la sfuriata di De Roon e compagni. Il rigore di Lookman all'ultimo secondo di recupero cambia ben poco. Come successo all'Inter dopo il pareggio col City, la Dea paga soprattutto in termini mentali la feroce applicazione mostrata in Coppa per arginare l'altra corazzata inglese.
Bravissimo però il Como ad approfittarne per lasciare il fondo della classifica con la prima vittoria in Serie A dopo 21 anni. Confermate le scelte della sera precedente, con Gasp che tiene inizialmente in panchina Lookman e Fabregas a inisistere su Cutrone come terminale offensivo, davanti a Strefezza, Paz e Fadera. La Dea sprinta subito con Bellanova e passa al 18' con un'ottima rasoiata dal limite di Zappacosta che non segna mai gol banali e pesca l'angolino. Pensi che i nerazzurri possano dilagare, invece il Como reagisce bene e con Sergi Roberto in regia e i tre fantasisti a innescare il mobilissimo Cutrone la squadra di Fabregas crea diverse occasioni per pareggiare contro un avversario un po' svagato e impreciso. Carnesecchi vola su un destro secco di Cutrone, poi neutralizza l'ex Barcellona e dice ancora di no all'attaccante italiano.
Gasp tiene nello spogliatoio Pasalic per Brescianini, ma viene gelato da una doppia magia sull'asse S. Roberto-Strefezza, col primo che inventa un assist di tacco e il secondo che calcia in un amen e trova l'angolo lontano. La Dea, che colleziona la terza sconfitta in campionato, si conferma troppo lunga per i suoi standard, i lariani hanno più gamba e a prendere il largo sono loro, meritandosi la fortuna della deviazione di Kolasinac sul tiro di Nico Paz che porta al ribaltone. Gasp ribalta il tridente iniziale con Lookman e Samardzic per Retegui e uno spento Cdk, ma Fadera inventa lo slalom della vita e col diagonale mancino firma l'incredibile 1-3. Fabregas a questo punto si copre con Mazzitelli per lo stesso Fadera per continuare a palleggiare senza farsi schiacciare dalla Dea furente. I nerazzurri però non hanno il fuoco e la gamba per portare il solito pressing immediato. Gasp scuote la testa e al 75' si gioca l'ultimo jolly, togliendo Ederson ma non per Zaniolo bensì per il baby Vlahovic. Alla fine però vanno più vicini gli ospiti al quarto gol (bravo Carnesecchi su Paz, poi Strefezza di testa centra il palo) che non la Dea al secondo. All'ultimo minuto di recupero Lookman trasforma un inutile rigore per fallo di Dossena su Vlahovic.
Fonte: Gazzetta.it