C'è una novità sul mercato dell’Inter: Valentin Carboni lascerà Milano - e fin qui c’erano pochi dubbi - ma è destinato a farlo in prestito e non a titolo definitivo. È l’ultimo orientamento della società nerazzurra, figlia dell’impossibilità per ora di trovare un acquirente in grado di soddisfare le richieste per il cartellino, ovvero almeno 35 milioni di euro. Perché tanto valutano l’argentino il presidente Beppe Marotta e il direttore sportivo Piero Ausilio. Ma è una cifra molto alta, resa ancor più proibitiva dalla volontà del club di mantenere il controllo sul giocatore attraverso una recompra. La cifra, per intendersi, ha spaventato anche il Marsiglia, che resta la candidata forte sul giocatore. Certo è che non basterà l’addio di Carboni per l’arrivo di un altro attaccante. L’Inter deve infatti piazzare Correa (l’Arabia resta una possibilità sullo sfondo) e dovrebbe valutare la posizione di Arnautovic, che al momento non ha mercato. In soldoni: c’è un incastro da realizzare. Il primo tassello dovrebbe essere, comunque, l’addio di Carboni. A Marsiglia sono convinti di arrivare a destinazione nel giro di pochi giorni. L’Inter non ha fretta: è il privilegio di un mercato senza esigenze, in cui si valutano solo le opportunità. Se lo scenario fosse confermato, se dunque dall’addio di Carboni l’Inter non dovesse ricavare soldi da reinvestire immediatamente, è evidente che a quel punto cambierebbero anche i ragionamenti in attacco. E allora, l’eventuale spazio per l’arrivo di un altro giocatore offensivo dopo Taremi sarebbe occupato da un prestito o da un colpo a parametro zero. Negli ultimi giorni, seguendo quest’ultima possibilità, all’Inter è stato offerto l’olandese Depay, svincolato dall’Atletico Madrid. Gli agenti dell’olandese non hanno trovato terreno spianato, considerata la richiesta - al netto delle commissioni - di un ingaggio da 5 milioni netti. Non manca il gradimento per il giocatore, certo. È una pista da tenere oggi in secondo piano: solo se l’Inter dovesse essere riuscita a fare spazio in attacco tra 15 giorni, e contemporaneamente il giocatore non avesse trovato l’accordo con altri club (c’è il Galatasaray in pressing), l’affare potrebbe aprirsi concretamente. La verità è che nella testa dell’Inter c’è sempre un solo nome per l’attacco: Gudmundsson. L’islandese è stato sondato in Premier (Bournemouth) e in Bundesliga (Stoccarda), ma vorrebbe restare in Italia e l’ha fatto sapere anche al Genoa. Il punto è che sul suo capo pende il processo per molestie che dovrà affrontare in autunno. È anche per questo che l’Inter non ha alcuna voglia di impegnarsi in un acquisto a titolo definitivo: Gudmundsson in prestito si può fare, altrimenti nulla. Certo che l’islandese per caratteristiche sarebbe perfetto, perché ritenuto adatto al 3-5-2 di Inzaghi. Lui, ad esempio, molto più di Berardi. L’attaccante del Sassuolo, ancora infortunato (ha ripreso da poco il lavoro in campo), è stato un’opportunità che la società nerazzurra ha valutato, ma il giocatore non è considerato adatto per il modulo nerazzurro. Di più: tra il club francese e Carboni c’è già un principio di accordo. Il ragazzo spinge per andare in Ligue 1, avendo capito che in nerazzurro lo spazio per lui sarebbe ridottissimo. E allora l’Inter sta ragionando proprio in queste ore sull’eventualità di lasciare andare il giocatore in prestito, senza una cessione definitiva che certo avrebbe fatto comodo per la casse del club. Di fatto, sarebbe una soluzione ponte verso la prossima stagione: in caso di esplosione del giocatore in Francia, peraltro in un club di fascia superiore rispetto al Monza in cui ha concluso la scorsa stagione, a quel punto la valutazione salirebbe ancora. O magari la stessa Inter potrebbe decidere di tenerlo in rosa tra 12 mesi, al netto di valutazioni tecniche che andrebbero riaggiornate.
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Attacco Inter, porte aperte: Carboni via in prestito, Depay si offre, la priorità è Gudmundsson
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