Calciomercato, rinnovi, gestione della rosa e dello staff secondo le linee guida della proprietà. Il lavoro del direttore sportivo non si limita a questo, ma questi sono gli argomenti che Piero Ausilio ha approfondito in un'intervista con Fabrizio Biasin. Con la conferma di un'indiscrezione di mercato del passato che avrebbe potuto cambiare il presente: "Sì, Rafael Leao è stato vicino all'Inter - ha confessato il d.s. dell'Inter -, molto molto vicino. Avevamo trovato un accordo con il Lille piuttosto in fretta in un incontro a Londra. Poi non lo abbiamo portato avanti, con il ragazzo non siamo neanche arrivati a parlare in maniera troppo approfondita".
Visto che in entrata il calciomercato nerazzurro è già a buon punto con gli innesti di Taremi e Zielinski a parametro zero, i temi caldi sono quelli dei prolungamenti contrattuali: "Il rinnovo di Simone Inzaghi è solo una formalità, mentre la situazione di Lautaro Martinez è assolutamente normale per rinnovi così importanti. A livello economico sposta - ha spiegato Ausilio al giornalista di Libero -, non è il rinnovo di un Primavera. Serve tempo, come è normale che sia in tutte le società. Vogliamo assolutamente che prolunghi e la volontà di Lautaro è la stessa, lo ha detto in tutti i modi. È normale che serva trovare un equilibrio economico: oggi lo stiamo ancora cercando, il contratto scade nel 2026 e non c'è alcuna fretta. Non cambia nulla se firma tra un mese, due o tre, il monte ingaggi a fine mercato sarà più o meno lo stesso di adesso. Per quanto riguarda Nicolò Barella conosco il suo agente da 30 anni, è già tutto avviato e forse nei tempi può arrivare anche prima di quello di Lautaro. Ma non cambierà l'esito di entrambe le situazioni".
Un altro tema interessante delle dichiarazioni di Ausilio è legato ai punti fermi dell'Inter che in passato sono stati considerati non adeguati al club: "Qualcuno diceva che Federico Dimarco non era da Inter. Anzi ci sono due titolari dell'Inter per cui qualche allenatore ci ha detto che non erano da Inter, neanche da farli entrare in spogliatoio. Ma non farò mai i nomi neanche sotto tortura".
Fonte: Gazzetta.it