"È il punto più alto della mia carriera, non vedo l’ora di cominciare". Si è presentato così Marco Baroni, che oggi comincia ufficialmente la sua avventura sulla panchina della Lazio. Al termine di una lunghissima gavetta, a quasi 61 anni è arrivata per lui la grande occasione. Che, ovviamente, è intenzionato a giocarsi con tutte le sue forze. Arriva in una Lazio che volta pagina rispetto al recente passato e che è in gran parte da ricostruire. Ma la sfida, per quanto grande, non gli fa paura, anzi lo affascina: "Conosco una sola ricetta: quella di lavorare sodo. Con me e con il mio staff se ti applichi non ci sono mai problemi". La sua Lazio sarà composta da nuovi giocatori (quattro sono già arrivati, altri arriveranno), ma anche da una vecchia guardia che - secondo il nuovo tecnico - può essere ancora moto utile: "Non voglio parlare di senatori, ma di giocatori che hanno dato tanto, ma possono ancora dare tantissimo. Eredito una squadra che ha una grande cultura del lavoro. Dobbiamo intensificare un aspetto che ho portato sempre nelle mie esperienze, quello valoriale. È una cosa che può fare la differenza". La massima fiducia in Baroni e qualche sassolino da togliersi in merito agli investimenti fatti e a quanto accaduto nell'ultima stagione. A margine della conferenza stampa di presentazione di Baroni è intervenuto pure Claudio Lotito. Sul nuovo allenatore il presidente della Lazio ha detto: "Abbiamo preso un tecnico preparato ed estremamente capace. Avrebbe dovuto vincere la panchina d’oro l’anno scorso, poi è stata presa una decisione diversa. Crediamo in lui e siamo convinti che possa fare molto bene". Baroni è chiamato ad aprire un nuovo ciclo. Cercherà di farlo, oltre che con uomini nuovi, anche con un sistema di gioco diverso rispetto al recente passato. "Di base - annuncia Baroni - ci sarà la difesa a quattro e due esterni, poi dal centrocampo in su possiamo cambiare a seconda delle esigenze. Sono un tecnico che cerca di leggere le situazioni e non sono contrario ai cambi incorsa". L’obiettivo, rispetto al quale l’allenatore non si nasconde, è migliorare quanto fatto nell’ultimo campionato. Che significa far meglio del settimo posto, ma anche ottenere una qualificazione in una coppa europea migliore di quella di quest’anno. Quindi non l’Europa League, ma la Champions. Tuttavia all’inizio conteranno soprattutto altri fattori: "La squadra non deve avere paura, deve avere il piacere di raccogliere la sfida. Bisogna giocare per i tifosi, non per il tecnico o per se stessi. Solo così potremo portare dalla nostra parte il pubblico". La Lazio è quasi al completo, ma dovrebbero arrivare altri giocatori. Baroni però preferisce concentrarsi solo su quello che ha: "A me piace pensare solo a quello che ho. Già così questa è una rosa completa, abbiamo due giocatori per ruolo. Non vedo l’ora di cominciare". Lo farà da giovedì ad Auronzo di Cadore. "Ho già in mente la squadra che voglio. Non mi piace un calcio d’attesa. Ma per me è fondamentale capire quello di cui ha bisogno la squadra per fare risultato". Al nuovo tecnico il patron ha già regalato quattro giocatori per un investimento complessivo di circa 40 milioni. Una cifra che, tuttavia, ha lasciato perplessa parte della tifoseria in merito alla esatta entità. Il presidente ha fatto chiarezza: "Alle cifre circolate va aggiunta l’Iva del 22% per le operazioni fatte in Italia (sono state due: Noslin dal Verona e Tchaouna dalla Salernitana, ndr) ed anche le commissioni pagate agli agenti. Per questo ho parlato di 40 milioni per gli acquisti fatti finora, così come i costi degli acquisti della scorsa estate erano stati di circa 100 milioni". Il presidente è poi tornato su quanto accaduto nell’ultimo campionato, con le dimissioni di ben due allenatori, prima Sarri e poi Tudor. "Non abbaiamo avuto problemi con loro, né loro con noi. Anzi hanno sempre elogiato il lavoro della società. Il problema era nello spogliatoio. Non c’è stato da parte di qualcuno il giusto atteggiamento. La testimonianza è che abbiamo perso la Champions per i punti lasciati per strada contro le piccole squadre. Adesso però si volta pagina. Gioca solo chi merita, chi dimostra di impegnarsi. La durata media di un giocatore all’interno di un club è di 3 anni, le bandiere non ci sono più. Abbiamo sbagliato a trattenere a lungo certi giocatori. Avremmo dovuto venderli prima. Adesso faremo un altro tipo di politica".
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Lazio, ecco Baroni: "Obiettivo? Migliorare quanto fatto". Lotito: "Adesso si volta pagina"
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