Error code: %{errorCode}

Calcio

Bayern, anche Rangnick volta le spalle. Ma perché nessuno vuole allenare a Monaco?

Elmar Bergonzini
Bayern, anche Rangnick volta le spalle. Ma perché nessuno vuole allenare a Monaco?N/A

Ancora un no. Ancora un rifiuto. Anche se ben impacchettato e infiocchettato. Ralf Rangnick ha deciso di non allenare il Bayern Monaco. Questo benché il presidente Hainer avesse affermato, martedì sera, che "la trattativa è a buon punto". Non per il tecnico tedesco evidentemente. "Sono allenatore della nazionale austriaca e lo sono a cuore pieno - ha spiegato Rangnick attraverso un comunicato ufficiale -. Questo incarico mi dà una gioia incredibile e sono determinato ad proseguire il percorso che stiamo facendo. Ci tengo ad affermare categoricamente che il mio non è un rifiuto al Bayern, ma una decisione in favore della nazionale, della mia squadra e dei nostri obiettivi comuni. Siamo concentrati sugli Europei, faremo di tutto per andare il più lontano possibile". Effettivamente Rangnick ha creato un'euforia che raramente si è percepita intorno alla nazionale austriaca.

Fra il Bayern e il tecnico tedesco c'erano fra l'altro alcuni particolari ancora da sistemare: Rangnick voleva portare con sé tutto il suo staff: compresi uomini di fiducia per quel che riguarda l'aerea medica. Il commissario tecnico dell'Austria non è però l'unico ad aver rifiutato il Bayern, anzi. Ed è questo il problema che la società bavarese deve affrontare e risolvere. Max Eberl, diventato direttore generale a marzo, ha spiegato che il club cerca un allenatore che padroneggi il tedesco o l'inglese. "La comunicazione è importante". Con i vari rifiuti però il cerchio si restringe sempre di più. Il primo obiettivo del Bayern era infatti Xabi Alonso, che ha però deciso di continuare il proprio lavoro con il Bayer Leverkusen. Poi Nagelsmann: "La ferita per l'esonero di un anno fa era ancora troppo fresca", ha commentato Eberl. E così anche Nagelsmann ha deciso di continuare con il suo datore di lavoro attuale (guida la nazionale tedesca). Ha perfino ottenuto un rinnovo fino ai Mondiali del 2026. Ai bavaresi piacciono anche Emery e De Zerbi, ma non convincono tutti in società. Probabilmente si dovrà arrivare a un compromesso. Anni fa, prima di andare in Germania, Carlo Ancelotti disse, in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, che in Baviera "il campionato si vince con le mani in tasca".

Oggi però il Bayern è secondo, ben distante dal Leverkusen che ha vinto la Bundesliga con settimane di anticipo sulla fine del torneo. Gli ultimi quattro allenatori (Kovac, Flick, Nagelsmann e Tuchel) hanno tutti terminato il proprio rapporto con il club ben prima di quanto inizialmente concordato. Le aspettative, d'altronde, sono sempre altissime e Nagelsmann (per fare un esempio) nel 2023 venne esonerato a marzo essendo secondo in campionato (a -1 dal Dortmund capolista), ai quarti di Champions League avendo vinto otto partite su otto nella competizione (di cui sei contro Inter, Barcellona e Psg) e ai quarti della Coppa Nazionale. Ma non era sufficiente. Negli ultimi anni la società è sembrata più emotiva che lungimirante, alcune decisioni sono state prese un po' troppo frettolosamente. Lo spogliatoio, da tempo, ha troppo potere e i vari allenatori sono spesso in balia degli umori dei giocatori. A differenza di qualche anno fa, insomma, prendere il Bayern è un rischio. E non si ha più la certezza di vincere il campionato (o altri titoli) "con le mani in tasca". La confusione interna, quindi, fa sì che in Baviera arrivino un rifiuto dopo l'altro.

Fonte: gazzetta.it