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Calcio

Bene Inter e Atalanta: così hanno sfidato alla pari le big d'Inghilterra

Fabio Licari
Bene Inter e Atalanta: così hanno sfidato alla pari le big d'InghilterraN/A

Gli italiani non lo fanno meglio di tutti, ma stanno migliorando. Se n’è accorta l’Inghilterra che, dopo Milan-Liverpool, pensava forse di banchettare contro le squadre di Serie A come succedeva anni fa. Mercoledì l’Inter è stata alla pari con i più forti del mondo, senza sbruffonerie, giocando la più coraggiosa e intelligente delle partite difficili: ha risposto colpo su colpo a Guardiola, collettivo e singoli, e da oggi il cammino verso gli ottavi è tutto in discesa, cominciando dalla Stella Rossa sempre meno splendente. Ieri sembrava l’Atalanta quella di Premier, non l’Arsenal a lungo schiacciato nella sua metà campo, incapace di reagire e uscire palla al piede e in velocità. Il rimpianto del “doppio” rigore sbagliato da Retegui non cancella un’altra esibizione da Champions, dopo l’ultima Europa League e l’esagerata finale con il Leverkusen. Per gli avversari non è mai facile trovare contromosse a Gasperini. La nuova formula, senza ritorno, potrebbe essere un piccolo vantaggio per chi sa sorprendere.  Ma non è più il caso di sorprendersi dei risultati. Inter e Atalanta sono le più europee delle nostre. Solida, tattica, intelligente, la squadra di Inzaghi s’è definitivamente sbarazzata di timidezze e gabbie provinciali: oggi alterna soluzioni offensive da attacco e da ripartenza come pochi. Aggressiva al limite dell’ossessione, fisica, verticale e pronta a prendersi qualsiasi rischio la banda di Gasperini.

Sulla strada europea sembra incamminarsi anche la Juve, però evitiamo sentenze anticipate. Il Psv arrogante e impreparato tatticamente ha giocato il ruolo delle vittima predestinata, ma questo non è il campionato. In Champions si riparte da zero e serviva un’iniezione di autostima per prepararsi al Lipsia, altra cifra tattica e fisica rispetto agli olandesi. I tedeschi sono caduti nel finale contro un Atletico che non si arrende mai. Ora metteranno alla prova la Juve nella situazione fin qui irrisolta per Motta: come far saltare difese chiuse e mediane affollate. Questione di tempo e di recupero di giocatori quali Douglas Luiz, per creare la superiorità come riesce a Calhanoglu ed Ederson.  Sarebbe stata una “prima” da ricordare, visto il tenore degli avversari e l’orgogliosa risposta del Bologna allo Shakhtar, se non fosse per il duplice crollo del Milan: nel match e, se si non trova una soluzione immediata, anche in prospettiva. Si sapeva che la partenza, tra Reds e Leverkusen, sarebbe stata complicata: la sconfitta era in preventivo, l’implosione no. Il Milan è ancora l’unica delle cinque senza un’identità tecnica, tattica, di atteggiamento, personalità, panchina e società.

Non è Fonseca l’unico colpevole, ma è Fonseca che deve inventare o reinventare qualcosa, perché il primo a rischiare è lui. La stagione è lunga ma i tempi brevissimi.  Comunque una prima giornata così, nel bene e nel male, non se l’aspettava nessuno. Nel bene, perché 57 gol (media 3,2 a partita) sono uno spettacolo, abbiamo visto big match e soltanto tre pari. E poi il mischione della classifica unica e il tutti contro tutti sono il regno del “tutto è possibile” rispetto a “era già tutto previsto” del passato. Nel male, perché sono troppe le partite in cui il gap è stato un baratro, non solo il diluvio del Bayern sulla Dinamo Zagabria. Forse ha prevalso la voglia di fare subito bella figura, perché poi il Barça è caduto con il Monaco, il Brest ha vinto al debutto, lo stesso Girona ha retto fino al 90’ con il Psg. Ma la formula a 36 dovrà reggere all’esame dell’equilibrio o andrà corretta. C’è qualcosa che però i nostri detrattori potrebbero usare contro di noi: i tre pari sono tutti 0-0 e tutti con le italiane. A nostra scusante, Atalanta e Bologna hanno cercato il gol fino alla fine e l’Inter l’ha sfiorato contro un City che raramente resta a zero. Il resto? Bene le francesi (tre successi), a due facce tedeschi e spagnoli, Yildiz, Wirtz ed Endrick le facce più belle del futuro. Yamal è già presente.

Fonte: gazzetta.it