Dalla difesa all'attacco ecco i punti di forza e punti deboli della Svizzera, che sabato affronterà l'Italia negli ottavi dell'Europeo. Tre gol subiti in tre partite (sempre su palloni alti), Xhaka a guidare un centrocampo in cui Aebischer ha mostrato grandi cose e le tante soluzioni in attacco, da Duah a Ndoye.
Partiamo dai lati del 3-4-2-1 di Yakin. Il punto interrogativo sarà la copertura della fascia destra, che dovrebbe essere affidata a Leonidas Stergiou, solo 5 presenze, riserva dello Stoccarda e in nazionale di Silvan Widmer, che però è squalificato. Il suo sostituto non ha convinto finora. Il corridoio fra l’altro viene coperto anche in maniera parziale se il trequartista è una punta vera. Sull’altro lato invece Yakin ha sistemato a sorpresa Michel Aebischer, e il bolognese ha stupito tutti nella prima gara con un assist e il primo gol in nazionale. Poi si è normalizzato, ma contro la Germania è stata preziosa l’intesa con Rodriguez per coprire tutto il settore. Nove recuperi per lui, il migliore. Aebischer ondeggia tra esterno e interno, si porta anche in zona trequarti, centrale, con il possesso, per scambiare o provare il tiro.
Granit Xhaka è il capitano, leader in campo nello spogliatoio; è più “operaio” rispetto al Leverkusen, dove è più attorniato dai compagni nel palleggio e funziona spesso da splendido terzo uomo. Un esempio: l’altra sera per lui “solo” 12 passaggi corti. La nazionale è più diretta, senza troppo possesso, ha trame diverse da quelle di Xabi Alonso e lui comunque si sporca la maglia per chiudere su Kroos, per rubare a Musiala la palla che ha portato al gol. Sa farsi vedere in avanti per tirare da lontano. Remo Freuler lo accompagna, senza essere per caratteristiche un mastino. Cerca il gioco, vede gli spazi, ha già due assist in conto in tre partite. Ma entrambi non difendono tenendo la palla, cercano di rovesciare il campo sulla riconquista e se si alzano i ritmi possono essere presi d’infilata.
Tre punte centrali diverse nelle tre partite del torneo, cambio anche a gara in corso dei due trequartisti. Non avendo un leader, Yakin usa questa soluzione di ruotare gli uomini offensivi, ma tutti stanno rendendo ottimamente. Kwadwo Duah, il primo nove, ha sbloccato l’Europeo con la prima rete all’Ungheria. Xherdan Shaqiri ha segnato in maniera spettacolare alla Scozia. Breel Embolo, il terzo, aveva già timbrato al debutto e domenica contro i ruvidi tedeschi si è fatto sentire fisicamente. Guarito dall’infortunio, dovrebbe essere lui il titolare contro gli azzurri. Intorno a loro girano, si scambiano, tagliano, dribblano, segnano e sbagliano i trequartisti d’assalto, ali o attaccanti, come Dan Ndoye, un gol ai tedeschi, tirato a lucido da Thiago Motta come Aebischer e Freuler, oppure il fantasioso Ruben Vargas o il duttile Fabian Rieder. Possono trovare la giocata che fa la differenza, ma talvolta si scordano di aiutare dietro. La quantità di opzioni, compreso anche Zeki Amdouni, consente all’allenatore di cambiare anche tutto il reparto, consentendo freschezza e forza mentale: se sai che giochi solo un’ora, non ti risparmi mai.
Murat Yakin è un allenatore che aspetta un nuovo contratto, anche se la qualificazione agli ottavi di finale dovrebbe bastare per ottenere il rinnovo. Ha smussato alcune divergenze con i leader, soprattutto con Xhaka. Ha cambiato sistema in autunno, con la difesa a tre e l’attacco rotante. E va considerato che c’è un altro elemento nel reparto attaccanti della rosa che non ha ancora giocato un minuto ma può servire per i cambi davanti: si tratta del milanista Noah Okafor. La Svizzera ha disputato contro la Germania la sua miglior partita di questo Europeo; ha ricevuto meritati complimenti dai tedeschi e avrà impensierito gli azzurri che avranno visto la gara. Partendo dalla difesa, ecco caratteristiche positive e debolezze. Yann Sommer, scudettato con l’Inter comanda il blocco fisso dei centrali. Le gerarchie sono nette: Fabian Schär, il campione della Premier Manuel Akanji (Manchester City), più il capitano del Torino Ricardo Rodriguez. Si conoscono, si capiscono. In quattro sommano 353 presenze in nazionale. Il portiere ha un rendimento costante e l’incertezza con la Germania su tiro di Andrich è stata cancellata dal Var per un fallo precedente.
I centrali hanno una buona capacità di recupero, sfruttano bene il senso della posizione e non sono eccessivamente fallosi. Akanji guida la linea dal centro, fa valere il suo carisma. Però: la Svizzera ha incassato tre gol finora, uno a gara, ma il secondo è su deviazione di Schär. E le reti, come le occasioni migliori per gli avversari, sono arrivate dal cielo, su palloni alti. Il gol di testa di Füllkrug l’altra sera è identico a un’occasione mancata dall’ungherese Varga, che pure aveva segnato di testa, nella prima partita. Si è notato il posizionamento instabile sui cross, soprattutto quelli da sinistra dell’attacco. E al centro dell’area a difendere su tre tedeschi che saltavano c’era il centrocampista Xhaka.
Fonte: Gazzetta.it