La lite con Allegri e l'ormai leggendario sgabello di Porto, il controverso passaggio al Milan, l'offerta monstre di Pep Guardiola per strapparlo alla Juve e portarlo al Manchester City e una piccata risposta a Szczesny che aveva detto di mettere le cuffie nello spogliatoio per non ascoltare i suoi discorsi. Leonardo Bonucci, alla vigilia della sfida tra bianconeri e Citizens nella 6ª giornata della fase campionato di Champions League, parla a Prime Video (che trasmetterà la partita in esclusiva) e si confessa sui momenti più belli (e quelli più spinosi) della sua carriera. Il capitolo su cui si sofferma di più è la discussione con Massimiliano Allegri che chiuse la sua prima avventura alla Juventus al termine della stagione 2016-17. Tutto parte durante Juve-Palermo del 17 febbraio 2017. "Marchisio rientra dal crociato e al 60' era morto, gli faccio: "Claudio fatti cambiare". Lui non voleva, io faccio segno ad Allegri: "cambia l'8 perché è morto" - racconta l'ex capitano bianconero -. Dopo 5 minuti cambia Sturaro con Rincon e io gli faccio gesti e lui mi mandò a fan...o. "Pensa a fare il giocatore", mi disse, "sei un cogl...e", una roba del genere. A fine partita rientro, mi trovo Landucci (il vice di Allegri, ndr) che prova a fermarmi: io l'ho sbattuto contro la porta e sono entrato di corsa nello spogliatoio. Ci siamo attaccati finché non ci hanno diviso. Poi sono andato da lui a dirgli: "non hai capito cosa volevo dire". Si è riscaldato di nuovo col veleno che aveva e mi hanno riportato fuori e lì è finita". "Lui mi voleva fuori rosa, poi mediazione della dirigenza", continua Bonucci.
La decisione finale è di lasciare il difensore in tribuna per Porto-Juve, andata degli ottavi di finale di Champions League. Lui, però, non guarda la partita da un classico seggiolino, ma si siede su uno sgabello. "È una ca...a, è colpa mia perché non volevo restare seduto e così mi potevo muovere - svela oggi -. Lo sgabello l'ho preso io dentro la lounge e lì ho fatto la frittata". La crisi di rapporti con Allegri, comunque, è insanabile e la rottura finale arriva in occasione della finale di Champions League di Cardiff, persa per 1-4 contro il Real Madrid. "Nel tentativo di mediazione mi dicono che sono importante e che il mister è in scadenza, ma prima della finale rinnovano il contratto ad Allegri. Per carità era anche giusto - aggiunge Bonucci -. Poi esce che io ho fatto casino nello spogliatoio, quindi chiamo il direttore (Marotta, ndr) e gli dico: "Sono un patrimonio della società, non credi sia il caso di smentire visto che non è successo nulla?" e lui mi dice: "Noi non dobbiamo dire niente"". È qualche settimana dopo, così, che nasce l'incredibile (e col senno di poi fallimentare) passaggio al Milan. "Era fine giugno, mi chiama il procuratore e mi dice che c'è questa possibilità. Io e la Juve parliamo, diciamo che le strade si devono separare e spunta il Milan. Ho vissuto talmente male quello che mi era stato fatto che ho pensato solo al mio bene - è il ricordo di Leonardo Bonucci -. L'anno prima la società mi disse: "non ti vendiamo nemmeno per 100 milioni". Poi mi hanno venduto al Milan per 42 milioni e c'era dentro anche De Sciglio. Non è che volessero tenermi a tutti i costi..."
Ma qual era quella società che aveva offerto una cifra monstre per portarsi a casa l'ex difensore juventino nell'estate del 2016? Proprio il Manchester City di Guardiola. "Marotta mi disse che non mi avrebbe venduto neanche per 100 milioni e l'offerta che arrivò dall'Inghilterra non era molto lontana da quel numero, ma Agnelli e Marotta furono di parola - rivela Bonucci -. Anche l'anno dopo Guardiola mi disse che mi avrebbe preso, ma prima avrebbe dovuto vendere Mangala e Otamendi. Io, però, non potevo aspettare" L'ex capitano della Juve spiega anche qual è il suo gol preferito ("il 3-2 contro la Roma nel 2014 è quello che mi ha fatto più godere") e la scelta di esultare quando segnò andò in gol all'Allianz Stadium con la maglia del Milan contro la sua ex squadra ("la rifarei"), poi chiude replicando a Wojciech Szczesny, che, in una recente intervista, aveva raccontato di indossare le cuffie nello spogliatoio per non sentire i discorsi pre-partita di Bonucci. "Ci sono rimasto male, io parlavo per il bene della squadra. Poi, quando io parlavo lui non c'era, era chiuso in bagno non dico a fare cosa, ma ne ha parlato pure lui (a fumare, ndr) - ribatte l'ex juventino -. Era in un momento in cui aveva lasciato il calcio, poi è tornato: magari era confuso. Sono rimasto molto sorpreso dalla caz...a che ha detto". Insomma, per dirla alla Bonucci, Szczesny si sarebbe dovuto... sciacquare la bocca.
Fonte: Gazzetta.it