Error code: %{errorCode}

Calcio

Calhanoglu e gli 11 metri di gloria: i segreti del rigorista che non sbaglia mai

Francesco Sessa
Calhanoglu e gli 11 metri di gloria: i segreti del rigorista che non sbaglia maiN/A
Hakan è a quota 10 centri in questo campionato con 8 rigori trasformati: è la miglior stagione realizzativa in Italia. Da quando gioca in Serie A, non ha mai fallito dal dischetto. E non pensa alla vendetta nel derby

Milan-Inter, 7 novembre 2021, la prima di Hakan Calhanoglu da ex. Rigore per i nerazzurri, il turco prende il pallone e lo piazza con decisione sul dischetto del rigore, sotto la Curva Sud. No Lautaro, no Brozovic, no Perisic: vuole calciare lui. "Questo è matto", avrà pensato qualcuno. "Gesto di sfida, è un provocatore", altri possibili pensieri sparsi. Nulla di tutto questo: negli anni successivi – nella stagione in corso, in particolar modo – l'Italia del calcio si sarebbe resa conto che Calhanoglu, semplicemente, è infallibile dal dischetto.

A Udine è arrivato il 15° centro su rigore su 15 all'Inter, 18° su 18 da quando gioca in Italia. In questa Serie A è a quota 10 gol: non arrivava in doppia cifra in un singolo campionato dalla Bundesliga 2013/14, con la maglia dell'Amburgo. Potrebbe suonare come un paradosso: proprio quando Hakan ha arretrato il suo raggio d'azione e si è allontanato dalla porta, giocando da regista/mediano davanti alla difesa, ha toccato la doppia cifra in Serie A. Calcia meno rispetto al passato, quando da trequartista o mezz'ala faceva cantare il suo destro (ma anche il sinistro) con conclusioni da fuori. Ma da regista, responsabilizzato dal ruolo che gli ha affidato Simone Inzaghi (dapprima come soluzione di emergenza in assenza di Brozovic, poi come titolare inamovibile), ha acquisito la calma dei più forti, il sangue freddo che gli consente di non tremare mai dagli 11 metri. Anche quando dall'altra parte c'è un portierone di 197 centimetri come Maduka Okoye, per di più in serata di grazia e bravo a intuire la direzione del rigore. Non è bastato. Il lunedì sera di Calhanoglu sembrava girare storto: nel primo tempo era arrivata una brutta uscita di palla da cui è nato il gol di Lazar Samardzic, dopo aver sbattuto due volte su un super Okoye. Roba da far saltare i nervi, da portare a essere impazienti, frenetici, nervosi. Niente di tutto questo: Hakan ha continuato a fare la sua partita, anche con il solito prezioso lavoro in fase di non possesso. E poi, nella sua comfort zone, lì dove si guarda negli occhi il portiere avversario con 11 metri di distanza tra sé e la porta, ha segnato il preziosissimo gol del pareggio per i suoi. "Calha lo sai perché...": il coro è partito subito. Viene intonato sempre dalla Curva Nord, anche quando il turco non segna.

Hakan è il simbolo della rivalità con il Milan, ma allo scudetto nel derby non pensa: "Non mi piace parlare degli altri, rispetto tutti, ho un bel rapporto con gli ex compagni". Quello di Udine è stato l'ottavo rigore segnato da Calhanoglu in questo campionato: è a 10 centri anche grazie alla stoccata pesante da fuori contro il Napoli (3-0 per l'Inter il 3 dicembre) e al momentaneo 3-0 segnato a Monza a gennaio, dopo aver sbloccato la partita sempre dal dischetto. Hakan ha esultato dagli 11 metri in stagione anche in Champions League in casa contro il Salisburgo e nella semifinale di Supercoppa contro la Lazio. Nella notte amara del Civitas Metropolitano, la lotteria dei rigori per i nerazzurri era stata inaugurata dalla rete gonfiata dal turco. Calha è più che mai nella parte, il ruolo di regista/mediano sembra fatto apposta per lui. Chi lo avrebbe detto, qualche anno fa. Se dovesse arrivare un'altra rete, eguaglierebbe il record personale di 11 gol in un campionato, dieci anni fa in Bundesliga. Ma nella testa c'è solo il tricolore, da grande protagonista. Derby o non derby.

Fonte: Gazzetta.it