“Io ho un sogno – dice Carlo Ancelotti dal palco montato sulla fontana dedicata alla Dea Cibeles, in pieno centro di Madrid –. Voglio ballare con Eduardo Camavinga. Musica, maestro!”. All’ordine del tecnico il dj fa partire ‘Fin del Mundo’ di Arnny Montana e l’allenatore del Madrid inizia a ballare col suo giocatore per il tripudio delle migliaia di madridisti che sfidando il caldo si sono riuniti per festeggiare la Liga numero 36 del Madrid. Tutta la squadra segue la strana coppia. Ancelotti tra meno di un mese compirà 65 anni ma tra i suoi ragazzi, che ormai più che figli potrebbero essere nipoti, si trova benissimo. E loro con lui. Uno di famiglia, oltre che un allenatore incredibile, 27 titoli individuali, 12 col Madrid, 4 Champions in casa, più due da giocatore, e un’altra da conquistare a Wembley il 1° di giugno nella finale col Borussia Dortmund.
Ecco, oggi la Madrid blanca ha festeggiato, però tutti i giocatori che hanno parlato hanno fatto accenno alla finale di Champions: vogliono tornare a riempire le strade della capitale spagnola festeggiando la ‘Decimoquinta’, la quindicesima ‘orejona’. Insaziabili, questi madridisti. E oggi felici sul serio per la conquista di una Liga che nessuno ha sottovalutato: 90 punti a 3 giornate dalla fine, miglior attacco, miglior difesa, “E una sola sconfitta” dice ridendo il sindaco Almeida, Atletico confesso. Si, l’unica ‘derrota’ è arrivata nel derby, a settembre, una vita fa. Oggi il Madrid ha ricevuto il trofeo della Liga a Valdebebas, poi si è diretto alla Puerta del Sol dove c’è la sede della Regione di Madrid, presieduta dalla madridista Isabel Diaz Ayuso. Primi discorsi, primo show di Ancelotti dal terrazzo sulla piazza gremita: “A me piace cantare, e allora partiamo con la canzone più bella del mondo”. Ancelotti intona l’inno della Décima e tutti gli vanno dietro. Normale, vicino, affettuoso, orgoglioso, felice, Carlo Ancelotti. E i suoi giocatori con lui. Poi tutti dal sindaco, nell’ex sede delle Poste a Plaza de Cibeles: “A chi piace il calcio piace Ancelotti – dice Almeida – è difficile trovare una persona capace di riunire in sé stessa valori e sportività, che inarchi il sopracciglio e si fumi un sigaro. Ancelotti è un esempio”.
Due ani fa festeggiando la quattordicesima Champions Carlo era diventato virale con una foto con Vinicius, Rodrygo, Alaba e Militao con occhiali da sole, sigaro e maglia del ‘Capo’. Oggi la foto è stata ripetuta, con l’aggiunta di Camavinga. Il ‘Capo’ è travolgente. E i suoi ragazzi gli vogliono un bene dell’anima. Altri flash: Ceballos che rivela il soprannome di Lucas Vazquez, “Cafucas”, Vini quello di Bellingham: “Bellingol” con l’inglese che dice sincero: “Vini è il miglior giocatore del mondo”. E i tifosi che chiedono per lui il Pallone d’Oro. Nacho che chiama i 3 infortunati, Courtois, Alaba e Militao. E poi Rudiger: “El loco ya esta aqui”, si presenta così il tedesco, felice di essere considerato il matto della compagnia. Capitan Nacho che avvolge la bandiera del Madrid al collo della Dea e che intona il ‘Modric quedate’, ovvero l’invito a rimanere al Madrid dello svincolato Luka, 39 anni a settembre. E Bellingham in spagnolo: “Un’altra grande partita a Wembley, andiamo a vincere, Hala Madrid!”. Ecco, oggi grande festa, ma qui tutti vogliono fare il bis tra meno di 3 settimane.
Fonte: Gazzetta.it