Ventitré tiri concessi agli avversari e appena 5 nello specchio della porta. Ma soprattutto zero gol subiti nelle prime quattro partite di Serie A. La Juve che si interroga sulle difficoltà del suo attacco può sorridere per il rendimento di una retroguardia che fin qui è apparsa insuperabile. E se Perin ha dovuto sporcarsi i guantoni molto più di Di Gregorio nei precedenti 360', le tre conclusioni parate a Empoli dal numero 1 bianconero (di Esposito, Maleh e Grassi) sono state poco più che ordinaria amministrazione. È la quinta volta nella storia che la Juve parte con una striscia così lunga di partite consecutive senza subire gol. La prima risaliva nel 1965-66, poi era avvenuto nel 1983-84 e nel 1986-87. L'ultima serie di 4 clean sheet di fila in avvio di campionato era datata esattamente 10 anni fa. Erano i tempi della BBC di Barzagli, Bonucci e Chiellini a protezione di Gigi Buffon in porta, della prima formazione di Max Allegri che, a fine stagione, avrebbe stravinto il campionato con 17 punti di vantaggio sulla Roma seconda e appena 24 reti incassate. Adesso il simbolo della retroguardia bianconera, che concede poco e nulla ai suoi avversari, è Federico Gatti. E sembra quasi uno scherzo del destino.
L'azzurro è stato infatti lanciato due stagioni fa e consacrato l'anno scorso da Allegri, quel passato che i tifosi bianconeri volevano presto dimenticare. Forse troppo in fretta etichettato in estate come giocatore poco adatto al calcio di Thiago Motta per la scarsa capacità di impostare il gioco, il torinese ha risposto come sa meglio fare: sul campo. Così, il nuovo tecnico ha scelto di premiarlo addirittura con la fascia di capitano per l'atteggiamento avuto nel pre-campionato e Gatti ha dimostrato di meritarla in pieno: leader e trascinatore per i compagni, impeccabile negli interventi, come dimostrano i 4 duelli aerei su 5 vinti al "Castellani" o le 7 palle recuperate (migliore tra i giocatori di movimento) e le appena 4 perse. Pure decisivo nel momento chiave, con il salvataggio alla disperata su Gyasi al 95' che è valso quasi come un gol. E, infine, maturato, meno incline a cadere in brutti gesti o provocazioni come capitato in passato: stavolta, è stato Pellegri a rischiare l'espulsione per quel suo faccia a faccia col capitano bianconero. Dal pericolo di sembrare "infiltrato" a simbolo del nuovo corso: Gatti si è ripreso la Juve. Con buona pace di chi voleva dimenticare il passato...
Fonte: Gazzetta.it