Il 27 settembre, giornata mondiale del turismo, si consiglia di andare a vedere il Milan. Un museo del calcio offensivo. Il Milan di Paulo Fonseca aveva il miglior attacco già prima di questa partita ma ora va in fuga: 14 gol segnati, Inter e Atalanta sono a 10. Segnano gli uomini copertina: Morata, il numero 9 preso in estate; Theo, il migliore in campo, riabilitato dopo le polemiche di inizio stagione; Pulisic, diventato capocannoniere del campionato assieme a Thuram e Retegui.
E allora, domanda: il Milan, per qualità e quantità dei campioni, ha l’attacco più forte d’Italia? Liberi tutti di rispondere. Qualche dato impressionante. Il primo. Il Milan, negli ultimi 20 anni, aveva segnato solo una volta 14 gol nelle prime sei giornate. E il calendario ha offerto Torino, Inter e Lazio, che difensivamente sono tra le migliori della A. Il secondo. Pulisic è diventato il giocatore con la maggiore somma di gol e assist di queste due stagioni, da agosto 2023 a oggi: sono 31, come Lautaro, con Leao a 30. Il terzo. Theo, negli ultimi 20 anni di A, è uno dei due difensori ad aver contribuito a 50 gol (l’altro è Maicon). Morale semplice: il Milan davanti fa male a tutti. Va bene, il Milan ha il miglior attacco, il capocannoniere e il primo giocatore per assist (Leao), ma perché è così pericoloso? La prima mezz’ora, con il Lecce, non è stata entusiasmante, anzi: circolazione lenta, poche idee, fatica ad attaccare una squadra che si difendeva in dieci. “Possiamo migliorare nel gioco posizionale”, ha detto Fonseca. Ha ragione. Poi qualcosa è successo: due giocate da campioni. Colpo di testa di Morata – non facile – su cross di Theo e gran palla di Leao per Hernandez. La prima spiegazione è la più scontata: il Milan davanti ha giocatori forti.
La seconda chiama in causa Fonseca, che ha cambiato questo Milan. Morata da trequartista atipico va visto sul lungo periodo, però una squadra con Pulisic a destra, Leao a sinistra, un centravanti puro e uno alle sue spalle è un bel rebus. Ha forza fisica e improvvisazione, è sicuramente più pericolosa quando riparte ma anche a difesa schierata ha soluzioni. E poi Theo che arriva da dietro, Reijnders che alza la qualità… Ecco la seconda spiegazione: la nuova struttura pare funzionare. La terza spiegazione è nei dettagli. I piazzati, ad esempio. Il Milan ha segnato da punizione con il Lecce come con l’Inter… e a inizio stagione erano arrivati anche i gol da angolo. E’ importante. Sulla brochure del museo, in copertina, ci sono Theo e Leao. I più amati e i più discussi. I più forti. Theo Hernandez alla fine di Milan-Lecce ha detto una frase non banale: “Il Theao finalmente è tornato. Nelle prime partite non eravamo al 100% mentalmente e fisicamente”. E sul rinnovo: “Sono molto felice qua, la gente mi vuole bene, la squadra mi vuole bene ed è la cosa più importante”. Il concetto più importante è l’ammissione degli errori di inizio stagione: l’atteggiamento di Theo e Leao, a Parma, non era accettabile. E’ possibile che Fonseca, punendoli, abbia perso nell’immediato ma guadagnato a medio periodo. Furlani, Ibra e Moncada però saranno contenti anche della frase sul rinnovo. In estate non c’era spazio per una trattativa, ora va diversamente. Non ci sono strette di mano ma l’ottimismo è in crescita… non da ieri.
Fonte: Gazzetta.it