Cinque gol in quattro match con la Nazionale danese (roba fresca, tutti realizzati in questi giorni contro Finlandia e Kazakistan nelle qualificazioni europee), otto in 25 presenze stagionali con l’Atalanta. Anni: appena 20, compiuti lo scorso 4 febbraio. Valore di mercato: 17,2 milioni di euro. Anzi, sarebbe meglio dire “il valore di una volta”. Perché quella era la somma pagata in estate dai nerazzurri per strapparlo allo Sturm Graz. Oggi, invece, ne vale almeno il doppio. Che storia quella di Rasmus Hojlund, ragazzotto di Copenaghen che in pochi mesi si è fatto conoscere alla grande nel calcio italiano con le sue prestazioni, le sue reti e il suo fondamentale lavoro “sporco”: quello che piace parecchio a Gasperini, quello che ti permette di poter essere considerato un attaccante completo, moderno. Rasmus ha tutto per diventarlo in brevissimo tempo. E per farcela, per diventare un vero top player, per un giovane non può esserci palestra migliore di Zingonia. Lì, ancora una volta, ci hanno visto bene. Lì, ancora una volta, hanno vinto la scommessa.
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Dea sempre presente
Da quelle parti il lavoro della squadra-scout parte da lontanissimo, perché si inizia a studiare il talento in questione in netto anticipo rispetto all’eventuale acquisizione. Questo è ciò che insegna la storia dell'Atalanta. E Hojlund non fa eccezione: una vita al Copenaghen, dove si è formato tra settore giovanile e Prima Squadra, a Bergamo cominciarono a “studiarlo” a partire dalla stagione 2021-22, iniziata in Danimarca e proseguita in Austria, appunto allo Sturm Graz. Segnalato ad Antonio e Luca Percassi (patron e a.d.), Tony D'Amico (d.s.) e Lee Congerton (responsabile dello sviluppo dell’area sportiva), si decise di vedere tutte – e sottolineiamo “tutte” – le partite disputate in bianconero sia in video sia dal vivo. Cosa impressionò? Le qualità che gradualmente sta dimostrando pure a Bergamo: velocità, potenza, senso del gol, un'ottima capacità di attaccare la profondità (aspetto fondamentale nel gioco del Gasp), personalità e carattere, di certo non da 20enne.
Chi non ci ha creduto
Parlavamo dell’attuale valutazione, sicuramente importante e comunque destinata ad aumentare nei prossimi mesi. Già oggi Hojlund rappresenterebbe per l’Atalanta un’ottima plusvalenza, quella concretizzata dallo Sturm Graz l’estate scorsa: nel gennaio 2022 gli austriaci lo pagarono appena 2 milioni. Esattamente dieci volte superiore fu la richiesta fatta in estate alle varie pretendenti, dopo sei centri e un assist nell'Admiral Bundesliga.
Troppi 20 milioni? Forse sì, forse no. Come sempre in questi casi, campo e tempo sono i giudici. Di certo, nel calcio, il fascino del “rischio” può fare la differenza. E tra i club che parlarono con lo Sturm Graz ecco Real Madrid, Manchester United, Chelsea e Milan. Evidentemente società che preferirono non rischiare, magari considerando la valutazione troppo elevata per un talento sì purissimo, ma ancora da scoprire.
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Il Mondiale che aiuta
Al contrario, "rischiò" l’Atalanta ufficializzandone l’acquisto il 27 agosto 2022 per 17,2 milioni di euro. L’accordo fu raggiunto da D’Amico, mentre il famoso “blitz” (termine tanto caro agli amanti del mercato) fu di Percassi e Pagliuca, che raggiunsero Rasmus e la sua famiglia direttamente a Copenaghen strappando il loro ok dopo aver presentato le tante belle cose che avrebbe trovato e conosciuto a Zingonia. Laddove nessuno ha mai avuto il minimo dubbio sul potenziale di questo ragazzo di 191 cm: giovanissimo, prospettive eccezionali, impressionanti margini di miglioramento e, soprattutto, la possibilità di crescere sotto la guida di un maestro come Gasperini che, beh... di giovani ne capisce.
E proprio il mister ha sfruttato al meglio la sosta per il Mondiale di novembre-dicembre, non giocato da Hojlund nonostante una convocazione possibile fino all’ultimo: tanto tempo a disposizione sia per il lavoro tattico, così da imparare a giocare anche spalle alla porta, sia fisico, con allenamenti mirati in palestra e sul campo per incrementare il tono muscolare. E i risultati del lavoro di quel periodo si sono visti e si stanno vedendo. Come quelli fuori dal campo. Perché è anche lì, quando le luci dello stadio si spengono, che si nota un grande giocatore.
Haaland? No, Cristiano
Qualcuno impiega mesi e mesi per imparare una nuova lingua. Altri, addirittura, non la imparano proprio. Hojlund, invece, ha iniziato da subito a studiare l’italiano e oggi si può dire che lo parli già piuttosto bene. Con i compagni ha legato immediatamente, con loro si apre mostrando la parte genuina e solare del proprio carattere lasciando la personalità, la fame e la voglia di vincere ed essere il migliore al campo. Ecco, il migliore. Che per lui è sempre stato Cristiano Ronaldo, il vero idolo: in passato si diceva fosse Haaland. In realtà, non è proprio così: verissimo, spesso viene paragonato al norvegese (al quale, comunque, ha dichiarato di ispirarsi), specialmente per la stazza e il piede mancino in comune. Tuttavia il modello, l’idolo, l’esempio era e rimane il campione portoghese. Oggi irraggiungibile per status, ma chissà in futuro... Perché i sogni sono gratis, sognare è bellissimo: “Chi non lo fa, non ha futuro”, diceva Gasperini pochi mesi fa, nel nostro speciale “Inside”. Così Hojlund sogna, Hojlund può e deve continuare a farlo: sognare di poter diventare uno dei più forti.