"La Juventus è tornata". Parole e musica di Federico Chiesa, probabilmente il volto della squadra bianconera che sarà dopo il Mondiale.
La formazione di Allegri è arrivata alla pausa da terza in classifica a -2 dal Milan secondo, ben oltre le aspettative per stessa ammissione dello stesso tecnico bianconero dopo l'inizio più che complicato tra Serie A TIM e Champions League. Ora però, dopo sei vittorie di fila senza subire gol - come nel 2018, la stagione del'incredibile rimonta scudetto - lo scenario è diverso.
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Il 2022 di Chiesa
L'assist per il gol di Milik nel 3-0 alla Lazio ha certificato le sensazioni già assaporate contro Psg e Inter: Federico Chiesa è tornato, sta bene ed è pronto ad essere un fattore decisivo.
Il 2022 sicuramente non è stato l'anno dell'esterno della Juventus, fermo ai box per un infortunio al ginocchio che lo ha messo fuori gioco più del previsto: "Ho avuto tanti problemi in carriera, ma erano cose di campo e ci stavano. In questo infortunio pensavo ci volesse meno a tornare, invece ho avuto un mese e mezzo dove provavo e il ginocchio si gonfiava".
Un momento difficile a livello psicologico oltre che fisico: "Non me l'aspettavo. Ho dovuto uscire da questo periodo con la mia forza di volontà e l'aiuto di chi mi è stato vicino".
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Il 2023 della Juventus con Chiesa
Con Chiesa, Di Maria e Pogba che Juventus potrà essere lo dirà solo il tempo, ma di sicuro qualche sprazzo di gioco verticale, veloce e offensivo anche i bianconeri di Allegri lo hanno messo in campo, non solo contro la Lazio.
Lo scudetto è lontano ad oggi, il Napoli vola e sembra implacabile, ma nel calcio mai dire mai. "Da gennaio vedremo cosa potremo fare" ha ribadito Chiesa a DAZN dopo la partita, ma la sensazione che la Juventus sia tornata ai suoi livelli - dando ragione ad Allegri e a chi ha resistito per confermarlo - è netta.
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Dove può giocare Chiesa?
Semmai per il tecnico toscano della Juventus il (bel) grattacapo è di questione tattica. Nell'idea iniziale di Juventus disegnata in estate le condizioni erano perfette per il 4-3-3 con Di Maria e Chiesa ai lati di Vlahovic.
La squadra e il campo, però, hanno detto che è ancora il 3-5-2 il modulo e l'atteggiamento tattico che viene digerito meglio dagli uomini in rosa e l'esplosione di Kostic può diventare un problema di gestione delle rotazioni una volta persa la Champions League.
"Sono a disposizione per fare l'esterno a tutta fascia" si è affrettato a dire Federico Chiesa, così come si è calato nel ruolo mai fatto in carriera anche Kostic. La sensazione però che il 4-3-3 non sia un discorso completamente chiuso è netta.