Si conoscono diverse sfumature della parola “conduttore”.
Se chiedete a un profilo lavorativo che circola nel mondo dello spettacolo, gli verrà subito in mente un presentatore radio o tv, mentre chi galleggia spesso su un mezzo di trasporto penserà subito a una stortura di conducente; se poi si parla con un perito elettrotecnico penserà a un materiale in grado di condurre energia, un conduttore elettrico.
Ecco, Federico Chiesa è il perfetto mix di tutte queste cose, una tavolozza di personalità che ieri è tornata a colorare in maniera vivida il bianco e il nero.
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Chiesa, il ritorno al gol dopo un anno
Sono passati 378 giorni: tranquilli, non è l’introduzione del film Titanic, semplicemente è il tempo che è servito a Chiesa per tornare a siglare un gol in una partita.
Tanti, troppi per un giocatore che 6 mesi tondi prima ci conduceva sul tetto d’Europa, segnando 2 gol decisivi all’Europeo. I tifosi della Juve lo hanno aspettato, spesso lo hanno invocato, e l’ingresso in campo di ieri sera contro il Monza è un’istantanea perfetta.
60 minuti di brusìo di fondo, qualche maledizione e poco altro aveva prodotto lo Stadium: la percezione, da dentro, era che ci fosse un senso di inerzia apatica, in attesa di una scintilla o ancora meglio di una scossa.
Eccoci, conduttore elettrico: questo è il primo aspetto che Chiesa ha mostrato quando si è avvicinato al quarto uomo per entrare.
Un mix di adrenalina e coraggio
Ha letteralmente defibrillato l’Allianz Stadium, facendo crescere i decibel per gli ultimi 30 minuti di partita e distribuendo un’energia che sulle tribune abbiamo iniziato a percepire tutti.
Un paio di ragazzi, tifosi del Monza, si sono guardati poco distanti da me, non serviva si parlassero, il pensiero comune era: ok, ora è un’altra partita.
Prima palla giocata dal 7: steso. Ci sono tanti modi per caricare una squadra, quello del cominciare a puntare e sgasare tutti è uno dei più efficaci. Trasmette adrenalina e coraggio.
Chiesa lo riesce a fare con una naturalezza che pochi giocatori hanno. Si mette il cappello e diventa il conducente del mezzo, il secondo aspetto della sua personalità.
La Juve prende coraggio e infatti riesce a portarsi avanti ancora una volta con Kean. 2-1 cancellato per fuorigioco, ma la sensazione è che sia solo questione di tempo.
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L'Allianz Stadium in un unico coro
Lo Stadium subito dopo si trasforma in un luogo sacro: è un canto gregoriano quello che lo accompagna, solenne e scandito nel ritmo: "Chiesa, Chiesa!".
Quando riceve palla e punta Antov sanno già tutti che ci sono due strade: o va in porta o lascia il Monza in 10 perché il 26 è già ammonito.
Se stessimo giocando a basket avrebbe ottenuto entrambe le cose, come quando ti assegnano un tiro libero dopo aver segnato il canestro da 2 punti, perché riesce sia a farsi trattenere ripetutamente, dopo averlo saltato, sia a dipingere il 2-1.Dall'Europeo al ritorno in campo con la Juve
Non arriva il secondo giallo per Antov perché nel calcio il gol annulla l’infrazione per SPA, ovvero per aver interrotto un’azione pericolosa, ma resta inchiodato negli occhi di tutti quel destro meraviglioso che un anno e mezzo fa ci avvicinava, contro la Spagna, alla finale dell’Europeo, oggi consegna alla Juve i quarti di Coppa Italia e a lui un microfono da conduttore.
Decidete voi con quale declinazione, sicuramente uno di quelli da show assicurato per cui vale la pena pagare il biglietto.
Bentornato Federico Chiesa.