Poche parole, tanto lavoro e tutto quel sudore che sgorga quando si affrontano le mattinate torinesi di luglio provando - prima, dopo e durante gli esercizi - a ignorare le temperature. Il primo allenamento della Juventus alla Continassa dopo il ritiro in Germania si è svolto con questi ingredienti nelle mani dello chef Thiago Motta e tutti si sono adattati come da abitudine in questa estate di rinnovamento bianconero. Si è adattato anche Federico Chiesa, anche se forse nel giorno del suo ritorno in gruppo qualche parola in più se la sarebbe aspettata: è felice di tornare concretamente a far parte della Juventus, ma è consapevole di essere in un purgatorio ai margini del progetto.
Da una parte lo è perché il nuovo allenatore non sembra reputarlo un profilo particolarmente calzante per il suo calcio, dall’altra perché il club lo ha messo di fatto sul mercato con l’intento di monetizzare dalla vendita del cartellino: il contratto del numero 7 scade nel 2025 e senza un rinnovo c’è il concreto rischio di perderlo a parametro zero, senza peraltro scegliere la destinazione. Non si può escludere che finisca alla concorrenza, insomma. Il problema è che entrambi i nodi sono impegnativi da sciogliere, il doppio fronte è aperto. Chiesa cercherà di convincere Motta che può fare affidamento su di lui mentre magari si aspetta un colloquio per capire direttamente dal tecnico i suoi pensieri: non pare un’operazione semplice, ma l’impressione è che l’altro sentiero sia ancor più accidentato per una trattativa per il prolungamento che non è mai davvero decollata. E allora sia la Juventus che il procuratore di Chiesa, Fali Ramadani, stanno provando ad abbinare il nome di una squadra alla possibilità di un trasferimento estivo.
All’estero, più che in Italia, con la Premier che in questo momento è la destinazione più calda per diversi motivi. O meglio, due motivi che si allineano e danno forma al gradimento del protagonista. Se proprio deve lasciare Torino, Federico guarda con interesse al football d’oltremanica e non è un caso che il suo agente sia in missione in Inghilterra proprio in queste ore. Uno degli scogli verso il rinnovo di contratto sono le richieste economiche del calciatore e in Italia non ci sono molte squadre che si possono permettere un ingaggio simile. In Premier League, invece, il mercato permette un potere di spesa ben più corposo sia per i cartellini dei calciatori che per gli ingaggi. Insomma, Londra ha tutta l’aria di essere la pista giusta se quello deve essere il destino di Chiesa. Al momento le voci più insistenti portano al Chelsea e al Tottenham, con il West Ham United che parte un passo indietro per ovvi motivi nella scala di gradimento dell’attaccante. Il recente passato "opaco" del numero 7 non può certo oscurare il talento e le qualità del calciatore che ha trascinato l’Italia a Euro 2020 (disputato nel 2021). È anche su questo aspetto che farà leva Ramadani per spingere le candidate acquirenti a muovere il primo passo.
Fonte: gazzetta.it