Rafa Leao è portoghese ma non è Cristiano Ronaldo. Chi escludeva CR7 da una formazione – o anche solo osava cambiarlo al 60’ - doveva mettere in conto viso lungo, polemicona davanti alle telecamere e dichiarazione di guerra dal parlamento di Lisbona. Leao no. Rafa interiorizza, rimugina, si intristisce. Lo abbiamo visto con il Bruges, quando è stato sostituito dopo aver giocato una buona ora, e in altre occasioni: Leao non era contento e si è visto, ma non ha sbottato, in pubblico e nemmeno in privato. E’ sembrato chiudersi in se stesso, vagamente sarcastico. Questo è il rischio per il Milan e per Fonseca. Rafa Leao in Milan-Napoli andrà ancora in panchina, come per Milan-Udinese del 19 ottobre. Sono passati 10 giorni ma il mondo di Leao è cambiato. A metà mese, la panchina era un episodio e Rafa, sulla scia degli ultimi cinque anni con Pioli, era abituato a sentirsi il giocatore più forte della squadra, il riferimento offensivo. Un intoccabile nei fatti: con Pioli giocava sempre ed era coccolato.
Pioli gli parlava, a volte lo pungolava, magari gli mandava Ibra a fare un discorso motivazionale… Fonseca invece ha scelto un’altra strada: gli ha inviato tre messaggi forti in una settimana. Uno: lo ha tenuto fuori con l’Udinese. Due: non lo ha fatto entrare per tutta la partita, preferendogli Abraham e Loftus-Cheek (da attaccante…) quando c’era da difendere in dieci contro undici. Tre: lo ha sostituito contro il Bruges dopo un’ora, un’ora in cui Leao era stato tra i più pericolosi del Milan. Per questo, il mondo di Leao è cambiato. Ora si sente in discussione, uno come gli altri. La grande scommessa di Fonseca è qui. Okafor con il Bruges è entrato alla grande e sempre lui, Okafor, con l'Udinese aveva giocato un buon primo tempo, prima del cambio obbligato. Per Fonseca, Noah sta meglio e Noah gioca: pensa gli dia più garanzie. Qui però si gioca parte della sua prima stagione al Milan, perché le reazioni sono imprevedibili. Che cosa succederà da oggi?
Testa: Leao reagisce, si motiva, torna in campo più cattivo che mai. Croce: Rafa si incupisce, perde sicurezza ed entra in una spirale negativa. Con Cristiano, sarebbe stato facile: testa. Con Leao no. Una panchina può essere uno stimolo, ma il rischio forte è che due-tre-quattro scelte contrarie consecutive lo abbattano. E Rafa, famoso perché sorride anche quando calcia in porta, ha già perso gioia. La doppia panchina per questo è un grande rischio. Un rischio che, paradossalmente, nasconde un vantaggio. Leao non è mai stato uno specialista dei subentri però, questa volta, cominciare fuori gli porta un beneficio: la pressione evapora, scompare. Il Napoli è la squadra con cui Rafa ha giocato alcune delle sue migliori partite - nel quarto di Champions 2023, prese il Milan sulle spalle e lo portò di peso in semifinale, attraversando il campo alla Gullit per mettere in porta Giroud - e il confronto con il presente rischia di essere impietoso. Leao, avesse cominciato la partita, avrebbe avuto tutti gli occhi addosso. Così no. Giocherà una mezz’ora, libero da responsabilità, per una volta sostituto e non sostituito. A volte in una I c’è un mondo.
Fonte: gazzetta.it