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Calcio

Conte? No, Inzaghi: ecco come cambia la classifica degli allenatori più pagati d'Italia

Carlo Laudisa
Conte? No, Inzaghi: ecco come cambia la classifica degli allenatori più pagati d'ItaliaN/A

Appena tre anni fa nessuno poteva immaginare che Simone Inzaghi sarebbe stato il più pagato tra gli allenatori in Italia davanti proprio ad Antonio Conte. Il 26 maggio 2021, quando il tecnico pugliese si separò consensualmente dal club nerazzurro aveva in pancia un contratto da ben 12 milioni di euro netti (si "accontentò" di una buonuscita da 4). In tutta fretta Beppe Marotta lo sostituì con l’allenatore in uscita dalla Lazio, concedendogli un contratto da poco più di 4 milioni: quasi un terzo del suo predecessore sulla panchina interista. Bene, in queste ore l’allenatore campione d’Italia ha rinnovato, guadagnandosi un meritato aumento a 6,5 milioni netti più importanti bonus. Subito alle sue spalle c’è proprio quel Conte tornato a Canossa, vale a dire a Napoli. In media i presidenti di Serie A stanno spendendo meno per i loro mister. Ad esempio, anche il Milan ha congedato Stefano Pioli (4,5) con la risoluzione contrattuale, sostituendolo con Paulo Fonseca che si è limitato ad uno stipendio da 2,5 milioni di euro.

Lo stesso Thiago Motta alla Juventus non supera quota 3 milioni, così come Daniele De Rossi alla Roma. Ecco perché il supercollaudato Gian Piero Gasperini con i suoi 3 milioni e passa di stipendio è certamente all’avanguardia, e diciamo anche con merito. A guadagnare posizioni in questa speciale graduatoria c’è anche Vincenzo Italiano (2,1), premiato dall’approdo a Bologna con l’importante verifica della Champions League. Anche Raffaele Palladino fa un bel salto alla Fiorentina con un ingaggio da 1,8 milioni, mentre Lotito ha riconosciuto a Marco Baroni un upgrade da 1,2 milioni netti per la responsabilità di rilanciare la Lazio. Segue un lungo elenco di tecnici a quota 1 milione, con in coda le guide di Verona ed Empoli: Zanetti e D’Aversa entrambi a quota 600 mila euro. Chiude l’elenco Luca Gotti del Lecce, con appena 500 mila euro: il club salentino, però, lo ha incentivato con un contratto biennale. E ovviamente un ricco premio-salvezza, che può fare la differenza. Ha concordato uno stipendio base di 6 milioni: anche nel suo caso sono in gioco incentivi importanti.

Casualmente balla per entrambi un premio da 2 milioni per il titolo. Una posta rilevantissima per i target attuali. Ed è una soddisfazione in più per il piacentino che (ricordiamolo) nella sua precedente stagione nerazzurra aveva addirittura rischiato l’esonero, a causa di quello stucchevole ritornello. Inutile dire che quei malumori erano figli proprio delle nostalgie per il suo predecessore. Ecco perché il nuovo atto può essere determinante per testare la reale leadership tra i due. La loro sfida personale evidentemente apre una pagina nuova in una Serie A orfana di almeno tre allenatori-simbolo. Guarda caso anch’essi entrati in scena nell’estate del 2021, rispettivamente con la Juventus e la Roma. Ci riferiamo a Max Allegri e a José Mourinho, vale a dire i tecnici sino a qualche mese fa più pagati nel nostro campionato con un parametro fra i 7 e gli 8 milioni di euro. Cifre importanti, da big. Ed è significativo che i nostri dirigenti nel frattempo abbiano limato i costi, inserendo anche la voce allenatore alla più ampia rincorsa al risparmio, cioè la tanto strombazzata sostenibilità.

Fonte: gazzetta.it